Molto composto e dalla voce pacata, Vito Sabia, tra i fondatori storici della Pro Loco di Filiano (Pz), da dicembre scorso è il Presidente del Comitato regionale Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) Basilicata.
d: Come giustifica la sua esistenza?
r: Credo che ognuno di noi sia chiamato a dare un segno, nell’ambito delle proprie occupazioni, cercando di lasciare le cose meglio di come le si è trovate.
d: Lei è stato uno dei fondatori della Pro Loco del suo paese, Filiano. Come e perché una Pro Loco nasce?
r: Nel 1984, insieme ad alcuni amici, avevamo fondato il circolo Anspi, nell’ambito dell’oratorio parrocchiale. Nacquero allora la prima Via Crucis e altre iniziative, ma a un certo punto ci si rese conto che c’era la voglia di andare oltre le attività dell’oratorio; dopo un confronto con alcuni altri cittadini che erano al di fuori del circolo, forgiammo un’unione di intenti e demmo vita alla Pro Loco, allo scopo di valorizzare il territorio per mezzo di varie iniziative.
d: Quante sono le Pro Loco in Basilicata?
r: Siamo sulle 115/120, almeno nominalmente. Purtroppo non tutte sono attive, per diverse ragioni: cambi di presidenza, stanchezza, e non ultime difficoltà con le amministrazioni.
d: Ci torniamo. Le Pro Loco si auto-sostengono, ma vivono anche di contributi.
r: Le risorse economiche sono di varia provenienza: innanzitutto la quota associativa (da un’indagine fatta da Unpli nazionale e Cga di Mestre, risulta ammontare al 14% del totale); poi ci sono i contributi pubblici (essenziali) e quelli privati (aziende); e infine gli introiti che provengono dalle nostre iniziative, in primis le –tra vigolette- “sagre”, che consentono di finanziare le attività istituzionali: si calcola che nelle Pro Loco del Centro-Nord Italia ci siano anche centomila euro di incassi: qui in Basilicata è molto, anzi moltissimo, meno (sorride).
d: Da dove provengono i contributi pubblici? Regione, Comuni…
r: Da diversi anni c’è uno stanziamento della Regione, erogato tramite l’Apt. L’anno scorso era di centomila euro, ma in anni più floridi è stato anche di trecento/cinquecentomila. Se mi posso permettere, proprio l’altro giorno –dietro nostra richiesta di incontro con Bardi- abbiamo avuto un colloquio col suo segretario particolare, il dottor Perri, al quale abbiamo rappresentato questa esigenza di implemento. A corredo di questa richiesta porteremo un dossier Unpli, in vista del prossimo incontro col Governatore.
d: Quindi finora si è trattato di centomila euro, ma divisi per…?
r: Funziona così: entro il 15 ottobre, le Pro Loco che sono iscritte allo specifico Albo Regionale (e non tutte sono iscritte) fanno domanda,, presentando un programma di iniziative, sottoponendolo all’attenzione dell’Apt, allo scopo di ottenere il contributo. All’Apt si riuniscono, e si dà un punteggio alle varie schede presentate: in base a quello, c’è la ripartizione dei soldi stanziati.
d: Per capirci, a voi di Filiano quanto hanno dato?
r: La Pro Loco di Filiano ha ottenuto il punteggio massimo, e le sono stati attribuiti milletrecento euro circa.
d: E con quei mille euro e rotti dovreste fare le iniziative?
r: Parte, delle iniziative. Inoltre, una frazione di quei soldi per legge è destinata alle spese di gestione (luce, etc.). Ovviamente, non sono sufficienti per organizzare le manifestazioni; ecco perché nel dossier illustrerò tutte le attività che le Pro Loco fanno, allo scopo di dimostrare che quei soldi non sono minimamente sufficienti. Pensi che ci sono comuni con trecento abitanti: quanti associati, paganti la quota, possono produrre?
d: Fino a quando il contributo è stato di 300/500mila euro? Da quando è così esiguo?
r: All’inizio, quando c’era lo stesso dottor Perri all’Apt, le cifre erano quelle, poi sono andate man mano scemando.
d: Adesso siamo ai minimi storici?
r: Mmm… sì. Un trecentomila euro sarebbe una quota giusta. Ma al di là dell’aspetto meramente economico, un contributo maggiore rappresenterebbe anche un riconoscimento del ruolo delle Pro Loco: oltre alle iniziative istituzionali, noi infatti svolgiamo anche una funzione SOCIALE. Tenere aperta una sede 365 giorni all’anno (anche grazie ai volontari del servizio civile) ha una funzione a mio modo di vedere inestimabile nelle nostre comunità. In un paese di 300/400 anime, avere una porta in cui entrare per farvi riferimento è essenziale.
d: A Filiano dunque la vostra porta è sempre aperta.
r: Sì, anche in virtù del fatto che gestiamo la Biblioteca comunale. Abbiamo la fortuna di essere sempre stati sostenuti, anche economicamente, dalle varie amministrazioni che si sono succedute. Facciamo dunque attività culturali, ma anche i più tradizionali Presepe Vivente, Via Crucis, Percorso Eno-Gastronomico, “Lu Muzz’c” e tante altre cose…
d: Quindi anche dai Comuni le Pro Loco prendono contributi.
r: Sì, Comuni, Provincia, Regione.
d: Si tratta di contributi “una tantum”?
r: Da parte del Comune sì, ma poi ce ne sono altri “a richiesta” in occasione di alcune iniziative, che -nel nostro caso- solitamente vengono concordate prima. Ripeto, a Filiano abbiamo la fortuna di avere un ottimo rapporto con l’Amministrazione, che è essenziale.
d: Tra l’altro proprio Bardi è di Filiano, e risiede lì. L’ha mai incontrato?
r: In strada, sì. Fa la spesa proprio sotto casa mia. Ma è successo prima che divenissi Presidente Unpli. Attendo di incontrarlo in sede istituzionale.
d: Quando lo incontrerà la prossima volta al bar…
r: …speriamo a breve (sorride).
d: …se potrà prenderlo sottobraccio, da Filianese a Filianese, cosa gli dirà?
r: Beh, in virtù del ruolo che ricopro adesso, gli parlerei di due cose in particolare. In primis, dell’importanza che qui in Basilicata rivestono le Pro Loco, per l’impegno volontario…
d: …non ci sono stipendi per lo mezzo…
r: …assolutamente no, anzi, chi poco, chi molto, ci rimettiamo tutti (ma sempre con piacere). Sicuramente Bardi ha una sua idea delle Pro Loco, ma io con lui vorrei maggiormente addentrarmi nell’impegno “sotterraneo” che le caratterizza. Seconda cosa: non potrei esimermi da chiedergli un maggiore sostegno per i progetti presentati, nonché –come dicevo- un incremento dei fondi che l’Apt destina alle Pro Loco: trecentomila euro annui secondo me sarebbero una cifra equa.
d: Abbiamo fatto cenno alle cosiddette “sagre”, che sono un po’ croce e delizia per voi. Sovente vengono infatti viste come iniziative che –specie d’estate, quando letteralmente pullulano- “succhiano” soldi pubblici, ma che si concretizzano in eventi mangerecci, più che altro estemporanei. Cosa ne pensa?
r: Innanzitutto, a mio avviso, il termine “sagra” è abusato, perché dovrebbe essere utilizzato solo per quelle iniziative che valorizzano il prodotto locale, onde ampliarne la diffusione e la conoscenza all’esterno, e per dare riscontro economico ai produttori locali. Non per niente, da qualche anno, l’Unpli ha dato il via all’iniziativa “Sagra di Qualità”, che fornisce (tramite ispettori sul campo) un marchio identificativo basato su alcuni parametri di premialità. La “sagra” non è l’attività istituzionale delle Pro Loco, ma bisogna anche avere la bontà di riconoscere che per noi è una modalità per racimolare risorse economiche, utili a fare le altre iniziative, che non prevedono introiti (ad esempio le attività pasquali o carnevalesche, i libri da stampare etc.). Anche per questo, i produttori e gli esercenti locali (che DEVONO essere coinvolti: è fondamentale!) non devono vederci come una “concorrenza” che toglie risorse a loro. Parlo a livello generale, non della Basilicata (nel mio paese, ad esempio, non è mai successo), ma certo qualche “malinteso” del genere può registrarsi.
d: Certo è che negli anni si sono viste spuntare qua e là sagre un po’ “strane”, che sembravano avere poco a che fare coi prodotti del territorio…
r: Sì, ma è tutto da vedere se sono state realizzate da Pro Loco. Per quanto ne so, le iniziative organizzate dalle Pro Loco hanno sempre attinenza coi prodotti e i produttori locali. Gli esempi negativi (presenti in tutte le cose), saranno in tutto uno, due…
d: Lei diceva che alcune Pro Loco sono ferme per “difficoltà” con le amministrazioni.
r: Eh sì, pur non volendo entrare nello specifico, ci sono dei casi in cui Comuni e Pro loco non vanno d’accordo. Però posso dirle che le nostre Pro Loco di base sono a-partitiche: chi vi entra, deve abbandonare la “casacca”.
d: Ma la politica ci “prova” lo stesso.
r: Dal canto loro, sì. Più di qualche volta, si registra qualche Amministrazione che, diciamo così, vuole mettere le mani sulle Pro Loco, onde adoperarle per le proprie iniziative. Le Pro Loco sono disposte e devono collaborare con le amministrazioni, ma ci vuole il RISPETTO dei ruoli e della vita associativa. Faccio un esempio: un’amministrazione comunale non può decidere chi debba essere il Presidente di una Pro Loco; ha tuttavia il dovere di verificare se quella Pro Loco faccia realmente iniziative a beneficio della comunità. Se c’è qualche problema, ci si riunisce e se ne discute. Se poi c’è qualche problema INTERNO alla Pro Loco, non spetta al Comune, bensì ai Probi-Viri regionali, che se necessario intervengono, persino decidendo di commissariare.
d: Lei è un grande –e riconosciuto- appassionato di fumetti. Grazie alla Pro Loco di Filiano ha pubblicato dei saggi che rendono lo spessore, anche sociale, che questa forma d’arte sa spesso interpretare.
r: Sì, la passione è nata quando avevo circa dieci anni; quando poi prendemmo in gestione la Biblioteca Comunale, vi si è aggiunto un risvolto più “culturale”. E sono dunque nati i laboratori per le scuole e i volumi da me curati, “Fumetto e Handicap”, “La Shoah raccontata dai Fumetti”, e “Il Brigantaggio lucano nella letteratura disegnata”. Per conto mio. sono un grande appassionato di Tex.
d: Quale personaggio dei fumetti potrebbe essere il nostro Governatore, Filianese come lei?
r: (sorride) Per il suo “decisionismo”, direi proprio Tex! Ma Tex non deve però dimenticarsi che con lui ci sono anche Kit Carson, Tiger Jack e Kit Willer…
di Walter De Stradis