CHE la diffusione delle notizie della chiusura della zona rossa di qualche giorno fa, che sia stata fatta per incoscienza o volutamente, sarà la magistratura ad accertarlo. Il Mezzogiorno, con il rientro incontrollato di decine di migliaia di persone, ha ricevuto un danno enorme perché non è attrezzato a reggere l’epidemia. E le grandi quantità di macchinari per fronteggiare le emergenze di cui ora ci si dota andranno, ovviamente, alle regioni più colpite, al Nord.
E al Sud? Cosa accadrebbe se nelle regioni più fragili, trascurate da decenni e prive di adeguate difese, l’epidemia si scatenasse con la stessa virulenza che ha messo in ginocchio le regioni più ricche e dotate? Siamo certi che ci sarà la stessa disponibilità e solerzia se le stesse situazioni dovessero presentarsi in Calabria, Basilicata, Molise, Sardegna, l’Abruzzo o nelle più popolose Sicilia, Campania e Puglia? In tutto il Sud sono stati fatti poche migliaia di tamponi (in alcune regioni, poco più di un centinaio), contro le decine di migliaia di Lombardia e Veneto: giustamente, essendo quelle le aree più infestate dal virus. Ma corriamo il rischio di scoprire che altrove la situazione sia molto peggiore di quanto si pensi, solo perché non si dà la caccia al virus con la stessa decisione e stesso uso di mezzi? Eppure il Centro-Sud ha fatto e fa la sua parte in questa emergenza: il ceppo cinese del corona virus è stato isolato alla Spallanzani di Roma da tre ricercatrici del Sud (quello italiano, a Milano all’ospedale Sacco, da una squadra di biologi fra cui quattro precari). Una cura sperimentale contro il coronavirus è stata adottata con successo al “Pascale” di Napoli. Ed è stato un ricercatore salernitano al Campus Bio Medico di Roma a centrare la mutazione genetica che ha consentito al virus di passare dal pipistrello all’uomo.
“I presidenti delle Regioni meridionali hanno l’occasione e il dovere, – dice Pino Aprile Presidente del Movimento 24A Equità Territoriale -, di chiedere risorse per riattivare gli ospedali chiusi in questi anni, “per risparmiare” (a spese della salute dei terroni e dei bilanci delle Regioni del Sud, costrette a strapagare le cure di loro cittadini in ospedali del Nord).” E continua: “I presidenti del Sud pretendano il rispetto della salute e della vita dei loro concittadini. Ora; dopo sarà inutile”.
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