Il problema del trasporto urbano in quest’ultimi decenni è sempre stato al centro e all’attenzione di tutte le giunte comunali della città che si sono succedute.  

Hanno indirizzato le scelte di politica del trasporto urbano lungo tre assi: quello verticale attraverso la costruzione di scale mobili, quello su gomma per collegare i rioni della città e la metropolitana della FAL per sfruttare l’infrastruttura della stessa per collegare i quartieri ad essa vicini.

Dopo tanti anni di proclami siamo arrivati al punto che tutte le infrastrutture sono state realizzate ma il tema dei trasporti è sempre rimasto il primo argomento nell’agenda della giunta potentina per i problemi che esso arreca sia alle casse comunali che per la scarsa qualità del servizio reso ai cittadini.
Il recente procedimento della giunta De Luca di affidare a un nuovo gestore il trasporto comunale stipulando un contratto innovativo sia economico che normativo ne è la prova
che la città non si è ancora dotato di un servizio efficiente e capillare degno di un capoluogo di regione dove orbitano quotidianamente circa centomila persone.
Le scelte fatte dalla giunta Fierro di puntare molto sui collegamenti in verticale si sono rese in parte inefficaci e fallimentari, servire il centro storico da tre punti diversi della città escludendo lo scalo ferroviario e il terminal dei bus privati!, è stata un’opera ridondante è molto dispendiosa per i milioni investiti per la costruzione, le spese di manutenzione e la gestione quotidiana, considerato che la struttura è molto sottoutilizzata rispetto alla sua capacità di trasporto quotidiano.
Forse sarebbe stata sufficiente la scala mobile di viale Marconi che collegata allo scalo ferroviario e con la costruzione di adeguati parcheggi avrebbe assorbito tutta l’utenza cittadina interessata al centro storico da qualsiasi punto della città essa provenisse, parliamo di Potenza non di una metropoli.
Nel corso degli ultimi decenni il centro storico ha mutato pelle si è trasformato da cuore pulsante della città, ospitando scuole, le maggiori banche, uffici statali e regionali, studi professionali e quant’altro, in centro prevalentemente commerciale e punto di ritrovo serale per i giovani.
Ha mutato pelle anche il resto della città dove in alcuni punti di essa sono nate o state delocalizzate molte attività: commerciali, amministrative e produttive del tessuto economico cittadino.
Soprattutto per queste ragioni il flusso quotidiano di cittadini che quotidianamente si spostava verso il centro della città è notevolmente diminuito vanificando sempre di più l’utilizzo delle tre scale mobili della città.
Le amministrazioni hanno concentrato tutte le energie per fare spendere centinaia di milioni alla comunità economica europea per rendere raggiungibile il centro storico da vari punti, da aggiungere che la nostra via Pretoria non è appetibile né alla stragrande maggioranza dei potentini e men che meno ai turisti, e hanno lasciato al proprio destino molti collegamenti orizzontali di siti cittadini molto frequentati come ad esempio tutto il complesso di uffici pubblici, attivita’ commerciali, artigianali e studi professionali che si trova lungo il fiume tra viale del Basento e la superstrada Basentana.
Per rendere più efficaci e fruibili i collegamenti su gomma orizzontali non necessitano di ingenti risorse economiche basta individuare i punti della città maggiormente frequentati e servirli secondo il fabbisogno dell’utenza.
Modulare gli orari e la frequenza delle tratte dei bus fa parte di un’attenta programmazione, un indicatore molto valido per registrare il gradimento del pubblico sul servizio, e’ disincentivarlo all’uso della propria auto.
Fino a quando si vedranno, per strada grandi bus vuoti, che ostruiscono il traffico, inquinano l’ambiente, svuotano le casse comunali e lasciano i cittadini indignati si potrà parlare solo di disservizio pubblico; in tal caso al comune costerebbe meno e sarebbe più efficace mettere al sevizio di quei pochi pensionati o massaie che ne hanno bisogno un servizio collettivo di autonoleggio.
Aggiungo una nota questa volta di una grossa opera pubblica mancata, sempre nel campo dei trasporti, ma interurbano in questo caso : l’aeroporto di Potenza.
Di quest’opera si incominciò a parlare insistentemente negli anni settanta si arrivo’ a redigere un progetto di fattibilità tecnica dal quale emerse che il luogo scelto per il sito non era idoneo a causa della presenza di forti venti.
Si accantono’ l’idea per un po’ di tempo fino a riprenderla alcuni anni fa che per fortuna per motivi poco conosciuti fu di nuova abbandonata per favorire l’utilizzo di un aeroporto campano, quello di Pontecagnano, anch’esso mai decollato.
Per queste vicende avverse, a mio parere, la fortuna ci ha dato una mano a non costruire un’altra cattedrale nel deserto che a causa dello scarso numero di utenti che avrebbero utilizzato l’aereo, da e per Potenza, nessuna compagnia avrebbe avuto il minimo interesse ad utilizzare lo scalo lucano.
I politici hanno pensato fin’ora ai grandi progetti e non hanno mai avuto il tempo di pensare ai piccoli che vanno a beneficio dei viaggiatori a costi irrisori: collegamenti giornalieri con navette o altro con Salerno e/o Napoli con l’alta velocità e farci uscire dall’annoso isolamento di cui la Basilicata ha sempre sofferto.
Grazie al tratto autostradale Salerno-Sicignano rifatto nuovo e all’alta velocità che arriva fino a Salerno la possibilità di collegare Potenza e la sua provincia con le grosse arterie nazionali è una realtà…. se non fosse per le vergognose attese che il viaggiatore potentino deve ancora sopportare per le odiose coincidenze di Salerno o Napoli.

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