Nulla di nuovo nella relazione programmatica del governatore Pittella. Siamo alla solita lezioncina di macroeconomia, di defilippiana memoria, che finisce per riproporre il solito schema dello scarica barile:  

la crisi economica, demografica, sociale e sanitaria della Basilicata è dovuta alla congiuntura economica mondiale, alla bolla finanziaria americana e non alla mala gestione di chi l’ha fino ad ora amministrata. Altro argomento critico è quello del petrolio e dell’uso dei suoi proventi . Senza girare intorno al problema ai lucani serve: la rinegoziazione del valore dei proventi petroliferi, che devono essere gestiti direttamente dalla Regione Basilicata; l’abbandono delle linee tracciate dal memorandum e della legislazione che ne discende; il controllo diretto sulla quantità del petrolio estratto e sulla quantità di gas prodotto. Pensiamo realmente a come investire in maniera produttiva il denaro proveniente dalle estrazioni, lasciando perdere la finanza creativa allo stato puro propostaci attraverso l’istituzione del fondo aperto. I lucani hanno bisogno di risolvere i problemi reali e non di giocare in borsa. Insomma, anche sul tema energetico, i propositi di Pittella non sarebbero in linea con una logica vera di investimento e con il superamento delle debolezze mostrate in questi anni nei confronti delle compagnie petrolifere. La presenza dell’Eni finora ha causato soltanto devastazione del territorio e inquinamento delle falde acquifere, dell’aria e della terra. Le grandi compagnie che hanno investito finora nell’eolico e nel fotovoltaico hanno praticamente distrutto i nostri campi da coltivare e probabilmente dimostreranno poca disponibilità ad investire nella green economy per il venir meno degli incentivi statali. In ogni caso sembra che, Lei Presidente, abbia già contatti, diretti o indiretti, con alcune società che certo non hanno a cuore il futuro della Basilicata. Ancora una volta il rischio è di imporre metodi e tecniche proprie degli eschimesi ai ‘pescatori di Maratea’ mentre la Basilicata arretra sempre di più.

 

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