Le parole di Confindustria Basilicata, nelle persone del suo Presidente e Vicepresidente, sui riflessi delle royalties petrolifere    

nell’economia lucana ci lasciano esterrefatti. Pensavamo che chi è alla guida di una grande confederazione di industriali avesse un’altra idea lavoro.

Dobbiamo amaramente constatare che anche loro, come la classe politica di centrosinistra, reputa l’assistenzialismo una fonte di reddito equiparabile al posto di lavoro. Se l’assistenza tecnica, la forestazione, i copes sono lavoro, allora non abbiamo bisogno di avere un’associazione di industriali. Il ‘lavoro’ lo danno i fondi pubblici.

Capiamo che essendo in procinto di andare alla fiera biennale del petrolio, non potevano esimersi dal ‘compiacere’ i padroni di casa. Capiamo anche che, con la fuoriuscita di FIAT da Confindustria e con l’evoluzione dei rapporti diretti tra imprese e dipendenti, il ruolo della confederazione si sia sgonfiato notevolmente, ma mistificare la realtà, come fanno Somma e Lorusso, non riporterà credibilità. Anzi.

Che l’industria estrattiva non sia il male assoluto, è indubbio. Che si estragga in sicurezza lo è altrettanto. Lo abbiamo sempre detto. Ma che in Basilicata, l’industria estrattiva si sia rivelata un danno più che un vantaggio, anche e soprattutto per l’atteggiamento indolente e disattento degli organi di controllo, è sotto gli occhi di tutti.

E per citare i ragazzi che proprio oggi manifestano le loro preoccupazioni per la salute e per il territorio lucano, anche ai vertici della Confindustria lucana diciamo: “nessun perdono per i vostri errori”. Fosse anche per delle parole che avallano i disastri combinati in Basilicata.

Gianni Rosa, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale

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