“Le Province sono state sempre consapevoli della necessità di partecipare alla riorganizzazione di uno Stato più leggero, efficiente e meno costoso. E’ corretto ricordare che la razionalizzazione, la riduzione delle province e l’istituzione delle città metropolitane sono state la nostra proposta.

 E’ un obiettivo raggiunto anche il mantenimento in capo alle Province delle funzioni sull’istruzione e l’edilizia scolastica, obiettivo che in qualche modo assegna maggior forza anche al mantenimento, per ragioni di unitarietà, della funzione della formazione, essendo attualmente  materia delegata dalla regione. Ma, credo, ci siano materie e compiti che ancora di più possono essere riorganizzati sul nuovo ente  di area vasta. Non è accettabile, però, che la spending review non contenga alcun intervento restrittivo sui ministeri, né tagli agli enti strumentali, nominati dalla politica, e penalizzi le autonomie locali, invece, con tagli esagerati. Alla spending review  si aggiunge, poi, l’assenza di qualsiasi provvedimento strutturale di autoriforma della politica e del numero delle sue rappresentanze (legge elettorale e riduzione numero dei parlamentare), che sarebbe un necessario tentativo di restituire ai cittadini la possibilità di scelta.

 Lo ha dichiarato il Presidente dell’Upi Basilicata e della Provincia di Potenza Piero Lacorazza, nell’ambito della riunione del direttivo Upi, svoltasi ieri pomeriggio a Matera e durante la quale è stato presentato alla stampa  il report “Funzione ed efficacia delle Province lucane”, realizzato dalla DGG Consulting, in collaborazione con la SWG ( Istituto leader nelle ricerche da oltre 30 anni), per l’Unione della Province.

 “La riforma – ha continuato –  dovrebbe tener conto, visto che non siamo ancora all’epilogo, delle specificità territoriali e, in particolare, come ho sottolineato in conferenza unificata, delle regioni con due sole province, come la Basilicata. La nostra regione, e l’ho sostenuto mesi fa,  corre il rischio di maggiori effetti negativi determinati dai tagli lineari. Un rischio concreto che potrebbe minare i suoi fondamentali coesivi e reattivi in un  momento nel quale tra Fiat e risorse naturali la Basilicata si trova ad un bivio. E’ necessario che nelle prossime ore, anche alla luce dei provvedimenti assunti, la regione, e in particolare il presidente De Filippo, valuti il profilo di costituzionalità dell’art.  23 del decreto Salva Italia (che rimane in piedi anche con la spending review), ma soprattutto apra un confronto con Anci e Upi sull’impatto che riforme, tagli e minori possibilità di pagamento possono generare in termini di servizi per i cittadini, di avanzamento dei lavori per le imprese e sul personale. Non abbiamo molto tempo e, come già detto mesi fa, è necessario guardare alle istituzioni della regione in termini di bilancio consolidato, definendo con chiarezza chi fa cosa, con quali risorse e soprattutto con quali tempi, dando una poderosa sforbiciata ad una burocrazia che costa e appesantisce la macchina pubblica”.  “Come province lucane  – ha concluso Lacorazza – abbiamo iniziato a fare i compiti a casa con una riorganizzazione e una riforma tese a costruire condizioni di maggiore efficienza e di minor costi della politica: negli ultimi tre anni di consiliatura le Province di Potenza e Matera hanno ottenuto considerevoli risparmi, riducendo complessivamente le spese del personale di  5,22 Meuro con 136 dipendenti in meno, dal 2009 al 2013, i costi della politica e di funzionamento della macchina amministrativa di 5,47 Meuro e attivando contestualmente investimenti per 171,17 Meuro.

 “Pur comprendendo, come già sottolineato dal Presidente Lacorazza, le ragioni profonde di una riforma necessaria per alleggerire lo Stato, ed avendo mostrato come sistema delle Province tutta la disponibilità ad accettare e cooperare a questa sfida, il decreto legge sulla spending review – ha aggiunto il Presidente della Provincia di Matera e vicepresidente Upi Franco Stella – mi sembra abbia ragionato poco su come contribuire alla crescita del Paese. La razionalizzazione della spesa c’entra davvero poco con l’ostinazione del governo a non accogliere la specificità di regioni con  due province.

Noi rappresentiamo territori con specifiche esigenze alle quali cerchiamo di rispondere nonostante i drastici tagli che si sono avvicendati. La Provincia di Matera trova il proprio senso nella tutela di quelle 31 comunità che, con la soppressione dell’ente, pagherebbero in prima persona. Pertanto non ci arrendiamo, fiduciosi che se non sarà il buon senso ad avere la meglio, bensì i numeri della nuova provincia transregionale che realizzeremo con il concorso dei comuni pugliesi e calabresi”.

 Nel corso del direttivo è stata ribadita l’insostenibilità dei tagli imposti dal decreto governativo pari a  8,3 Meuro per Potenza e a 3 Meuro per Matera. Una riduzione di risorse da operare in soli 4 mesi, e non sull’intero bilancio di esercizio, che rischia oltre che di far saltare la garanzia dei servizi essenziali di avere un forte impatto umano. Del resto, ed emerge chiaro dal report, ciò che i cittadini, lucani ed italiani, avvertono come “problema” è il tema generale degli eccessivi costi e non quello dell’inutilità delle Province. Tanto che la maggior parte del campione intervistato ritiene che si debba iniziare a tagliar costi e sprechi da Stato e Governo nazionale. Nel decreto della spending review, invece, non c’è traccia di un intervento sui ministeri. La stessa Corte dei Conti nei giorni scorsi ha sottolineato un atteggiamento sbagliato rispetto al ruolo e alle funzioni del sistema delle autonomie locali, dando ancora più forza all’allarme lanciato dall’Upi sul rischio insito nel provvedimento di impedire la riapertura delle scuole.

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