sorveglianza sanitaria«Puntiamo a lasciare un’eredità tangibile a fine progetto». Con queste parole il prof. Gianfranco Damiani, dell’Istituto Igiene dell’Università Cattolica di Roma, tra i coordinatori del progetto di sorveglianza sanitaria delle popolazioni residenti nelle aree della Basilicata interessate dall’estrazione petrolifera, dà il senso della portata dell’attività che parte operativamente adesso. Il progetto – predisposto e avviato dalla Regione Basilicata nel novembre 2009 insieme con la Federazione Italiana Medici di Famiglia, FIMMG – è stato presentato   nella sala conferenze dell’Ospedale di Villa d’Agri ai medici di famiglia del distretto sanitario della Val d’Agri.

All’incontro sono intervenuti il sindaco di Marsicovetere, Sergio Claudio Cantiani, che è anche medico di medicina generale, la dirigente del Dipartimento Salute della Regione Basilicata, Gabriella Cauzillo, Antonio Santangelo, segretario Regionale della FIMMG, il prof. Gianfranco Damiani e il coordinatore del progetto, Egidio Giordano, medico di medicina generale. Il progetto, voluto dal governatore della Basilicata, Vito De Filippo, si propone di realizzare un sistema di sorveglianza sanitario rivolto alle popolazioni residenti nelle aree di estrazione petrolifere della Basilicata e di descrivere la frequenza di problemi di salute nella popolazione; identificare le principali vie di esposizione della popolazione a sostanze inquinanti; potenziare il contributo informativo dei medici di medicina generale al flusso informativo sanitario corrente.

medici_famigliaIl progetto di ricerca, che durerà inizialmente cinque anni (da novembre 2009 a novembre 2014), prevede quattro fasi: epidemiologia descrittiva, epidemiologia ambientale, comunicazione, formazione e organizzazione dei medici. La partecipazione dei medici avverrà attraverso la compilazione di schede e questionari per ottenere dati aggregati sulla popolazione di assistiti e dati per singolo assistito. L’indagine punterà anche ad ottenere dati correnti e ad analizzare la frequenza e la distribuzione delle neoplasie e di altri problemi di salute. Verranno utilizzati software di analisi e rappresentazione dei dati (cartogrammi) e, alla fine dei cinque anni, verrà realizzato e messo a regime, con il contributo dei medici, un flusso informativo elettronico utile sia ai fini della sorveglianza sanitaria della popolazione che come base dati per la conduzione di studi epidemiologici sulla relazione tra esposizione ambientali e salute.

L’incontro con i medici di famiglia è servito ad illustrare il progetto, le sue finalità e le modalità di svolgimento ma anche ad avviare la prima fase: ai medici di medicina generale presenti è stato, infatti, consegnata una scheda raccolta dati che ha lo scopo di descrivere le caratteristiche demografiche della popolazione degli assistiti di ogni medico (sono circa sessanta in Val d’Agri), la frequenza e la distribuzione delle patologie tumorali, nonché il livello di informatizzazione dell’attività assistenziale. I medici avranno un mese di tempo per restituire la scheda divenendo così i primi protagonisti, senza dubbio i più importanti, di un progetto unico nel suo genere. La Regione Basilicata è, infatti, la prima regione che attua la sorveglianza sanitaria in aree in cui si estrae il petrolio. Un modello che potrà essere esportato anche ad altre regioni e che punta, innanzitutto, sono sempre parole del prof. Damiani, a «consolidare un sistema di sorveglianza», non «per cercare un colpevole», bensì per realizzare compiutamente la medicina del territorio alla stregua dei Paesi europei che attuando l’assistenza primaria riescono a contenere malattie e mortalità. Il senso del progetto è, quindi, «dare valore aggiunto al ruolo della medicina generale senza, tuttavia, stravolgere il lavoro

clinico» che già quotidianamente i cosiddetti medici di famiglia svolgono. Diventando avamposto e “sentinella”, un termine usato dal ministero della Salute, proprio perché la medicina generale svolge un ruolo sociale, clinico ed epidemiologico. Ciò che si vuol fare in Val d’Agri, ha spiegato Damiani, è «passare da un osservatorio epidemiologico a tanti osservatori epidemiologici localizzati nel territorio interessato dall’estrazione petrolifera». I medici di famiglia, ma anche quelli della Continuità Assistenziale e i Pediatri di Libera Scelta «possono contribuire ad individuare la quota di rischio del paziente, anche in relazione al loro stile di vita». E per fare tutto questo «bisogna partire dagli assistiti e da chi è più vicino a loro», appunto i medici di medicina generale. Il sindaco di Marsicovetere, Cantiani ha evidenziato che si parte con «notevole ritardo» e che «bisogna correre ai ripari. L’iniziativa è, dunque, un punto di partenza importante perché i medici di famiglia hanno la radiografia del territorio». Cantiani ha anche evidenziato l’insufficienza delle centraline che monitorano l’ambiente sottolineando che vanno implementate e che i dati che ne derivano vanno interfacciati con quelli clinici raccolti dai “medici sentinella”. La dottoressa Cauzillo, della Regione Basilicata, ha ricordato l’impegno speso negli ultimi anni per effettuare sistemi di sorveglianza sanitaria, nel Sud della Basilicata in particolare. «Supplementi d’indagine epidemiologica sono emersi come necessari per la Val d’Agri – ha spiegato – e da approfondire proprio con i medici di famiglia». Anch’ella ha concordato sulla necessità di implementare i monitoraggi ambientali e i punti d’osservazione e ha ricordato che subito dopo l’incidente al Centro Oli di Viggiano, del 30 dicembre scorso, è stato allertato il pronto soccorso di Villa d’Agri e la Continuità Assistenziale per capire se c’erano stati eventi acuti in relazione all’incidente.

Il segretario regionale della FIMMG, Santangelo ha ribadito che il progetto messo a punto con il contributo del dott. Giordano «risponde alle esigenze dei cittadini» e che nello svolgimento dello stesso verrà salvaguardata la privacy degli assistiti. Parole d’elogio per l’avvio del progetto sono state espresse da due medici, Mele e Scelzo, quest’ultimo anche sindaco di Brienza. In conclusione il coordinatore del progetto, Giordano ha evidenziato che bisognerà, tra l’altro, valutare anche le quote di automedicazione, ovvero di chi non si rivolge al medico di famiglia ma va direttamente in farmacia e che è necessario «stabilire un’alleanza tra sindaci, medici di medicina generale e cittadini, e creare un’osservazione continua. Anche perché la prevenzione si vede nel tempo».

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