L’Arcidiocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo esprime profondo rammarico e sconcerto per quanto accaduto domenica 5 novembre in occasione della Celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Mons. Ligorio nella Chiesa della SS. Trinità di Potenza.
La libertà di manifestazione del pensiero e quella di riunione non possono mai trasmodare in offese, ingiurie, aG di sopraffazione della volontà e delle libertà altrui. La funzione religiosa è stata, tra l’altro, ininterrottamente disturbata da urla, canti, musiche ad alto volume, a dispetto delle dichiarazioni della vigilia, da parte degli organizzatori, che il presidio si sarebbe svolto “nel più religioso silenzio”.
La Chiesa stigmatizza quegli atteggiamenti che si sono concretizzati anche in sputi all’indirizzo di chi ha preso parte alla funzione religiosa e non può tollerare altri comportamenti espressivi di odio, di violenza verbale e fisica e di derisione come quelli dire all’indirizzo di quanti hanno partecipato alla S. Messa e anche del Vescovo e dei sacerdoti.
Il tutto è accaduto senza un adeguato dispositivo di sicurezza a garanzia dei dirigenti costituzionali.
L’Arcidiocesi esprime, inoltre, a tuG i fedeli che hanno partecipato alla prima messa domenicale celebrata nella chiesa della SS. Trinità, presieduta da Mons Ligorio, un sen>to ringraziamento. La santa messa è, per chi crede, il memoriale di Cristo che con la croce si è accollato la passione delle viGme della storia, compresa quella di Elisa, la cui tragedia fa ormai parte della storia della SS. Trinità custodendone la memoria, come auspicato da Papa Francesco.
L’Arcidiocesi ribadisce – come ha ricordato anche l’Arcivescovo nell’omelia – di aver riaperto la SS. Trinità su mandato di Papa Francesco e di aver portato avanti tutte le iniziative possibili per farlo in dialogo con la famiglia Claps.
Contrariamente a quanto più volte divulgato, l’Arcivescovo ha promosso vari incontri con la famiglia Claps. Nell’ul>mo incontro tenutosi il 1° agosto in casa loro, presen> il Vicario episcopale don Antonio Savone e don Marcello Cozzi, la famiglia ha tuIavia ritenuto di interrompere in maniera brusca ogni dialogo.
L’Arcidiocesi si interroga con amarezza a chi possa mai giovare questa con>nua contrapposizione da taluni alimentata ad arte e a fini specula>vi, che lacera la comunità civile e religiosa e conferma la propria volontà, mai venuta meno, di riprendere il dialogo con la famiglia Claps.
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