Nella giunta Guarente è stato assessore alla viabilità e al centro storico di Potenza, ma oggi, dai banchi dell’opposizione (“Noi Moderati”) la nuova amministrazione la chiama “loro”. Il cinquantunenne Massimiliano Di Noia, afferma inoltre che nei suoi giorni –e anche notti- da assessore, rispondeva sempre quando il cittadino lo chiamava sul telefonino; oggi, invece, con “loro”, mancherebbe proprio il rapporto “one-to-one”.
d – Oggi Consigliere comunale di opposizione, ieri assessore alla viabilità. Ieri aveva delle responsabilità che oggi magari critica. Nella dialettica politica, le “rinfacciano” mai i suoi due anni di governo?
r – La questione è semplice. I voti sono abbastanza importanti per la compagine di centro-destra per la quale ero Assessore, quindi 520 preferenze testimoniano un “premio” della cittadinanza al lavoro svolto. Tuttavia, ricoprire un ruolo in contrapposizione alla maggioranza oggi risulta difficile, come cadere dalle stelle alle stalle, in quanto loro hanno una maggioranza “bulgara” rispetto a quella che avevamo noi. Di conseguenza, loro comandano e noi possiamo solo controllare, peraltro, avendo anche degli atteggiamenti dispotici nei nostri confronti, come a dire: “La maggioranza siamo noi, comandiamo noi”.
d – “Articolo quinto, chi tiene in mano ha vinto”?
r – Praticamente sì, usando il linguaggio della gente comune. Il problema fondamentale è che loro –in campagna elettorale- hanno professato dei cambiamenti magistrali e radicali rispetto al nostro governo, ma oggi ci ritroviamo esclusivamente di fronte alla prosecuzione degli interventi e della programmazione che NOI abbiamo iniziato illo tempore; cose che avevamo previsto di portare avanti con la nostra ricandidatura e riconferma.
d – Mi fa un esempio pratico di ciò che avevate programmato voi e che adesso sta portando avanti la nuova amministrazione?
r – Per ciò che riguarda il “mio” assessorato (viabilità), loro non hanno programmato nulla, non hanno speso neanche i soldi di fine 2024-inizio 2025, i proventi delle multe del famoso autovelox Varco d’Izzo; i vari interventi sulle strade rurali e su quelle cittadine -che hanno tanto millantato- non sono né più né meno che la MIA programmazione all’assessorato alla viabilità; quindi i cinque progetti da me previsti e programmati con gli uffici (che mi seguivano in ogni passo e in ogni dove) fanno parte ora della continuità amministrativa. Inoltre, hanno professato con i loro comunicati stampa e con i loro social di dover iniziare – prima dell’inizio delle scuole- i lavori sulla zona che riguarda il liceo scientifico di via Sabbioneta. Ormai siamo a ottobre, non si è iniziato nulla e di conseguenza credo che non si inizierà (le problematiche riguardanti il flusso veicolare sarebbero immense).
d – Lei è ancora convinto che quell’autovelox sia utile, necessario, legittimo?
r – Guardi, si parla tanto di incidenti stradali e di pericolosità delle strade: lì si è ritenuto di doverlo mettere (il Comune insieme all’ANAS e al Ministero degli Interni), onde evitare che ci fossero incidenti; e anche se la casistica non ci dava questa importanza sul tratto in questione, si è ritenuto di dover ammonire i cittadini ad andare più piano (anche perché c’è un ingresso dalle complanari sull’autostrada, che in presenza di un limite a 100-130 km non sarebbe possibile, e di conseguenza è stato posto il limite di 70 km).
d – Quindi fa bene il Comune a tenerlo ancora?
r – Il Comune fa bene a tenerlo lì dove ci sono delle problematiche riguardanti gli incidenti stradali o la salvaguardia dei cittadini e degli automobilisti tutti.
d – Il suo collega consigliere, ma di maggioranza, Rocco Pepe, qui da noi ha affermato che al Comune ci sarebbe un problema anche di uffici: per varie ragioni (compreso mancato turn-over etc.) non si riuscirebbe ad andare “al passo” della politica. Le risulta questa cosa?
r – Guardi, no. Con me, gli uffici erano davvero presenti, puntuali, tant’è che i risultati li abbiamo avuti: in città e nel peri-urbano non si asfaltava da 20 anni. E il sottoscritto, grazie agli uffici, grazie sicuramente ai fondi provenienti dalle contravvenzioni, ha potuto procedere a delle programmazioni onde poter far risultare la città più percorribile dai mezzi veicolari.
d – Negli ultimi giorni sono apparsi diversi articoli di stampa che si interrogano sulle modalità di affidamento di alcuni lavori pubblici riguardanti in particolare la scuola Sinisgalli: il condizionale in questi casi è d’obbligo, ma c’è stato più di un comunicato da parte dell’opposizione per chiedere chiarezza sull’assegnazione dei lavori. Però c’è stata anche una polemica in rete, con la quale si accusava voi della minoranza di esservi mossi solo “a rimorchio” della stampa, e non prima.
r – Sì, noi andiamo “a rimorchio”, come dicono le persone, ma purtroppo non è che possiamo metterci a fare i censori di tutte le attività che fanno gli uffici, di conseguenza la Giunta, che propone e fa gli affidamenti diretti o indiretti o tramite gara o interesse pubblico. Il problema fondamentale è: o partecipiamo alle commissioni (a vedere e a discutere degli argomenti quotidiani che ci vengono proposti) o facciamo i controllori. Ma noi non facciamo la “polizia giudiziaria” che controlla determinate cose; così come ci arrivano gli spunti, così li prendiamo, li valutiamo e decidiamo se opportuno agire, facendo da megafono e da supporto a chi ci suggerisce determinate situazioni. E quindi le portiamo avanti con quello che ci è concesso: con le interrogazioni, con le interpellanze e tutto ciò che riguarda la sfera dell’amministrazione. Entrare in altre branche che non ci competono non è nelle nostre intenzioni.
d – Quindi poi avete verificato in qualche modo o vi siete limitati a chiedere?
r – Abbiamo fatto un’interrogazione e attendiamo risposta, come a tante altre; a proposito di altre interrogazioni, peraltro, non ci hanno soddisfatto le loro risposte.
d – Ci fa un esempio?
r – Riguardo alla questione della piscina olimpionica: abbiamo fatto una prima interrogazione, non ci ha soddisfatto il risultato. Volevamo capire per quale motivo non la si volesse fare lì dove c’è già un progetto (via Appia – ndr), già dei fondi stanziati dalla Meloni (circa due anni fa); già lo stallo disponibile; già fatta la previsione tecnico-economica della spesa. Il sindaco ha detto ufficialmente che questa piscina -fin quando ci sarà lui- non potrà essere fatta lì. Oggi, poi, ci troviamo con un affidamento diretto ai tecnici -di nuovo da parte dell’amministrazione Telesca- per valutare, di nuovo, se è possibile la fattibilità tecnico-economica nello stesso stallo dove lui già aveva detto che non la voleva fare. Delle due, l’una: si deve fare lì o non si deve fare? Che senso ha fare un ulteriore affidamento, quando già c’era, da parte di tecnici preposti, la fattibilità tecnico-economica sullo stallo, che noi abbiamo lasciato in passato?
d – Quindi avete fatto un’interrogazione e non vi hanno risposto.
r – Ancora no.
d – Politicamente cosa imputa in via principale a questo nuovo sindaco?
r – Il fatto che in campagna elettorale si era professato di fare -nei primi cento giorni- delle azioni a favore dei cittadini e della comunità tutta. Oggi, sinceramente, fatico non solo io, ma anche i cittadini, a trovare fatti, alla mano, pratici e pragmatici.
d – Ancora una volta, mi faccia un esempio.
r – Non dovevano più intervenire i bus in città. Si sta cercando di fare un progetto sul terminal Potenza Nord, quello sullo stallo delle FAL, però ad oggi ancora nulla. I cento giorni sono passati, tanta progettazione, tanta proclamazione, ma poi nell’atto pratico quando e cosa facciamo? Vogliamo dei fatti certi.
d – Però i video del sindaco sono tanti sui social, qualcosa conterranno o no?
r – Sì, contengono tanto pseudo-fare nel breve, ma, fondamentalmente, ditemi voi se c’è stato qualcosa di concreto.
d – Fra le carenze della città che spesso i potentini lamentano c’è quella del “centro storico in agonia”. Lei però, da assessore, aveva proprio quella delega.
r – Certo, il problema è lo spopolamento del centro storico. Da assessore ho convocato varie volte le associazioni per le eventuali proposte (utili sia la cittadinanza sia agli esercizi commerciali), ma purtroppo o sono andate deserte o non ci sono state comunque delle proposte. Quando eravamo giovani noi, c’erano le attività che rendevano attrattivo il Centro in tema di acquisti; oggi è molto più complicato, con la carenza dei parcheggi (perché sicuramente il potentino è abituato ad arrivarci con una sosta molto comoda); ci sono quelli a pagamento, ma anche i residenti vogliono –giustamente- il parcheggio per loro che ci abitano e ci vivono.
d – Ma lei cosa ha fatto nei suoi due anni da Assessore perché la situazione migliorasse?
r – Nulla. Non ho avuto possibilità.
d – E l’impedimento qual è stato?
r – Io sono uno pragmatico, ma non ci sono attrazioni, nel Centro. Hanno parlato, anche negli anni passati, di rimettere gli uffici, ma se andiamo a fare un’analisi, gli uffici ci sono. Tuttavia, i locali commerciali chiudono alle 13 e riaprono alle 17, gli uffici chiudono mediamente alle 14, e come fa un dipendente che vuole fare degli acquisti dopo il lavoro?
d – Quindi passa la palla al negoziante e al cittadino?
r – No, ma vediamo di capire quali sono le attività da mettere in campo. Prima, per esempio, c’erano dei negozi di abbigliamento esclusivi in centro storico…
d – Sì, ma se lei sostanzialmente dice che è stato impossibilitato, anche l’attuale assessore può dire lo stesso.
r – Sicuramente, e io infatti non condanno l’assessore; non condanno neanche i cittadini, mica li possiamo obbligare. Io ci ho provato: volevo fare un contenitore, con tutte le attività, per dicembre e le Festività. D’altronde io ho inventato -da consigliere- il “temporary store”, così come l’imposta di soggiorno (da destinare a determinate dinamiche del Centro, all’attività commerciale e turistica). Grazie a questa misura, abbiamo avuto un introito l’anno scorso -se non sbaglio- da 60-70 mila euro, che potevano essere usati; tant’è che, insieme all’opposizione, abbiamo suggerito di interpellare qualche tecnico che potesse darci delle soluzioni per il Centro. Vediamo se questa nostra proposta viene accettata dall’attuale maggioranza; però delle iniziative sono state comunque fatte, da me. Penso al regolamento dei parcheggi: tant’è che i disabili oggi non pagano
d – Riassumendo: il centro storico torna a vivere se…?
r – …Se tutti gli agenti, gli attori in campo, si mettono attorno a un tavolo. Ripeto, noi ci abbiamo provato, però purtroppo i proprietari dei negozi i fitti non li abbassano. Ne soffre l’attrattività dell’offerta e l’iniziativa. Oggi ci sono solo forse quindici negozi aperti in Centro, ma che cosa offrono? La colpa non è degli esercenti, non è del cittadino…
d – E’ un concorso di colpa?
r – Sì, c’è di mezzo internet, ci sono i parcheggi carenti… perché il centro storico è vivo solo in alcune situazioni, concerti, sagre e tutto il resto; però i commercianti in quei giorni non guadagnano. Quindi lo popoliamo, ok, però poi i residenti dicono: “Fino a un certo orario, perché poi si fa caos”. Quindi che dobbiamo fare? L’amministrazione attuale non la condannano, così come la nostra: occorre trovare una soluzione che sta nel mezzo, per risolvere tutte le esigenze e non scontentare nessuno.
DI WALTER DE STRADIS
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