Tra avversioni, critiche, scetticismo ed enfatizzazioni si sono svolte , anche in Basilicata, le primarie del Partito Democratico per consentire ad elettori ed iscritti del Pd , di scegliere i candidati per le elezioni politiche del 24 febbraio 2013.

Tempi ristrettissimi, regole certamente da migliorare e la scelta di chiamare al voto nella giornata di domenica 30 dicembre, facevano immaginare disimpegno e scarsa partecipazione .

La voglia di “esserci”, di scegliere, di condividere percorsi, hanno portato, invece, circa 28 mila lucani ad esprimere il proprio gradimento su coloro che hanno rappresentato la Basilicata in Parlamento nella legislatura che si chiude e su chi si propone per la prima volta.

La forza di un partito si misura anche dal modo di porsi di fronte a sfide di queste dimensioni; non sfugge a nessuno quanto sia stata importante la scelta delle primarie in un momento nel quale l’anti-politica, il populismo e la demagogia sembrano dominanti .

La bella partecipazione ha dimostrato che i cittadini, se motivati, sono capaci di contribuire con serietà a determinare conferme e cambiamento; il Pd ha rafforzato così la sua centralità, ha ravvivato la ricca dialettica interna ed ha ridato valore alle donne e agli uomini che condividendone finalità, idee e programmi, troppe volte sono stati umiliati ed offesi per il solo fatto di ritenere fondamentale l’esistenza dei partiti.

Alcuni “osservatori” hanno rilevato che queste primarie non hanno portato elementi di novità in Basilicata; io inviterei a leggere meglio i dati.

Per la prima volta si è votato con il sistema della doppia preferenza di genere e circa il 70% degli aventi diritto (20 mila lucani ) hanno scelto di votare un uomo e una donna.

Non è forse questa una novità importante? Io penso proprio di si! Le donne sono in campo e quando alcune piccole e semplici regole “aprono” delle opportunità, gli effetti sono straordinari.

Questo risultato ci consentirà di presentare agli elettori della nostra regione, una lista di candidati che vedrà la presenza di almeno due donne in posizione utile per essere elette in quanto, il regolamento per le primarie del Pd prevede che ……in ogni caso, nessuna Unione regionale può scendere sotto la soglia minima del 33% della rappresentanza di genere tra le posizioni eleggibili, al fine di concorrere all’obiettivo nazionale della soglia del 40%, cioè del rispetto della norma antidiscriminatoria.

Quello che è accaduto con le primarie del Partito Democratico è una conferma della necessità di una legge elettorale regionale che preveda, in Basilicata, la doppia preferenza , e che consenta alle donne l’opportunità di competere e di sottoporsi al giudizio degli elettori, uomini e donne.

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