Il dibattito “larghe intese o opposizione” apertosi in questi giorni richiede inevitabilmente delle precisazioni. Cercare di portare a livello regionale quanto accaduto su scala nazionale credo sposti l’attenzione su un piano diverso da quello che in questo momento è la Basilicata.  

Non è momento di larghe intese alla lucana. Ma è il momento di governare questa terra, ognuno con le sue capacità e secondo i propri ruoli.
Non credo che debba creare “scalpore” il fatto che nella mia considerazione di un “avversario” faccia differenza tra l’uomo e il politico. Il rispetto per gli uomini è questione di civiltà. E un politico, lo voglio ricordare merita rispetto in quanto uomo. Non merita invece il mio rispetto il politico in quanto tale e nella fattispecie gli esponenti del centrosinistra lucano, da vent’anni alla guida di questa regione, ognuno con i propri ruoli. Politici che hanno ridotto la Basilicata a brandelli non meritano il mio rispetto.
Ecco perché per quel che mi riguarda è lontano lo scenario delle larghe intese. Senza dubbio in qualità di membro del Consiglio regionale di Basilicata avvierò un confronto con il governatore, ma sarà un confronto duro, che avrà ad oggetto i problemi che affliggono la Basilicata. Altro tipo di “accordo” non ci sarà. E non perché come pensa qualcuno ami la parte dell'”oppositore a prescindere”, no.
Nel mio futuro di consigliere regionale non vedo larghe intese all’orizzonte perché se i valori sono diversi la strada che si percorre è diversa, la meta è diversa. Per me parlano i fatti. Parlano le questioni già portate all’attenzione del Consiglio, dalla nostra visione di agricoltura alle questioni ambientali (Teknosolar, Siderpotenza, Eni). Per noi questi sono i fatti. Per gli altri, invece, dopo vent’anni di governo, restano le chiacchiere.

 

 

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