“Il rimborso ‘a prescindere’ è del tutto innaturale”. Questo quanto dichiarato, con forza, dal primo firmatario della proposta di legge, consigliere Romaniello, il quale ha sottolineato come “la decisone di riproporre l’articolato, già presentato

 

 sotto forma di emendamento in fase di assestamento di bilancio nello scorso mese di luglio (in quell’occasione il provvedimento trovò il parere favorevole del solo presidente del Consiglio, Vincenzo Folino, oltre, naturalmente, a quello dei tre consiglieri proponenti) è scaturita dalla sottovalutazione, allora, da parte degli altri consiglieri che bocciarono l’emendamento, di un punto fondamentale, vale a dire il segnale di trasparenza che la politica era chiamata a dare, soprattutto a fronte dell’altro elemento legato alla sensibilità dimostrata, ad inizio della legislatura, con la volontà acclarata di addivenire a norme più restrittive, proprio in merito alla chiarezza dei bilanci e delle indennità, ivi compreso il rimborso benzina che – secondo Romaniello – va considerato quale entità ‘casa-lavoro’. L’argomento che induce ad una forte indignazione – ha proseguito Romaniello – è quello relativo alla forfettizzazione del rimborso percepito anche quando l’attività del Consiglio regionale è ferma. Un rimborso, quindi, non legato alle effettive presenze. Combattere ogni forma di privilegio (singolare la difesa ad oltranza del vitalizio quando sollevammo la questione) è doveroso da parte di chi fa politica. Oggi, dopo le note vicende del Lazio, e la presa di posizione del Governo Monti, assistiamo, purtroppo, ad una vera abnegazione della politica che avrebbe dovuto non solo proporre, ma attuare i tagli a spese divenute insostenibili, imponendo il resoconto circa l’utilizzo del denaro pubblico. Ad onor del vero, la Regione Basilicata si è dimostrata più attenta rispetto alle altre Regioni, è del 2010, infatti, la legge regionale n. 32 sulla trasparenza, ed ha adottato criteri sicuramente più restrittivi riguardo alla spesa, anche se ancora non basta. Occorre porre in essere repentinamente l’elemento di rottura per evitare l’ulteriore allargamento della forbice in merito alle condizioni di vita socio-economiche”.

Il consigliere Mazzeo ha sottolineato che “la proposta di legge non nasce oggi, ma è la giusta conseguenza di quanto già proposto prima che lo tsu-nami sui costi della politica divenisse ‘il principe’ dei problemi del nostro Paese. Con l’emendamento di luglio già si avvertiva, infatti, la necessità di rivedere i costi della politica che – ha fatto rilevare il consigliere – deve avere dei costi che, però, vanno ridimensionati, eliminando le tante distorsioni ora esistenti. La politica non deve inseguire i problemi affrontando le emergenze, deve agire con lungimiranza, anticipando le malversazioni del Fiorito di turno. La spesa – ha continuato Mazzeo – va distinta, differenziando i costi coerenti dagli sperperi del tutto incoerenti e ingiustificati. Non bisogna demonizzare la democrazia e la partecipazione, lasciando la politica solo agli abbienti, tutti possono e devono poter dare il proprio contributo, al di là delle proprie finanze, alla programmazione ed alla gestione della cosa pubblica. Di qui un equo utilizzo dei soldi pubblici per poter amministrare senza più procedere per ondate, bensì in una ottica europeistica, intercettando i bisogni e le esigenze della gente con un metodo politico di concezione diversa. Non si possono affrontare nuove situazioni con vecchi arnesi. E’ obsoleto l’utilizzo di vecchi schemi per rinnovate esigenze. Bisogna agire con cognizione di causa diversa, e questo certamente vale anche per i parlamentari, per ovviare allo spreco, ed è questo il caso, oggi prioritario, del costo della politica, ripeto non solo regionale”.

La proposta è di modifica alla legge regionale 29 ottobre 2002, n. 38 ‘Testo unico in materia di indennità di carica, di funzione, di rimborso spese, di missione, di fine mandato e di assegno vitalizio spettanti ai consiglieri regionali della Regione Basilicata’, in relazione all’entità e le modalità di corresponsione del rimborso spese per le attività istituzionali previste dalla lettera c) comma 1 dell’articolo 6. Rideterminazione dell’importo del rimborso ad un quinto del costo della benzina verde a fronte del terzo attualmente riconosciuto ed eliminazione del criterio forfettario di corresponsione del rimborso, prevedendo l’erogazione del contributo unicamente in funzione della effettiva presenza dell’avente diritto, ponendo un tetto massimo di 18 riunioni mensili rimborsabili. “Le modifiche, oltre a rendere più razionale il sistema di rimborso – hanno sottolineato Romaniello e Mazzeo – appaiono indispensabili in una logica di riduzione di spesa e sono coerenti con la legislazione nazionale, che già con la Legge n. 417 del 1978, prevedeva il rimborso nella misura di un quinto del costo della benzina”.

Nel nuovo dispositivo legislativo il comma 5 dell’articolo 8 (rimborso spese) della legge regionale n.38 del 29 ottobre 2002 verrebbe sostituito dal seguente: “L’entità del rimborso di cui al comma 1 lettera c), corrisposto in relazione alle riunioni effettivamente svolte ed entro il limite massimo di 18 riunioni per mese, è pari ad un quinto del costo della benzina verde necessaria al Consigliere per raggiungere il capoluogo di regione moltiplicato per due. Nel caso di riunioni tenutesi nello stesso giorno è corrisposto un solo rimborso”.

L’artico 2 della proposta di legge prevede la modifica del comma 6 dell’articolo 9 (indennità di missione) della l.r. 38/2002: “le parole un terzo sono sostituite con un quinto”.

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