Il disastro provocato in Emilia Romagna dall’alluvione ripropone di drammatica attualità la necessità d’intervenire oculatamente e per tempo per salvaguardare il territorio e l’ambiente, che rappresentano il bene più prezioso per l’umanità.

Il mio amico docente universitario, prof. Dipak Raj Pant, aveva lanciato l’allarme già 12 anni fa con l’articolo, che allego, in cui calcolava vari danni e vulnerabilità umana in Italia ed individuava nella sicurezza idrogeologica la priorità principale da affrontare.

Purtroppo, nella nostra nazione la predisposizione infrastrutturale, urbanistica e paesaggistica non è mai stata centrale nel dibattito pubblico e nelle azioni concrete dei vari livelli istituzionali e di governo.

I danni sono sotto gli occhi di tutti ed in prospettiva potrebbero riguardare anche la Basilicata, dove larga parte del territorio è a forte rischio idrogeologico. 

S’impone, dunque, una nuova e radicata coscienza collettiva improntata sulla sostenibilità ambientale e sulla tutela dell’habitat umano e naturale.

Solo in questo modo si potrebbero davvero onorare le vittime e gli sfollati delle alluvioni e prevenire il verificarsi di episodi simili.

Memore anche degli aiuti e dei soccorsi che all’indomani del terribile terremoto del 23 novembre 1980 fornirono gli emiliani-romagnoli a favore della nostra terra, tutte le istituzioni lucane, di qualsiasi livello e coloritura politica, devono mobilitarsi ed attivarsi per fornire solidarietà concreta alle nostre sorelle ed ai nostri fratelli emiliano-romagnoli, così gravemente colpiti dalla furia demolitrice della consistente mole d’acqua abbattutasi su di loro.

 Carlo Trerortola– capogruppo consiliare “Prospettive Lucane” Regione Basilicata-

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