Dopo l’audizione del nuovo Amministratore Unico dell’ACTA il quadro di come per anni è stata gestita la municipalizzata  

appare quanto mai chiaro in tutto il suo sconcertante disastro.

126 dipendenti di cui 25 finiti negli uffici, 11 assunti come categorie protette e 21 che hanno accumulato prescrizioni mediche nel tempo.

La nuova sede realizzata da pochi anni oltre ad aver previsto l’affidamento di tanti lavori diretti per cifre sempre leggermente inferiori a 40 mila euro e ad aver realizzato dei manufatti su terreni non di proprietà comunale ma di un privato, fu dotata di un sistema di videosorveglianza del costo di circa 30 mila euro che però non era mai stato messo in funzione mentre si era chiuso un contratto di guardiania di oltre 10 mila euro al mese.

Arriviamo in ritardo anche sulla vendita di materiali come il cartone ed il vetro attraverso convenzioni con i consorzi di riferimento, voce che fino ad ieri rappresentava un costo vista l’assenza delle convenzioni, pur essendoci da anni le condizioni per metterle in atto.

Si apprende come anche per lo smaltimento di prodotti come i copertoni delle auto, si siano ottimizzati i costi, con l’auspicio che si tenderà ad annullarli del tutto.

Le controversie legali che erano all’ordine del giorno e causavano costi ed oneri non indifferenti. In passato gli affidamenti a legali, studiati più o meno ad arte, hanno rappresentato voci di costo anche per centinaia di migliaia d’euro. Da ciò si desume che l’ACTA e i soldi che i potentini ogni anno erano chiamati a pagare, con una delle TARI più alte d’Italia, erano il frutto di una mala gestione assoluta. Il dato più raccapricciante è però quello complessivo.

Con l’entrata in vigore della raccolta differenziata di solito in ogni Comune d’Italia si sono registrati aumenti della spesa dovuti principalmente all’aumento di manodopera necessaria per la raccolta, a turni notturni, a straordinari, a maggiori e nuovi mezzi addirittura con un aumento del 50%. Nel bilancio ACTA, non si registra nessun aumento nel 2017 mentre addirittura per il 2018 e il 2019 si prevede una diminuzione, probabilmente per il blocco delle assunzioni derivante dal dissesto.

Come è possibile che sia accaduta una cosa del genere? E’ possibile semplicemente perchè evidentemente i 9 milioni di euro che il comune riconosceva ogni anno ad Acta erano, a voler essere buoni, “abbondanti”.

Eppure quando questa amministrazione comunale si insediò trovò addirittura una voce di circa 800 mila euro, oltre i 9 milioni di euro, che l’Acta chiedeva fosse riconosciuta, per servizi aggiuntivi, mentre in effetti non venivano realizzati nemmeno i servizi previsti normalmente da contratto, come ad esempio la pulizia delle caditoie o il taglio delle erbacce da scarpate e marciapiedi cittadini.

L’Acta pur essendo una Spa è sempre e solo stata gestita come un postificio da una politica di centrosinistra che ha ridotto la città in macerie come, forse, nemmeno il terremoto del 1980 era riuscito a fare.

Potenza, 28 Marzo 2017

Alessandro Galella, Consigliere comunale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale

 

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