La sfida della città da giocare durerà fino al prossimo mese di maggio. Il gioco, si dice, è l’arte di imparare il mondo per bambini e ragazzini. Gli adulti che si dimenticano di quella dimensione magica hanno più difficoltà a vivere bene.
Quelli che ci riescono hanno la fortuna di continuare a scoprire lo straordinario che si nasconde nell’apparente ordinario quotidiano, negli itinerari risaputi delle città e dei paesi, nella noia e nello stress che affogano tutti quelli che si sentono stritolati dalla routine. Riscoprire il gioco, dunque, è importante. Perché è una delle condizioni per vivere meglio. E a Potenza, non casualmente, si torna a parlare di gioco.
Lunedì 5 ottobre, alle 10.30, nella Casa del Volontariato della città capoluogo di regione, incontro di presentazione del ciclo di eventi «Potenza, la città che gioca» promosso da Ame-Rete Potenza, una rete nata dall’incontro di quattordici associazioni di volontariato della città . Una rete che, piano piano, è riuscita a farsi conoscere e a raccogliere nuovi consensi. Attualmente ha messo insieme circa una trentina di partner, espressioni della società potentina.
Gli eventi che verranno presentati si realizzeranno da questo mese di ottobre fino a maggio 2016. Si tratta di iniziative che si inseriscono nell’ambito del lavoro pluriennale di Ame-Rete Potenza. Un’azione che si è sempre mossa in un’unica direzione: quella di promuovere e moltiplicare momenti di partecipazione.
Uno degli obiettivi della Rete è, infatti, proprio la costruzione di processi partecipativi in grado di rendere più ampio il coinvolgimento della cittadinanza. Un’attenzione particolare in questo impegno riguarda ovviamente i diritti dei più deboli, dei più fragili, dei più indifesi che, secondo la filosofia della Rete, vanno coinvolti e tutelati.
Il ciclo di appuntamenti, quattro incontri e un evento conclusivo, mette insieme dunque il tema della partecipazione e quello del gioco. Dentro queste coordinate si prefigurano azioni e iniziative che mirano a esaltare l’accessibilità, il gusto di sperimentare nuove forme di stare insieme e di comunicare, la possibilità di vivere una dimensione di città che sia capace di dare stupore e di perseguire, fra le sue aspirazioni, la felicità.
Gli incontri in programma comprendono più cose: momenti formativi e laboratori. Ma non soltanto. Il progetto che si sta avviando coltiva anche un’altra ambizione: quella di realizzare, nel maggio del 2016, a fine persoro, un vero e proprio intervento. Si vuole realizzare un gioco mobile urbano. Per una città da vivere e da giocare.
(ValeSa)
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