IN BASILICATA,FANALINO DI CODA IN ITALIA NELLE CLASSIFICHE RELATIVE ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA, LE DISCARICHE SONO SATURE E SULL’ORLO DELL’ESAURIMENTO IN DIVERSE ZONE DELLA REGIONE. POCHI GLI IMPIANTI ESISTENTI, ALCUNI NEANCHE FUNZIONANTI. ADEGUARE LE DISCARICHE DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI URBANI, INCREMENTARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA E COMPLETARE IL CICLO DEI RIFIUTI SONO LE PRIORITÀ CHE LA LUCANIA DEVE AFFRONTARE PER RISOLVERE IL PROBLEMA RIFIUTI.

 

Lo spettro della Campania si aggira minaccioso in Basilicata: “ L’allarme rifiuti”, il “rischio collasso”, lo “spettro monnezzopoli”, i “rifiuti che vagano senza meta”, “l’emergenza dietro l’angolo”, “l’effetto Campania-bis” sono alcuni dei titoli apparsi sulla stampa locale e la cronaca degli ultimi mesi racconta di discariche sature sull’orlo dell’esaurimento in diverse zone della regione.
La situazione si presenta allarmante e l’allarme, data l’imminente stagione estiva, potrebbe diventare emergenza come già verificatosi in un passato non troppo lontano.
Dal dossier di Legambiente sui “Comuni Ricicloni 2008”, i comuni in cui la raccolta differenziata è divenuta il perno dell’intero sistema di gestione integrata dei rifiuti, emerge chiaramente che la Basilicata è lontana dagli obiettivi nazionali di raccolta differenziata:i Comuni premiati, Filiano (miglior Comune Riciclone col 22,4 % di raccolta differenziata, primo anche nella Classifica dei Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti), e Bella (secondo assoluto con una percentuale del 21,5 % e primo della Classifica dei Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti) non raggiungono il livello del 35% previsto dal decreto Ronchi e sono 69 i Comuni lucani che di fatto non hanno ancora avviato un sistema di raccolta differenziata nel loro territorio.
Colmare i vuoti nell’impiantistica, realizzare impianti di compostaggio e adeguare le discariche, è fondamentale per poter avviare in maniera completa ed efficiente le raccolte differenziate e superare le incredibili situazioni di inefficienza che vedono la città di Matera ferma ad un misero 2% di raccolta differenziata, e altri 68 Comuni al di sotto del 5% (rappresentano il 53% dei Comuni con il 45% della popolazione). Lo stesso capoluogo di regione si trova ad affrontare una situazione di precarietà, dovendo ricorrere alle discariche comunali di Salandra e Venosa,a causa dell’indisponibilità della discarica di Pallareta (satura da tempo) e l’inceneritore di San Luca Branca perennemente in «stand by».
Per massimizzare le opportunità di recupero dei rifiuti,assicurare un miglior controllo delle fasi di smaltimento finale e una riduzione degli impatti ambientali ad essi associati è stata recentemente approvata la legge regionale n. 28/2008 sulla “Disciplina delle attività di gestione dei rifiuti ed approvazione del relativo piano”,che utilizzerà i fondi del Programma operativo Fers 2007 – 2013.

giovanna colangelo

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