“La scelta del Governo di stralciare dal decreto Milleproroghe la norma che stoppava nuovi permessi di ricerca e nuove concessioni petrolifere dovrebbe consentire di superare l’ostacolo principale nella trattativa sul rinnovo delle concessioni petrolifere dell’Eni in Val d’Agri che è atteso da troppo tempo”. E’ il commento dell’assessore alle Attività Produttive Francesco Cupparo, sottolineando l’iniziativa incalzante del Presidente Bardi in questa direzione e in ultimo le lettere inviate al premier Conte e ai ministri Patuanelli e Boccia, perché “il rinnovo delle concessioni petrolifere dell’Eni in Val d’Agri non è più rinviabile non solo per la nostra regione ma per il fabbisogno energetico dell’intero Paese e per le pesanti ricadute sull’economia, l’occupazione, l’imprenditoria della Basilicata”.
“La nostra regione – aggiunge Cupparo – non può permettersi di pagare ancora inspiegabili ed ingiustificati atteggiamenti sinora espressi dal Governo e da partiti governativi nel settore energetico. Non va confusa la fase di transizione energetica che intendiamo affrontare con le risorse finanziarie che il Recovery Fund metterà a disposizione del nostro Paese con l’attuale fase di attività petrolifera e fino a quando ci sarà da estrarre greggio e gas. Questo perché le royalties che ci derivano dagli idrocarburi sono essenziali non solo a dare risposte ai bisogni sociali delle nostre popolazioni, a garantire servizi essenziali ma ancor più a sostenere i programmi di sviluppo e di occupazione. Anche se abbiamo concentrato la nostra attenzione e il nostro impegno per aiutare piccole imprese e lavoratori autonomi a resistere agli impatti della pandemia la nostra strategia – ribadisce l’assessore – è di confronto con tutti i grandi player presenti in Basilicata, tra cui Fca, Hitachi, Mitsui, Barilla, Ferrero, chiamando non solo Total, Shell, ed Eni ad investire in quelli che abbiamo chiamato ‘progetti no oil’. Oggi abbiamo bisogno di aziende che lavorino innanzitutto per l’indotto delle compagnie petrolifere e per la Fca e poi per gli altri comparti del manifatturiero e dell’agroalimentare. Basterebbe il 10% in più per produrre altre centinaia e centinaia di posti di lavoro. Quando parlo di aziende mi riferisco a micro – aziende distribuite sui territori in modo da favorire la presenza delle famiglie specie nei comuni più piccoli delle aree interne e svantaggiate e combattere concretamente lo spopolamento. Dunque più stabilimenti, anche grazie ad investimenti diretti ed indiretti derivanti dagli idrocarburi, rispetto al lavoro diretto ed indotto dal petrolio che è destinato a non durare per molto tempo”.
“L’auspicio – conclude Cupparo – è che dopo il DL Milleproroghe Governo e partiti governativi non creino ulteriori ostacoli per il rinnovo delle concessioni Eni”.
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