Il libro che meglio lo rappresenta (anche se al momento non gli sovveniva il titolo) è la storia di un amministratore che, nonostante gli sforzi per il suo paese, alla fine tira i remi in barca e cade pure nel dimenticatoio. Lo cita perché lui è convinto del contrario: lavorando bene per la propria comunità, un segno lo si lascia eccome.

Franco Gentilesca, quarantaseienne avvocato che si occupa di infortunistica stradale, con un intenso passato in Italia dei Valori, da giugno scorso è il sindaco di Ruoti (Pz).

d: Negli ultimi anni, per quanto attiene al Comune di Ruoti, si è più che altro parlato del clima “litigioso”, ovvero di denunce, alterchi e quant’altro, senza contare la triste vicenda oggi al vaglio della magistratura (gli atti persecutori ai danni dell’ex sindaca Scalise – ndr). Poco si parla, in effetti, di ciò che SI FA a Ruoti dal punto di vista amministrativo, e del modo in cui vengono magari percepite la politica regionale e la vicinanza al capoluogo di Regione.

Ma iniziamo dal principio: lei come giustifica la sua esistenza?

r: La mia “esistenza”, purtroppo, si giustifica proprio in riferimento a ciò che accennava lei, perché sono stati mesi, anni, molto difficili, per noi come amministratori (mi riferisco in primis alla sindaca Scalise, che mi ha preceduto), ma soprattutto per la comunità. La mia “esistenza” nasce perché a Ruoti c’era una politica che era già vecchia e vetusta quando mi candidai per la prima volta al Consiglio comunale vent’anni fa (prendendo solo trenta voti); pertanto ho deciso di rimanere nel mio paese, e di cambiare delle cose.

d: Lei è avvocato, e si occupa di infortunistica stradale. Ha uno studio qui a Potenza con periti etc. In città è divampata la polemica sull’autovelox di Varco D’Izzo (per come è stato posizionato), che ha visto alcuni automobilisti ricorrere al Giudice e accusare il Comune di “voler fare cassa”. Visto che è il suo settore (da un doppio punto di vista), cosa ne pensa?

r: A mio avviso è discutibile tutta la polemica, così com’è nata. Poi possiamo anche ragionare se l’Autovelox è stato posizionato bene o male, ma se è stato messo lì, sicuramente ci saranno stati dei controlli e delle autorizzazioni di sorta; poi, dall’altra parte, molte volte si trova il cavillo per farsi annullare la multa. Onestamente, ritengo che, in quel punto, a ridosso di un’uscita autostradale, praticamente già nel centro abitato (Varco d’Izzo è una zona abitata), mettere un limite di 70/80 km orari sia corretto. Io ho preso anche la multa.

d: Eh, è stato multato anche lei?

r: Sì, e molto spesso è sintomo di una distrazione (cellulare, radio, la chiacchiera con l’amico a fianco), perché la segnaletica ci sta ed è anche riproposta più volte. La stessa cosa succede con l’altro autovelox sulla Potenza-Melfi, e anche lì ne ho presa più di qualcuna. Però lì siamo su un tratto di strada importante, ove si sono verificati numerosi incidenti, anche mortali, alcuni dei quali mi hanno visto interessato in veste professionale. Insomma, il problema c’è, e non possiamo pensare alle soluzioni solo a incidente (mortale) avvenuto.

d: Lei dunque ha sempre pagato, senza fare opposizione?

r: Per quanto riguarda questi autovelox, sostanzialmente sì.

d: Alcuni cittadini però riflettono su un altro aspetto. In Italia. oltre un certo tasso di interesse, si applica (giustissimamente) il concetto di “usura”; tuttavia, nel caso di una multa che si raddoppia o triplica -se non pagata entro un certo termine, anche breve- va tutto bene. Viepiù che adesso le amministrazioni comunali le notificano via PEC, e ad alcuni cittadini capita di accorgersene troppo tardi, perché magari quella posta elettronica in realtà non la utilizzano. Un nuovo modo di fare cassa?

r: Guardi, di questo mi sono trovato a discutere con alcuni cittadini, anche perché noi abbiamo informatizzato alcuni servizi, dal trasporto locale alla mensa. I cittadini, quando devono usare la tecnologia per cose come social o ricerche online, sono tutti bravi; però se non ci va a genio una notifica sulla PEC, il discorso cambia. Oggi è una prassi quotidiana ed è normale dover controllare la PEC, al pari della scadenza dell’assicurazione. I comuni stanno investendo tanto nella strumentazione informatica, e il cittadino non se ne può sempre uscire affermando “non ho visto”.

d: Però, come accennavo, gli aumenti esponenziali paiono comunque ingiustificati, soprattutto in presenza di “spese zero” per la notifica, che appunto ora avviene via PEC.

r: Beh, questo è un discorso che va fatto a livello nazionale. Personalmente non lo trovo giusto, ma –come dicevo- chi lo critica non sempre si raffronta con la realtà.

d: Veniamo al Comune di Ruoti: qual è la pratica in cima alla “pila” sulla sua scrivania di Sindaco?

r: Una cosa che è il fiore all’occhiello dei due anni e mezzo di percorso condiviso con la Scalise, e di cui questi miei sette mesi da sindaco sono la prosecutio: il Servizio di Segretariato Sociale.

d: Di cosa si tratta?

r: Di inserirsi a gamba tesa nelle politiche che venivano portate avanti da quarant’anni, e rassicurare il clima sociale; non poteva essere un dipendente comunale a sapere i fatti delle famiglie disagiate, o un sindaco a decidere a chi pagare le bollette, o un altro soggetto a decidere chi aiutare o meno (col rischio che diventasse anche scambio elettorale). Abbiamo dunque creato questo Servizio, di cui fanno parte un assistente sociale e uno psicologo, che affronta quelle che sono le problematiche delle famiglie: la casa, i figli piccoli, le donne sole, gli anziani. Noi arriviamo dunque a investire delle somme senza sapere chi sia l’utente finale. E non ci deve interessare, perchè il fatto se magari abbia votato o meno non deve rischiare di diventare merce di scambio.

d: C’è un’emergenza particolare in questo senso a Ruoti? Ci sono molte famiglie disagiate, molti anziani soli…?

r: Di certi aspetti non s’era mai tenuto conto: noi cerchiamo di far capire al cittadino che ha dei diritti, ma che naturalmente ci sono anche dei doveri. Nessuno si deve sentire succube di un’altra persona, né sfruttato, né tantomeno peggiore, o migliore. In merito alla sua domanda, posso dire che prima del nostro intervento c’era assenza totale, noi abbiamo già rinnovato questo Servizio, senza contare altri interventi come il trasporto scolastico…

d: I dati sulla povertà nella provincia di Potenza sono allarmanti.

r: A Ruoti ci sono oltre cento persone che percepiscono il Reddito di Cittadinanza, il che lascia presagire tutta una serie di disagi familiari dal punto di vista economico. Di questi, posso dire che solo una decina riescono a mettere “in circolo” quello che era il senso del Reddito di Cittadinanza, ovvero lavori di pubblica utilità. Il resto sono persone anziane, persone con patologie particolari, persone esentate per difficoltà familiari, e alcuni altri che frequentano corsi di formazione. In ogni caso, solo dieci su cento sono sintomatici di una problematica che c’è. Pertanto la misura va confermata, ma ha certamente bisogno di essere migliorata, proprio nell’ottica di “diritti e doveri” a cui facevo riferimento prima.

d: Quali sono i rapporti col sindaco e l’amministrazione di Potenza?

r: I rapporti con Guarente sono ottimi, più che altro personali, ma in generale c’è un ottimo rapporto con l’amministrazione del Capoluogo. Cerchiamo anche di fare qualcosa insieme: penso a una parte del bosco di Ruoti, su cui adesso si può intervenire grazie alla misura 85. Abbiamo delle problematiche sulla sicurezza urbana per le quali ci interfacciamo con Potenza: stiamo posizionando delle telecamere, partendo da Cerreta in corrispondenza dell’incrocio col Capoluogo, che abbiamo coinvolto il per una piccola parte del progetto.

d: Telecamere per monitorare cosa?

r: Abbandono dei rifiuti e sicurezza dei cittadini. L’importante adesso è creare una base di dieci postazioni, per poi magari implementare l’hardware in base ai fondi disponibili e anche magari alle indicazioni del Prefetto.

d: A Ruoti c’è anche un problema di “mala movida” come qui a Potenza?

r: No, solamente piccoli furti nelle abitazioni, per i quali certe misure possono essere sicuramente un deterrente. E poi c’è il “classico” abbandono dei rifiuti, sempre scocciante, anche perché noi disponiamo di un servizio porta a porta che funziona e dal mese prossimo partiamo con un nuovo strumento che coinvolge quattro comuni, con venti milioni di euro, per cinque anni. E’ infatti sconfortante veder portare in discarica del materiale che invece potrebbe essere conferito normalmente.

d: Il centro storico di Ruoti, come accade in altri paesi lucani, è bello, ma vuoto.

r: Bello, ma vuoto…però abbiamo investito su dei “graphic novel”, ovvero dieci quadri in 3D e illuminati, appesi ai muri degli edifici, che raccontano (tramite lettura QR) di alcuni personaggi storici del paese. Senza contare l’investimento di 50mila euro per sistemare (coinvolgendo i cittadini) tutta una serie immobili fatiscenti che erano diventati pericolosi, nell’ottica anche di riqualificarli come borghi-alberghi o sedi di associazioni.

d: Il papà di Vito Bardi, presidente della Regione, è nativo di Ruoti (tant’è vero che di recente avete omaggiato il Governatore di quel certificato di nascita). Se potesse prendere Bardi sottobraccio (ammesso che non l’abbia fatto già), cosa gli direbbe?

r: Di stare attento, come probabilmente già fa, ai giovani e alle nostre piccole comunità: volenti o nolenti siamo il motore pulsante dell’economia, fatta di piccole botteghe, di piccoli imprenditori, che poi sono quelli che ancora riescono a trattenere i giovani nei nostri territori. Mentre a volte si parla soltanto delle grandi aziende, come la Fiat, che magari interessano personale pugliese etc. Noi sindaci, come magari le hanno già detto altri colleghi, facciamo veramente di tutto, ma non ci possiamo sostituire ad altri enti.
di Walter De Stradis

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