Dall’incontro è emerso quanto sia complesso stimolare l’innovazione o la diversificazione nei settori produttivi tradizionali, specie nella valorizzazione dei beni culturali di un territorio. Ad oggi l’Italia non riesce a potenziare il settore dei Beni Culturali e della valorizzazione dei territori, che non riescono a decollare e a generare l’enorme potenziale ricchezza che ci si aspetterebbe. La causa sono una serie di problematiche ben note: si va dalla presenza ingombrante delle istituzioni fino alla debolezza del tessuto imprenditoriale, che è fatto per lo più di micro realtà che non hanno la forza di generare investimenti e processi di crescita considerevoli.
L’innovazione è un fenomeno complesso, che richiede diversi ingredienti: serve capacità di interagire con altri settori, facendosi contaminare e provando a costruire nuove idee e nuovi progetti, ma serve anche saper sperimentare, testare nuovi prototipi e nuovi servizi, aprendosi a nuove collaborazioni, specie con il mondo della ricerca.
Per questo sono nati i Cluster regionali, per questo è nata Basilicata Creativa, perché ricercatori e imprenditori possano condividere nuovi percorsi e nuove visioni, poiché spesso le imprese non hanno la forza di fare ricerca e sviluppo e gli organismi di ricerca non colloquiano con il tessuto imprenditoriale.
Altro punto fondamentale è che la Basilicata, pur conservando le criticità dovute alle carenti infrastrutture, ha saputo acquisire una buona visibilità a livello nazionale e internazionale e gode sia di un prezioso patrimonio antropico e naturale, ma anche della presenza di molte imprese che rappresentano un’eccellenza nei settori delle industrie culturali e creative. Tutto questo anche grazie allo sforzo congiunto per esprimere la capitale europea della cultura.
Inoltre, il lavoro costante dell’UNIBAS, dell’IBAM CNR e di altri organismi di ricerca a vantaggio del territorio lucano, può essere il punto di svolta per innovare e internazionalizzare, creando nuovi progetti pilota, per rendere la regione più attrattiva ma anche per esportare modelli e servizi innovativi.
La differenza per un futuro migliore, sta proprio nel modello dei Cluster: bisogna sfruttare le occasioni di finanziamento messe in campo dalla Regione, dai PON Nazionali o dai bandi della Commissione Europa per generare progetti condivisi, integrati, che favoriscano la contaminazione tra le imprese e il mondo della ricerca e costruiscano nuove opportunità di crescita per i territori della Basilicata, questo anche in sinergia con i Comuni lucani.
La logica clientelare che sempre più spesso ha contraddistinto le dinamiche di finanziamento pubblico, deve attenuarsi se vogliamo crescere e diventare competitivi nei mercati internazionali. Bisogna puntare sulle eccellenze e su progetti innovativi e di frontiera, dando valore prima di tutto a quelle imprese che hanno dimostrato di essere competitive e che sono quindi già in grado di ottenere risultati nel breve periodo. Si creerebbe così un ecosistema favorevole e attrattivo, anche per quelle realtà imprenditoriali che magari non sono oggi nelle condizioni di costruire nuovi percorsi di crescita.
Altro dato interessante è che non sono le dimensioni di una impresa o di un organismo di ricerca a fare la differenza, ma sono le persone e la loro propensione al cambiamento e all’innovazione.
Questo vale anche per la politica, che non può più accontentarsi di vecchie dinamiche di partito o, peggio ancora, di potere, per scegliere i propri rappresentanti: servono persone che racchiudano competenza ma anche passione e visione. Da questo punto di vista il percorso della Smart Specialization Strategy (S3) è un ottimo inizio, un percorso che, se governato bene e in stretta collaborazione con i Cluster, può generare progetti innovativi che sapranno potenziare la presenza della Basilicata nei mercati nazionali e internazionali per i prossimi 20 anni almeno, dando un ruolo forte al nostro territorio, specie in materia di industrie culturali e creative e/o di turismo, aerospazio, bio-economia, energia e auto-motive.
Il percorso di Matera2019 ci insegna che i lucani non devono mai smettere di sognare, non devono accontentarsi di sterili ripartizioni assistenzialistiche e non devono accontentarsi di poco e subito, ma devono cambiare la loro visione per il futuro, cercando di investire in progetti e percorsi di lungo respiro.
Ai lucani non manca il coraggio di essere imprenditivi ed è questo il momento giusto per pensare a investire nel futuro, piuttosto che a sopravvivere nel presente, anche se questo può comportare maggiori sacrifici.
Il Cluster Basilicata Creativa lavorerà affinché, i progetti che costruiremo insieme con le imprese e il mondo della ricerca lucano, siano orientati a valorizzare le eccellenze, consolidando esperienze pregresse e costruendo nuove traiettorie utili a tutte le aziende associate ma anche al sistema della ricerca lucano, valorizzando al meglio la Basilicata e garantendo notevoli impatti socio-economici sui territori.
Ci auguriamo dunque che le Istituzioni preservino e valorizzino il ruolo dei Cluster legato all’innovazione e all’internazionalizzazione: per questo motivo, Basilicata Creativa si propone come tavolo regionale di riferimento per le politiche strategiche nei settori della cultura e la creatività, avendo al suo interno tutte le competenze che in questo momento sono titolate ad accogliere con responsabilità e professionalità questo percorso importante di sviluppo della regione, per potenziare al meglio la creatività e la cultura lucana e renderla internazionale e altamente produttiva, facendo “arricchire” la Basilicata e i lucani.
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