Quella di suonare in giro per la Basilicata le canzoni dei Briganti, per Gaetano Brindisi, meteorologo televisivo dall’alone addirittura “leggendario”, e Lenoardo Nuzzaci, dipendente del Comune di Potenza (oggi in pensione), all’inizio era poco più che un diverso tipo di scampagnata. Lungo la strada, “assaltando” gli autobus dei turisti (per la gioia di questi) in abiti ottocenteschi, hanno scoperto che poteva tramutarsi in una vera e propria “mission”.

d – Brindisi, il termine “Ambasciatori”, nel vostro caso, non è stato scelto “tanto per”.

GAETANO BRINDISI: No, infatti. Il nostro proposito è quello di portare un po’ di lustro a questa terra un po’ bistrattata, contesa -addirittura- da altre regioni (c’è persino chi ci vuol far sparire). Siamo portatori di tradizioni lucane, sia dal punto di vista musicale, sia culturale in genere. Il nostro obiettivo è fare “in-coming”, ovvero attrarre turisti il più possibile, compresi quelli “interni”, che non sempre conoscono la loro regione.

LEONARDO NUZZACI: Siamo nati nel 2003, facendo le pizziche, perché è un genere di musica che ci appassionava. Abbiamo portato dalle nostre parti anche personaggi importanti de La Notte della Taranta, coi quali abbiamo fatto corsi etc. Nel castello di Melfi c’è un’anfora di 2.500 anni fa, sulla quale è raffigurata una baccante col tamburello a cornice, identico a quello che usiamo noi. Pertanto, da quel che ho potuto ricostruire, la pizzica c’era anche nel nostro territorio, ma poi, per varie ragioni (terremoti, clima freddo), si è andata “diluendo” e sopendo, perdendo la forza che ha mantenuto invece nel Salento, dove fa sempre caldo. Tuttavia l’essenza è rimasta, il tarantismo, il tamburello, i tre tempi.

d – Voi due quali strumenti suonate?

GB: Io fisarmonica e armonica, Leonardo è alla voce e al tamburello. Il gruppo è composto inoltre da Antonio Cinefra (il nostro coordinatore, che suona chitarra e mandolino), Gerardo Picerni (chitarra e basso), Antonio Santarsiere (chitarra, bouzouki), Daniele Calabrese (chitarra e voce), Margherita Olita (danza e nacchere), Anna Francesca Mattera (cantante), Mimma Ciccarelli (organizzazione e costumi).

d – Oltre alla pizzica, cosa c’è nel vostro repertorio?

LN: Più che altro c’è il brigantaggio. Avevamo intessuto un bel rapporto con Ferdy Sapio, artista lucano (originario di Melfi, scomparso qualche anno fa) che, sì, aveva composto tormentoni estivi come “El tipitipitero” e “Mon petit garçon”, ma anche cose bellissime sul brigantaggio e persino su san Francesco e lo “stupor mundi”. Per noi era un maestro, davvero geniale, che ci ha lasciato un’eredità da portare avanti.

GB: C’è un suo brano che noi suoniamo, “Montagna”, in cui si spiega che i briganti si nascondevano nelle nicchie e nelle grotte del Vulture, che loro consideravano una mamma. Ferdy Sapio è stato un grande, poco apprezzato in vita (come spesso accade) e noi le sue canzoni le portiamo in ogni dove.

LN: Senza dimenticare un mio ex collega (al Comune di Potenza), Pietro Basentini. Aveva una forza, a mio avviso, pari a quella di Domenico Modugno.

d – Ecco: a suo avviso, uno come Pietro Basentini ha avuto, qui in Basilicata, ciò che meritava come artista? O è stato limitato in qualche modo (magari anche perché faceva un altro lavoro)?

LN: Io credo sia una questione territoriale. Ferdy Sapio, ad esempio, è fiorito a Milano. Una volta tornato, perché voleva vivere nella sua regione, è stato misconosciuto: per questo lo portavamo con noi e tentavamo di rilanciarlo. Per Basentini era un po’ diverso, perché qui era più radicato e seguito, ma può darsi, in generale, che i canali lucani non siano quelli giusti.

d – Comunque, partendo da un hobby, avete pensato di fare qualcosa di reale per il vostro territorio.

LN: Crescendo, negli anni, ci siamo accorti che dovevamo fare qualcosa non solo per divertirci, ma anche per promuovere l’essenza nostra, il “genius loci”.

GB: Io sono entrato nel gruppo in un secondo momento, essendo stato sempre un appassionato, di tastiere in particolare. Mi ha “arruolato” lui…

LN: Sì, al tempo eravamo cognati; adesso ci siamo s-cognati (risate).

GB: Insomma, lui mi invitò a suonare, ma a un certo punto dovette riconoscere che finché non sono entrato io nel gruppo, pioveva sempre! (risate) Quindi, la loro è stata proprio una cosa di interesse! Ricordo che la prima volta andammo a suonare alla Notte Bianca (o qualcosa del genere) di Castelsaraceno, alle quattro di notte, e a un certo punto io invitai a smontare tutto perché stava per arrivare un acquazzone!

d – Quindi fate buon uso del metereologo Gaetano Brindisi.

LN: La sua vera funzione è quella! (risate)

d – In ambito Grancia, e non solo, vi vestite da briganti e accogliete anche i turisti. Come funziona?

GB: D’intesa con la corriera di turno che viene dalla Puglia (Leonardo ha molti contatti), noi la fermiamo sulla Basentana. L’autista, che è l’unico a sapere, esce al bivio di Brindisi di Montagna (per esempio), e noi ci facciamo trovare in costume, con le bandiere e i fucili spianati (a salve). Li fermiamo e simuliamo una rapina, con tanto di “editto”. A quel punto saliamo sull’autobus e suoniamo, anche.

d – Una volta avevate proprio una vostra corriera, se non sbaglio.

LN: Sì, non “nostra” nel senso tecnico: l’abbiamo avuta a disposizione per cinque/sei anni, grazie a una ditta locale; per noi era un “palco naturale” col quale fare veri e propri viaggi musicali, ma anche allestire vere e proprie visite, di carattere “scientifico”, ai luoghi meritevoli. Quando arrivavamo nei paesi e nelle sagre, aprivamo i portabagagli del bus che contenevano le casse, e ci mettevamo a suonare.

d – Lei Brindisi, è un meteorologo televisivo molto conosciuto; lei, Nuzzaci, lavorava al Comune di Potenza (oggi è pensionato): sono sicuro che sia capitato a entrambi di incontrare qualcuno che, vedendovi con chitarra e tamburello, via abbia detto: “Ma che vi mettete a fare???”.

GB: Beh…(ride)

d – Sa perché dico questo? Perché in molte delle nostre interviste in ambito musicale, è emerso che spesso i lucani si vergognano un po’ della loro musica popolare. La ballano nei contesti festivi, ma la trattano come un parente scomodo, perché ricorda loro la povertà.

GB: Un poco ha ragione, specie se parliamo delle tarantelle; ci si vergogna della musica nostra. Ma, anche se le tarantelle (a differenza delle serenate storiche) non sono proprio il nostro repertorio, mi rendo conto che ciò non succede all’estero, ove sono apprezzate; lo stesso accade per la pizzica (Leonardo, originario del Salento, l’ha “importata” qui a Potenza), che tra l’altro in Puglia è stata riscoperta solo da qualche decennio, mentre prima veniva vista come una musica di povertà, proprio come diceva lei. Sì, è vero, anche a noi è stato detto “Lasciate perdere questa musica”, ma noi siamo fermi sui nostri propositi, e vogliamo coinvolgere sempre più persone. E il successo lo riscontriamo, quando suoniamo nei paesi.

d – E le istituzioni apprezzano il variegato panorama lucano? Vi danno una mano? Tra l’altro, nei vostri eventi, voi diffondete anche libri, dischi e prodotti lucani…

LN: Purtroppo non si comprende bene -e mi riferisco ai vari sindaci- che noi facciamo turismo, portando gente nei paesi, grazie alle corriere veicolate da noi. Non c’è mai un ripago nei nostri confronti. E pure ci proviamo, a farglielo capire. Come diceva lei, noi promuoviamo “l’efficace lucano”. Prodotti alimentari, quadri, libri: sono tutti disponibili su un tavolo (portati liberamente da chi ha interesse), quando organizziamo la nostra “Cena del Brigante”.

d – Com’è il rapporto con gli altri gruppi popolari lucani? C’è campanilismo? Invidia? O invece si collabora?

GB: Come in tutte le cose, c’è un po’ di invidia, magari. E poi, ognuno va per conto suo, quando invece dovremmo essere più uniti. Ai ragazzi dico sempre di non parlare mai male degli altri gruppi e che è giusto alternarsi nei vari eventi, affinché la popolazione possa vedere più realtà. Oltretutto, la piazza di paese, d’estate, è solo una parte del discorso: d’inverno ci sono dei Comuni che ci chiamano per fare rappresentazioni storiche (come accaduto alla sagra della Varola, o all’evento sulle Serenate storiche a Guardia Perticara). Addirittura siamo andati a suonare in un matrimonio (di un nostro amico) in Spagna. Aggiungo solo che lì a Siviglia non pioveva da quattro mesi, e io a un certo punto ho detto: togliamo gli strumenti, perché tra poco piove…

d – Guardi, se lei si trasferisce in alcune zone aride del pianeta, ha una carriera assicurata da sciamano della pioggia!

GB: (Risate) Comunque abbiamo suonato anche a Collegno, al Festival delle Musiche Popolari. Una volta loro (fa segno verso Nuzzaci – ndr) dovevano andare a suonare a Firenze, ma sono rimasti bloccati con quaranta centimetri di neve, a piedi con gli strumenti. Perché mancavo io! (risate)

d – Se poteste suonare e cantare una “serenata” al Presidente della Regione, cosa gli chiedereste?

GB: Di venire a cantare con noi.

d – Una bella tammurriata napoletana?

GB: Perchè no. Noi siamo aperti a tutti.

LN: Se posso suggerire una cosa tecnica, io gli proporrei l’istituzione di un Osservatorio, composto da persone qualificate, che possano entrare nel merito dei vari gruppi.

d – Una “Music Commission”?

LN: Sì. Mi permetto di dire che -ad esempio- quello che facciamo noi, portare turismo attraverso la musica, mi sembra meritorio. Ma se questo non viene percepito, allora vuol dire che c’è una carenza, anche nella distribuzione degli incarichi, ove noi non compariamo mai.

d – Traduco: soldi dalla Regione non ne prendete.

GB: Mai successo.

d – Quale canzone si adatterebbe al momento vissuto dalla Basilicata?

LN: Io direi “Risorgimento”. Anzi, “Risorgiamo!”.

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