Pietosamente chiedono di poter entrare in giunta, col ricatto della governabilità, ma non riescono a mettersi d’accordo su chi debba entrarci.  

Mascherano le loro strategie con la scusa del governo programmatico attorno a “quattro o cinque” punti che nessuno ha mai nemmeno lontanamente conosciuto quali siano e come debbano essere affrontati, tanto e vero che questi punti non sono neanche precisi nel loro numero: quattro o cinque” questi sono i numeri che escono dalle loro bocche.

Litigano in maniera furiosa nelle loro assemblee, e, sia chiaro a tutti, non perché non sono d’accordo sul programma (questo i più non lo conoscono neppure, né, devo presumere, gli interessa conoscerlo) ma perché c’è ressa davanti alla angusta porta della giunta.

Lo spettacolo è osceno. Non esiste dignità, né vergogna.

Fratelli d’Italia sa bene, invece, che, magari, mancando una maggioranza certa, uno sforzo per affrontare coscienziosamente i problemi senza antagonismi di parte, potrebbe essere una soluzione tampone. E in tal senso si è prodigata dalla prima ora, proponendo una giunta dei sindaci, per esempio, un esecutivo, cioè, di garanzia nel quale le figure maggiormente rappresentative facessero sintesi delle formazioni di appartenenza per la cosiddetta “salute pubblica”. Ma, evidentemente, non è questo l’obiettivo del PD, che non ha preso in considerazione l’ipotesi, pretendendo, senza alcuna remora, esclusivamente occupare posti di comando, salvo scontrarsi con la bulimia che lo contraddistingue e offrendo uno spettacolo indecente di bramosia del potere alla città.

Ma sarebbero possibili anche altre formule che potrebbero garantire solo qualità e professionalità, dove la visione politica dovrebbe concentrarsi sui problemi e sulla loro risoluzione senza il solito meschino tentativo di strumentalizzazioni politiche. Formule che nessuno ha mai voluto seriamente prendere in considerazione a tutto vantaggio del solito schema “acchiappa-poltrone” a dispetto della volontà popolare, della dignità e del rispetto dei ruoli che la volontà popolare ha assegnato.

Basti pensare che il PD non ha inteso neanche provare a consultarsi con i partiti che proposero De Luca, preferendo interloquire solo con il Sindaco, evidentemente ritenuto ricattabile politicamente.

Infine, i tentativi, risibili, di accomunare nella coalizione “dello sfascio” forze politiche distanti, da parte di chi, oggi, è riuscito nel mirabile intento di impegnarsi con tutti e contro di tutti, sono destinati al misero fallimento. La chiarezza, la coerenza, l’affidabilità, non sono patrimonio comune, né si può pretendere che lo diventino oggi. Fratelli d’Italia prova a comportarsi seguendo questi principi, mantenendo chiaramente la stessa posizione da sempre e mai negando ogni sforzo comune per governare seriamente la città. Il passo indietro è un atto dovuto a fronte delle ambiguità, dei cambi di direzione di marcia, tanto frequenti quanto repentini, sui quali non si può puntare se davvero si vuole fare il bene comune e alla presa d’atto che il Sindaco ha portato avanti una trattativa con il PD e chiuso un accordo, a fronte di tutt’altra prospettazione della situazione dichiarata a Fratelli d’Italia. Lasciarsi con un impegno e trovarsi dopo una manciata di giorni di fronte a sorprendenti decisioni di tutt’altro senso, oltre a lasciare perplessi, non può che indurre a decisioni di questo tipo.

L’operazione di distruzione cominciata dal PD anni orsono, quindi, continua imperterrita e la lezione dell’ultimo voto ancora non è stata metabolizzata da nessuno. Bontà loro, viene da dire: la prossima volta i potentini avranno le idee ancora più chiare.

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