A Nemoli,il martedì grasso, si degusta la succulenta polenta condita con sugo di salsiccia,pancetta e pepe rosso macinato di Senise, preparato seguendo una ricetta plurisecolare.

Nelle vie sfilano le maschere tradizionali, i "frazzuogn", e quelle ispirate ai personaggi moderni.Il tutto al suono dell’organetto e della "tamorra",in un tripudio di sapori,profumi e suoni. Racconta la leggenda che i soldati delle truppe napoleoniche, giunti al seguito del generale Massena,prima di mettere a ferro e a fuoco la città di Lauria, nell’agosto del 1806,si fermarono per rifocillarsi a Nemoli,piccolo borgo ai piedi del Monte Sirino.Qui i nemolesi,li presero per la gola,guadando in cambio l’incolumità.“L’oro di Nemoli”,la polenta, oggi come ieri, seduce per il connubio straordinario tra il tipico piatto settentrionale e la "lucanica", caratteristica salsiccia lucana.Quest’anno la trentacinquesima edizione della Sagra della Polenta, che vede l’intero comune collaborare per offrire ai visitatori, un piatto gustoso accompagnato da vino paesano di produttori nemolesi. Ogni anno occorrono circa 5 quintali di polenta,cotta in calderoni di rame su fuoco di legna e condita dai “Mastri polentari”, secondo una antica ricetta, con sugo di salsiccia, pancetta e pepe rosso macinato di Senise. Nell’allegra cornice dei carri si festeggia il Carnevale; per i vicoli del centro, oltre alle maschere ispirate ai personaggi moderni, ritornano i "frazzuogni", le tipiche maschere contadine,che sfilano al suono di cupe-cupe, scetavaiasse, tricche-ballacche,tamorra e organetto,strumenti musicali tradizionali, in un turbinio di sapori,colori e suoni.

giovanna colangelo

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