Il Prefetto di Potenza si prodiga per i migranti ma tace sulla corruzione. Quali sono le vere priorità della Basilicata?
Con grande dispiacere, dobbiamo constatare che il nuovo Prefetto della provincia di Potenza, insediatosi oramai 5 mesi fa, non sembra comprendere le esigenze del nostro territorio. Ci sembra che il nuovo Prefetto si sia chiuso in una torre d’avorio, e che si faccia consigliare le scelte solo da un’arrugginita (e sospetta) corte di ciambellani locali. Il nuovo Prefetto pare svelto ed efficiente, per esempio, nel predisporre strumenti per l’accoglienza dei migranti, per lo più economici e quasi mai profughi, che arrivano in Basilicata.
D’altro canto, va detto, trova sindaci e cooperative (…tutti vicini – sarà un caso? – al PD lucano!) sempre entusiasti di prodigarsi nella sedicente “accoglienza”, che è oramai (a quanto pare) l’ultima industria rimasta ai Lucani. Ma il prefetto è muto, sin dal suo arrivo, sulla prima, vera emergenza della Basilicata.
Come emerge oramai da tutte le ultime relazioni della Corte dei Conti, da quelle di apertura dell’Anno Giudiziario, e come emerso regolarmente dai numerosi scandali giudiziari, il vero problema della Basilicata è la corruzione.
Un sistema diffuso e discreto, presente a tutti i livelli dell’amministrazione pubblica; un sistema che sottrae all’economia miliardi di euro ogni anno, che fa fuggire gli imprenditori che non sono disposti a pagare tangenti (o a far lavorare gli amici dei politici), che crea disoccupazione, che genera diseguaglianze sociali e che, soprattutto, fa emigrare i nostri giovani.
La vera emergenza, per la quale non abbiamo ancora sentito spendere una parola al rappresentante del Governo, è la criminalità politico-economica denunciata oramai da tutti gli organi della Giustizia statale presenti in Basilicata: quella particolare tipologia di mafia, tutta locale, che ha le mani sul denaro pubblico e sugli appalti e che domina una popolazione sempre più povera con la pressione ambientale e il voto di scambio.
Ci piacerebbe sapere cosa ne pensa il prefetto di Potenza di quanto emerso dalle ultime indagini sulla Fenice o sull’Eni, per esempio. Vorremmo sapere quali misure ha posto in essere per dirigere l’attività degli organi preposti, per esempio sul problema del riciclaggio, o, per esempio, sul problema della mancanza di trasparenza negli affidamenti di incarichi pubblici. Ci piacerebbe sapere la sua idea su questo problema, sul quale, se il Prefetto non se n’è ancora accorta, hanno già preso posizione (da anni!) l’Antimafia, la Corte dei Conti, la Procura della Repubblica innumerevoli volte, importanti associazioni nazionali e persino i Vescovi lucani.
Ricordiamo ciò che abbiamo detto già 5 mesi fa al rappresentante del Governo: in Basilicata non è possibile lavorare con onore senza farsi, allo stesso tempo, dei nemici.
Chiediamo ufficialmente, dunque, alla Dott.ssa Cagliostro, prefetto di Potenza, di prendere posizione senza altre ambiguità e ritardi sul problema, comunicando ai cittadini le azioni che ha intenzione di intraprendere e gli obiettivi che si prefigge.
Francesca Messina, responsabile regionale dipartimento integrazione e immigrazione Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale
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