Contribuire allo sviluppo economico dei territori attraverso la strada del turismo sostenibile, superando la visione esclusivamente vincolistica e protezionistica, è la sfida alla quale devono rispondere i Parchi naturali.
Si è parlato di questo nell’intensa mattinata di lavori svoltisi oggi presso la sede del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano a Marsico Nuovo. Sulla scia delle attività e delle azioni previste dalla Carta Europea del Turismo Sostenibile, ricevuta circa un anno fa da Federparchi-Europarc, l’Ente Parco ha voluto approfondire il tema con un workshop dal titolo “Parco e turismo. La sfida per un’economia sostenibile”, articolato in due sezione dedicate rispettivamente all’approfondimento della CETS alla luce della nuova programmazione regionale e allo scambio di esperienze di buone pratiche fra il l’Appennino Lucano e il Parco Regionale delle Dune Costiere, che ha ricevuto la Carta nella stessa seduta di conferimento del Parco lucano.
All’assemblea ha portato i saluti della Comunità del Parco il presidente Ugo Salera.
Introducendo i lavori, il presidente Domenico Totaro ha indicato nel binomio natura-cultura la via d’uscita dalle problematicità che riguardano l’area protetta, individuate nella scarsa conoscenza delle emergenze, naturali e culturali, che la caratterizzano e nella presenza delle attività estrattive. “La strada indicata dalla CETS -ha sottolineato il presidente del Parco Appennino lucano- ci aiuta a colmare il gap fra le potenzialità della natura nelle aree protette e il territorio chiamato a metterla a sistema, al fine di fare del patrimonio naturale uno strumento di crescita e di sviluppo”.
Le potenzialità della CETS in rapporto alle nuove politiche di coesione UE 2014-2020 è stato l’argomento trattato da Paolo Pigliacelli di Federparchi, che ha sottolineato come le linee tracciate dall’accordo di partenariato per l’impiego dei fondi strutturali e di investimenti europeo siano sovrapponibili e organiche a quelle della Carta, che si rivela la strada maestra per una crescita che sia sostenibile ma anche inclusiva e intelligente.
Fra gli interventi, notevole è stato quello di Maurilio Cipparone, dell’Istituto Pangea, che ha spiegato l’importanza del piano di interpretazione ambientale del territorio, come strumento nuovo per la fruizione dei Parchi. “Sono i cittadini dei parchi -ha detto Cipparone- i protagonisti della loro terra, e la sfida è sviluppare in loro il senso di appartenenza ad essa affinché il territorio diventi il lavoro di chi lo abita”.
Elio Manti, del Dipartimento Programmazione e Finanze Regione Basilicata, ha spiegato come il principio base della nuova programmazione europea abbia il proprio fulcro nella centralità e nel protagonismo delle realtà locali. Il presupposto perché la sfida sia vinta, ha detto il funzionario, è che “si superi il frazionamento dei localismi per giungere ad una programmazione organica e agglomerata.”
La voce dei territori è stata portata dai direttori dei GAL. Sono intervenuti Gaetano Mitidieri, per il GAL Cittadella del Sapere, Ennio di Lorenzo per il GAL Akiris, e Domenico Romaniello per il GAL Marmo Melandro-Basento-Camastra.
In rappresentanza del mondo imprenditoriale sono intervenuti Michele Tropiano, presidente dell’Associazione dei Direttori d’Albergo, e Fausto De Mare, presidente di Confcommercio Potenza.
Nella seconda sessione si sono confrontate le esperienze del Parco delle Dune Costiere, e dell’Appennino Lucano.
Per il primo sono intervenuti Francesco Liuti, Mariafranca Mangano e Pietro Chiatante, soci di tre diverse cooperative, che hanno presentato le esperienze di attività lavorative sostenibili che svolgono nella loro piccola area protetta.
Per il secondo sono intervenute Giovanna Petrone, che ha parlato delle attività che pongono in essere le Guide Ufficiali del Parco e ha presentato la Guida dei Sentieri, e Rosa Solimeno, che ha portato l’esperienza del progetto “Il Gusto delle Stagioni”, un pacchetto ecoturistico realizzato nell’ambito del progetto MEET.
Ha chiuso i lavori il direttore dell’APT Gianpiero Perri che ha sollecitato a partire da ciò che si è realizzato finora, considerando il Parco un punto di riferimento credibile per il territorio e un punto di partenza per passare dalla fase della progettualità a quella della concretezza.
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