Gli episodi dolorosi degli ultimi giorni non possono e non debbono risolversi solo con l’eventuale accertamento di responsabilità, se ci sono, dei singoli, ma devono far riflettere tutti sulle eventuali lacune del sistema messo in atto per il contrasto all’emergenza da COVID-19. La magistratura farà il suo lavoro (consci che i tempi della giustizia saranno purtroppo lunghi), ma una valutazione politica va fatta immediatamente e vanno prese misure immediate per rendere la macchina sanitaria pronta a tutti i livelli a fronteggiare una minaccia che temo ancora non abbia manifestato la sua virulenza.

Come responsabile regionale della FIMMG e come vice presidente dell’Ordine di Medici di Potenza, mi sono rifiutato finora di invadere il campo altrui, ma la constatazione del momento critico mi impone di far sentire la voce dei medici che rappresento, troppo spesso bistrattati negli ultimi tempi.

Nell’ultimo decennio abbiamo visto un sistematico disegno di destrutturazione del territorio iniziato nel 2010 con lo stop alla pronta disponibilità telefonica (la reperibilità telefonica del medico dalle 8 alle 20 di tutti i giorni feriali) per la medicina del territorio, proseguito poi con il sostanziale rifiuto da parte regionale di ridiscutere un accordo con la medicina generale che avviasse un processo di ristrutturazione del sistema delle cure primarie, basato sul medico singolo, non più in grado di fronteggiare le nuove istanze di salute provenienti dalla società. Invece di affrontare di petto le criticità di un territorio abbandonato a se stesso si lanciavano sistematicamente l’allarme su un servizio di Continuità Assistenziale elefantiaco rispetto alla popolazione residente, come se le colpe fossero dei medici e non già della politica che prima aveva dilatato il servizio per accontentare questa e quella comunità poi non in grado di chiudere i presidi per timore della reazione dei sindaci.

Questo per quanto riguarda il territorio, ma che dire sullo smantellamento della rete dei servizi di igiene pubblica? Ormai si contano sulle dita delle mani (e a Matera neanche su tutte e due, essendo il servizio retto da soli 2 medici) il numero di medici dei servizi di salute pubblica che dovevano farsi carico di tutta una serie di compiti legati all’emergenza oltre che al quotidiano. E vogliamo parlare poi dell’Ospedale? Con una azienda ospedaliera, quale il San Carlo, che ha continuato nella sua discesa verso il baratro senza che i decisori politici prendessero contromisure adeguate? O del Crob di Rionero che stenta a riconfermarsi come Istituto di Ricerca a Carattere Scientifico? O della ristrutturazione di facciata della rete ospedaliera? O dell’Ospedale Madonna delle Grazie che pur essendo in grado di processare i tamponi per la ricerca del COVID-19, è stato bloccato per settimane da beghe interne fra i vari servizi?

E’ vero, lo sfacelo del nostro servizio sanitario regionale è iniziato anni fa, quando nelle sue prospettive non era ipotizzabile un futuro da Presidente della Regione Basilicata. Ma oggi lo è, ed è giunto il momento di passare all’azione. Il fatto che sia la direzione dell’Ospedale San Carlo che la direzione dell’ASP, all’indomani del suo annuncio di apertura di una inchiesta interna in relazione all’ultimo decesso per COVID-19, abbiano fatto dei comunicati stampa per giustificare il loro operato, è una cosa gravissima. A parte il fatto che i comunicati stampa hanno violato aspetti del codice di tutela sulla riservatezza dei dati personali, la prontezza nel voler tirarsi fuori dalle eventuali responsabilità, pur essendoci una inchiesta della magistratura in corso, denuncia la inadeguatezza del managment delle due aziende.

E’ forse giunto il momento di decisioni drastiche, non è possibile che l’Azienda ASM continui ad avere un direttore facente funzione, non è possibile che i direttori generali dell’ASP e dell’Azienda San Carlo continuano a essere delegittimati di fatto essendo stati nominati dalla giunta precedente.

I medici vogliono assumersi le proprie responsabilità ma devono essere messi in condizione di farlo. Finalmente in settimana sono state costituite le Unità Covid-19, per la gestione sul territorio dell’infezione da coronavirus che avevamo richieste, per primi, tempo addietro; finalmente parte la piattaforma web (anche questa proposta dalla FIMMG) per la gestione dei casi sospetti, dei soggetti che rientrano da fuori regione, dei casi positivi in osservazione domiciliare: sono strumenti indispensabili per poter affrontare adeguatamente sul territorio la gestione di questa pandemia. Che dire poi della fornitura dei DPI, dopo la prima distribuzione, datata ormai da quasi un mese (2 mascherine a Potenza e 3 a Matera) nulla più, così come della decisione sulla comunicazione della positività del tampone a tutti tranne che al medico curante?

Per tutto questo e per tutto il resto la classe medica Le chiede di rompere gli indugi, faccia le sue valutazioni ma agisca presto perché il coronavirus ancora non ha finito di manifestare la sua nefasta potenzialità.

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