giacomo racioppi«Gli snodi del Risorgimento lucano (dal 1799 al 1820/21, al 1848/49, al 1860) hanno nella Storia dei popoli della Lucania e della Basilicata pubblicata dallo storico di Moliterno Giacomo Racioppi nel 1889, centenario della Rivoluzione francese, un significativo punto di ricostruzione e di lettura.

 E ciò essenzialmente perché i più lontani tempi di stesura e di pubblicazione di tale opera gli consentirono, più che nelle precedenti, di sollevarsi ad una visione più rigorosamente “storica” dei problemi del suo tempo».

E’ quanto ha, tra l’altro, evidenziato il Presidente della Deputazione Lucana di Storia Patria, prof. Antonio Lerra, quale relatore dell’ Incontro scientifico-didattico sul tema Per una “rilettura” di Giacomo Racioppi storico, svoltosi nell’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Statale di Moliterno.

Nel corso dell’incontro, al quale, dopo i saluti del Dirigente scolastico prof. Natale Storace e del Sindaco Ing. Giuseppe Tancredi, hanno apportato contributi didattici le proff.sse Gerardina Giano, Carmela Votta, e gli alunni delle IV classi, il prof. Lerra ha, altresì, sottolineato come la figura e le opere di Giacomo Racioppi richiedano un’accurata riattenzione, anche «alla luce della più recente e rigorosa produzione storiografica, volta, tra l’altro, al recupero di quanto espunto in passato dal processo risorgimentale». «Si pensi soprattutto – ha detto il prof. Lerra – a quel “democratismo”, che tanto caratterizzò la cultura politica del Risorgimento, che aveva avuto come terreno di coltura l’Età napoleonica, a lungo e impropriamente considerata “estranea” al processo di formazione dell’identità nazionale».

Ebbene – ha aggiunto al riguardo il prof. Lerra – proprio nella più matura e significativa delle sue opere, La storia dei popoli della Lucania e della Basilicata, Giacomo Racioppi già scrisse «Il periodo veramente democratico della storia politica dei popoli comincia con il 1789», allorquando «negli ordini politici fa capolino il popolo, negli ordini sociali la democrazia, negli ordini statuali la nazione». E più avanti «i caduti del 1799 risorsero vincitori nel 1806», inizio di un «attuoso periodo di tempo del governo dei due Napoleonidi [Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat], che tanto mutò con smisurato progresso ordini civili, militari, economici, usi, abitudini, vestimenta, sentimenti, tutto»; per porre, poi, l’accento, dopo le sempre lucide annotazioni sugli snodi del 1820/21 e del 1848/49 – ha detto il Presidente della Deputazione prof. Lerra – sulla gloriosa insurrezione lucana del 1860, rispetto alla quale il Racioppi storico significativamente scrisse «Al 1860 finisce un’epoca; un’altra incomincia; erompe un nuovo ordine di cose, che investe, agita e trasforma la società nella pienezza di sua vita: si apre un nuovo periodo di storia, che – precisava – succede, ma non continua, il periodo precedente. Nasce nuovo ordine di tempi!». «Il 1860, dunque – ha infine precisato il prof. Lerra – , come spartiacque tra il processo di cultura politica avviatosi con la Rivoluzione francese, e l’età napoleonica in particolare, e quello successivo all’Unificazione nazionale, che, per molti aspetti, aveva fortemente deluso le aspettative di un protagonista politico-istituzionale, pur non da subito di prima fila, del Risorgimento lucano come Giacomo Racioppi».

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