centro_oli_vigg_3aOLA, GRAVI INADEMPIENZE E LACUNE DEL MONITORAGGIO AMBIENTALE IN PRESENZA DI INQUINAMENTO PETROLIFERO IN VAL D'AGRI La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini – denuncia la grave assenza di informazioni e continuità di rilevazione dei dati del monitoraggio ambientale in Val d'Agri, previsto nel Protocollo di Intenti Eni-Regione del 1999 (comma III, art. 3 del Protocollo) e di cui gli accordi attuativi del giugno dello stesso anno. Gli unici dati oggi disponibili, oltre a quelli diffusi dall'ENI nella duplice veste di controllore-controllato, sono quelli della Società Metapontum Agrobios relativi alla "caratterizzazione qualitativa delle matrici ambientali nell'area della Val d'Agri" a cui la Regione affidò l'incarico nel 2001 (costo di 700milioni delle vecchie lire) unitamente all'incarico affidato nel 2002 alla stessa società sul "monitoraggio delle aree petrolifere comprese tra la Val Camastra, Valle del Sauro e Alta Val d'Agri" (costo di oltre 758.000 ?) di cui però non se ne conoscono pubblicamente al momento i risultati. I dati disponibili diffusi dalla società Metapontum diga-del-pertusilloAgrobios sul bio-monitoraggio in Val d'Agri, pur se limitati al periodo di sei mesi nel 2001, mostravano già gravi problemi di inquinamento per numerosi inquinanti presenti in diverse località. Infatti, le analisi chimiche sulle acque e sedimenti condotti sugli 11 siti individuati lungo l'asta fluviale del fiume Agri – si legge nella pag. 245 della Relazione dell'Agrobios redatta oltre sei anni fa – indicavano l'esistenza di un rischio potenziale di inquinamento dovuto alla presenza di scarichi civili non correttamente depurati e alla presenza di scarichi industriali. Oltre a diverse sostanze al di fuori dei limiti fissati dalla legge, in particolare, la relazione della Metapontum Agrobios segnalava la presenza degli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) nei sedimenti della Diga del Pertusillo (pag. 154) e in misura meno evidente nel fiume Agri e nel canale di depurazione della zona industriale quali il "fenantrene, il fluorantene, il crisene ed il pirene ed anche tracce di "benzo(a)antracene e ibenzo(a) pirene". Queste ultime sostanze erano rilevate soprattutto nella diga, segnalando il grave "problema degli effetti cronici sulla salute derivante dall'assorbimento di idrocarburi aromatici soprattutto policiclici responsabili di patologie tumorali e cancerogene". Anche in piccole quantità se esse vengono assorbite nell'organismo umano procurano l'insorgenze di queste patologie. La presenza degli IPA è stata inoltre riscontrata anche nei terreni situati in prossimità di alcuni pozzi petroliferi e quelli di reinezione delle acque di profondità presenti in Val d'Agri. La OLA, nel chiedersi come mai la Regione Basilicata non abbia ritenuto proseguire questa attività di monitoraggio anche negli anni seguenti al 2001 per registrarne eventuali problematiche di inquinamento e prevenire possibili danni per la salute (non conosciamo ancora i dati che sarebbero stati misurati dall'ARPAB, pure richiesti), evidenzia lacune e ritardi nella prevenzione dei rischi di inquinamento. Ancora oggi non risulta essere stato attivato e funzionante il Centro Polifunzionale di Monitoraggio e Prevenzione e l'Osservatorio Ambientale previsto nell'ambito degli accordi attuativi finanziati dal Protocollo ENI-Regione i cui utili sono stati però trasferiti nelle casse regionale (oltre 232milioni di euro al 31/12/2005 secondo i dati ENI), mentre l'attività petrolifera continua a ritmi elevati nel più totale silenzio informativo sia sulla effettiva quantità di greggio estratto sia sui mancati dati relativi al monitoraggio ambientale.

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