Da tempo a Gorgoglione viene perpetrato lo scempio abbattimenti del patrimonio di case in pietra e da quaranta anni a Gorgoglione “NON FIORI MA OPERE DI BENNE”   

 

Da tempo a Gorgoglione viene perpetrato lo scempio abbattimenti del patrimonio di case in pietra costruite sul territorio dai contadini del luogo per far fronte al bisogno di proteggersi in mura solide durante gli inverni, un tempo, davvero rigidi e da intemperie molto più aggressive di oggi. Tutto ciò per godere al riparo, le poche ore di riposo dopo, aver duramente faticato nei campi a mietere o zappare con la sola forza delle braccia, ma con tanto di dignità cucita addosso.

E’ sotto gli occhi di tutti oggi: Matera Capitale della Cultura 2019 con i suoi SASSI Patrimonio Mondiale dell’UNESCO… Solo a metà del secolo scorso venivano definiti “la vergogna d’Italia”.

E’ proprio vero che al peggio non vi è mai limite.

Nonostante l’esempio di Matera, capitale di Provincia, a Gorgoglione… dove della Memoria-Storico-Culturale-Ambientale viene spesso bistrattata…si insiste nel voler portare a termine un disegno elaborato nei decenni da una serie di amministra tori, con la sola eccezione di uno.

Costui, per ingenuità, o onestà di comportamento divergente si è ammalato; ma ha dato lustro alla volontà popolare di non voler sopprimere il Vecchio Cimitero (come per contro i soliti buldoozer emanarono ordinanza), decretandone in parte il restauro.

Tornata in auge la specie precedente, oggi si intende completare la demolizione di Palazzo Francesco Lauria in Piazza Zanardelli… già deliberata nel 1999 con incarico affidato a Marotta S.r.l. che avrebbe dovuto ultimarne i lavori il 18 agosto 2000.

Accadde qualcosa di imprevisto… Un Comitato!!! Questo intraprese una lotta impari, con una tale determinata penetrazione che unitamente all’intervento in tre fasi del T.A.R., i lavori vennero di fatto bloccati…

Da allora ponteggi vetusti, ancora oggi esistenti, su Palazzo Lauria, addosso a S. Maria Assunta sono stati la vergognosa cornice di tutti i matrimoni celebrati e le manifestazioni religiose susseguitesi.

Sconcio additatomi in privato anche da padre Giuseppe De Rosa, visibilmente addolorato!!!

Altro a valle di questo caseggiato, e parte dello stesso, si è demolito, eludendo quanto il T.A.R. aveva per ben due volte prima sospeso e poi fermato definitivamente.

A poco sono serviti gli anni di lotta del Comitato che con vari Convegni a Palazzo Laviani, organizzati dal Presidente Francesco Nigro da Rosate (MI). Nel primo di questi, intervenne a favore del Comitato anche il Senatore di Lauria: Valerio Mignone.

In seguito per intimidirne la ferrea volontà, tuttora in Vigore, si inventò da parte di un primo cittadino: una denuncia contro il promotore del Comitato. Ciò diede il via ad un inconcludente procedimento penale durato un decennio, con grave dispendio di danaro…

Per porre fine al contenzioso, come in una farsa, noi denunciati dovemmo produrre documenti firmati che permisero, all’ormai non più sindaco denunciante, di ritirare la querela.

Che dire poi delle motivazioni di alleggerimento addotte per fermare il “corpo della frana”? Tutto quanto è stato abbattuto, in e intorno la Piazza, a poco è servito. Lo dimostra il tratto della statale 103 a monte della Chiesa che è sempre sconquassato e contro questi decretati alleggerimenti, stimati necessari, giocano contro le consistenti iniezioni di calcestruzzo a consolidamento della Chiesa e il riempimento con macerie dei locali seminterrati di Palazzo Laviani, di risulta dalla ristrutturazione dei piani superiori, nei quali si è ricavato una Sala Conferenze, ancora oggi priva dell’abbattimento delle barriere architettoniche.

Così come nel 2001 scrivemmo: “Arrestati dal T.A.R: i buldoozer del Comune”, oggi i fatti ci permettono di affermare che questi allo stesso modo si sono arrestati di fronte ad una casa di pietra, oggi ristrutturata, di proprietà della famiglia di uno dei più noti notai a Matera.

A demolizioni concluse, questa casa come un totem in mezzo alla tabula rasa del centro storico, additerà la becera volontà dei vari ATTILA!!!.

La frana siamo noi” scrivevano alcuni che oggi non ci sostengono più.

Termino nel citare quanto suggerito dall’Amico vignettista Beppe: che oltre a definirmi un “Lucano amaro” scrisse: “a Gorgoglione… Non fiori, ma opere di benne”.

Questa è la VERGOGNA di non aver saputo rispettare la dignità di quei contadini che in quelle “casupole e stalle”, dormivano assieme ad asini, maiali, conigli e galline…In una di queste fu partorita anche mia moglie.

Francesco.Nigro 

Messaggio inviato al Sindaco di Gorgoglione senza nessuna risposta: Buon giorno Pinuccio FILIPPO attuale Sindaco di Gorgoglione…

Mi puoi confermare per cortesia l’ufficiosa notizia che “a giorni partiranno i lavori di demolizione di quel che resta ancora in piedi di Palazzo Francesco Lauria in Piazza Zanardelli nel nostro paese”???

GRAZIE

Francesco Nigro

 

Il fatto che non abbia dato un cenno di risposta al mio messaggio inviatogli venerdì scorso, mi turba… 

La decreta demolizione dello stesso, prima dell’anno 2000, è stata la causa per cui ad evitarne l’abbattimento, e, precisamente a luglio del 1999 nacque il Comitato Civico per Gorgoglione.

Fermammo l’allora la demolizione, anche con diversi interventi del Tribunale Amministrativo della Regione.

In seguito molto è stato comunque demolito a valle della Piazza e anche una buona parte dello stesso caseggiato.

Ora dopo vent’anni si intende terminare l’opera demolitrice in GORGOGLIONE e rendere ancor più evidente l’obrobrioso squarcio panoramico di Piazza Zanardelli.

Sarebbe mia intenzione annotare in una trasmissione, sempre se sei d’accordo, questa notizia.

A conferma che nel mio paese non vale il detto:

NON FIORI MA OPERE DI BENE”

bensì quello:

NON FIORI MA OPERE DI BENNE”.  

[19:48, 28/2/2019] Francesco Nigro: L’unica casa (in seguito al 1999 restaurata) che rimarrà in piedi come un totem nella zona della Piazza è questa di proprietà della moglie di uno dei più noti notai di Matera.

Per la quale non valgono, ovviamente, così come per la Chiesa di S. Maria Assunta le riportate frane a giustificazione delle demolizioni.

[19:48, 28/2/2019] Francesco Nigro: Un’altra demolizione che con l’ausilio del Comitato Civico per Gorgoglione siamo riusciti a fermare è stato il dissodamento del vecchio cimitero sulla superficie del quale si sarebbe poi voluto realizzare una piazza. L’intento non riuscì all’amministrazione anche in seguito ad una petizione che portammo avanti e poi nella giurisdizione di un altro sindaco omonimo di quello attuale fu in parte restaurato il vecchio cimitero che resta ancora oggi quale archivio storico della popolazione di GORGOGLIONE.

[19:48, 28/2/2019] Francesco Nigro: Questa petizione fu la causa per cui un Sindaco di GORGOGLIONE denunciò il presidente del Comitato Civico per Gorgoglione Francesco Nigro e ne seguì un procedimento penale durato oltre 10 anni, conclusosi con una beffa, cioè i denunciati furono costretti, dopo aver speso parecchi soldi, a permettere al denunciante (firmando dei documenti) a far si che questo potesse ritirare la denuncia e poter permettere di portare a termine un iter stillicidio indicibile da vergogna per un paese civile. 

Con nostro sommo dispiacere Giuditta è volata in cielo e non potrà dunque assistere all’ennesimo sfacelo demolitore di quel caseggiato in Piazza Zanardelli dove era ubicato il BAR della Piazza dei suoi genitori e suo poi che a causa della delibera di demolizione nel 1999 fu costretto a chiudere.  

Quella di Piazza Zanardelli è una questione che ci sta a cuore da tantissimo tempo ancora oggi…

Dopo l’abbattimento di palazzo Arnone (in cambio di una squallida palafitta in ferro) non molto poco distante , fu demolito palazzo Maiorano a monte della piazza, (in cambio di un obbrobrioso “muro del pianto”per non parlare dell’intero quartiere contadino “Piedi La Terrà” (in cambio di una ripidissima è pericolosa strada che il pullman di linea evita di percorrere) e ora si intende abbattere definitivamente palazzo Francesco Lauria a valle di Piazza Zanardelli.

Questo che vedete è un acquerello di Egidio Demelli fatto pubblicare dal Comitato in retro copertina di un numero del periodico “Civiltà Enigmistica” del 2018.   

L’acquerello è stato ripreso dall’Autore facendo riferimento ad una cartolina fatta pervenire alla sede del Comitato proprio da Giuditta che la conservava gelosamente in ricordo dell’esercizio commerciale di Mamma Carmela e Papà Michele. 

PS: Giuditta LAPADULA è deceduta in questo mese di febbraio.

Articolo pubblicato nel 1999 all’inizio della protesta

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