“La recente indagine Istat sulla povertà non ci sorprende e conferma l’aggravamento del quadro sociale nella nostra regione”. È quanto dichiara il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, sottolineando che
“l’incremento della povertà relativa di oltre un punto percentuale è il risultato di sette anni di crisi nel corso dei quali migliaia di lavoratori hanno consumato per intero la trafila che porta dagli ammortizzatori sociali alla disoccupazione. Se oltre un quarto delle famiglie lucane vive in condizioni di povertà – aggiunge – è perché alla crisi si sono date risposte sbagliate e parziali. E chi pensa che sia arrivata la primavera della ripresa economica eccede in ottimismo. Senza interventi in grado di restituire competitività al sistema produttivo locale – ammonisce Falotico – la ripresa sarà debole e disomogenea, come evidenziano i principali osservatori economici”.
Il segretario della Cisl lancia l’allarme per il futuro evidenziando che “ci sono due numeri che la classe dirigente di questa regione farebbe bene a non sottovalutare: secondo le nostre previsioni nel giro di un anno si verrà a creare la una platea purgatorio di coloro, parliamo di circa 3 mila lavoratori, che termineranno di beneficiare degli ammortizzatori sociali in deroga, e che dovrebbe pertanto transitare nella platea dei beneficiari del reddito minimo di inserimento; a questi entro due anni si aggiungeranno altri 2 mila lavoratori per i quali termineranno gli ammortizzatori ordinari. Questo è il quadro sociale che ci consegna la lunga recessione che ha scosso come un terremoto la nostra regione lasciando solo macerie e disperazione”.
Per Falotico “lo sblocco del reddito minimo di inserimento è una prima parziale misura di contenimento della crisi sociale, intervento che avrà successo se sarà realmente agganciata a politiche attive del lavoro che consentano ai soggetti interessati di transitare dalla prolungata fase di non lavoro ad un’occupazione vera e propria. La Cisl – conclude Falotico – incalzerà la giunta regionale affinché il tema delle politiche attive del lavoro e della crescita sia centrale nell’agenda politica del prossimo autunno”.
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