PD. Margiotta, per iscritti si riparte con Bonaccini, grande risultato in Basilicata

“Gli iscritti del Pd hanno dato un’indicazione molto chiara: Stefano Bonaccini è la persona giusta per ripartire, dopo questi lunghi anni di errori delle due segreterie che dal 2019 hanno guidato il partito a livello nazionale. Non è un caso che i massimi sostenitori di quelle stagioni siano schierati oggi dalla parte della Schlein, nel tentativo di impedire un vero cambio di passo nella storia del Pd”. Così in una nota Salvatore Margiotta, ex senatore e dirigente del Pd lucano.

“In Basilicata, aggiunge, si registra una straordinaria vittoria per Bonaccini con un dato complessivo regionale che lo ha visto vincitore con 2881 voti contro i 994 della Schlein. Analizzando le singole province, 1620 a 760 in provincia di Potenza e 1261 a 335 in quella di Matera. Molto distante, in entrambe le province, la seconda classificata, Paola De Micheli, nonostante il buon risultato. Al di là dei numeri, mai come in questo caso tutt’altro che aridi, dobbiamo sottolineare la partecipazione degli iscritti, compresi quelli che provengono da Art. 1. Il Pd lucano -prosegue Margiotta- nonostante le difficoltà è vivo ed ha voglia di tornare a crescere e ciò conferma la bontà della scelta di un Segretario, Giovanni Lettieri, di grande qualità ed eletto unitariamente. Questi dati sono un ottimo viatico per il cammino che ci attende. Infine, è di tutta evidenza che il trionfo di Bonaccini non sia riconducibile a una sola area politica e ancora meno a singola o singole individualità. Il suo ottimo risultato è il frutto del concorso di tante sensibilità politico culturali, a Potenza come a Matera, di amministratori, segretari di circolo e dirigenti di partito, ma -soprattutto- della passione dei circa 3000 iscritti che hanno deciso di sostenerlo. Questa è un’indicazione chiara: i nostri iscritti non vogliono consegnare il pd a un futuro a vocazione minoritaria ma rilanciare il suo ruolo di perno di qualsiasi alleanza democratica, progressista e riformista su cui costruire l’alternativa alla destra”. Così conclude Margiotta

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