Da alcuni mesi a questa parte “l’ operazione discredito” verso la Basilicata a mezzo stampa è divenuta sistematica. All’episodico e sensazionalistico interesse di quella nazionale (per tutti, Corsera su scorie a Scanzano), si è aggiunta quella sistematica e scandalistica di un quotidiano scritto e diffuso in regione ma diretto altrove. 

Spiace constatare che le preoccupazioni espresse negli ambienti lucani dello stesso quotidiano circa l’imposizione di una linea editoriale tutta protesa allo scandalismo ed al clamore stia trovando pedissequa applicazione negli articoli che vengono pubblicati.

I collassi, i disastri e le catastrofi esistono, per fortuna, solo negli annunci di un giornale che continua a descrivere una regione sommersa dai veleni, dagli sprechi, dalla delinquenza diffusa e dal fallimento a tutti i livelli, priva di programmazione, di azioni coordinate, di interventi organici e puntuali. Se sia dovuto a preoccupazioni per gli indici del mercato editoriale o ad una concorrenza sleale fra territori limitrofi o assecondamenti politici non è dato sapere.

Certo è che, così facendo, si rende un pessimo servizio ai lettori e ai cittadini, si getta discreto su una comunità che non lo merita e, infine, si infanga la lunga tradizione dello stesso giornale, fatta di serietà e informazione corretta.
L’ultimo caso è dato da due titoli di apertura e da due pagine nelle quali dominano “l’allarme rifiuti”, il “rischio collasso”, lo “spettro monnezzopoli”, i “rifiuti che vagano senza meta”, “l’emergenza dietro l’angolo”, “l’effetto Campania-bis”
Separando i giudizi dalle notizie, in merito alla gestione dei rifiuti in Basilicata è il caso di ricordare le attività che sono in atto e quelle programmate.
Sono stati finanziati negli ultimi tre anni quattro progetti comprensoriali di raccolta differenziata (Lagonegrese, Vulture Melfese, fascia jonica) e altri quattro progetti (Montagna materana, Medio Agri, Alto Bradano e Hinterland di Matera) sono in corso di predisposizione, per un importo complessivo di oltre 15 milioni di euro.
E’ stata approvata una legge e sono in corso le procedure per la formazione di un’unica Autorità d’Ambito Territoriale che permetterà una gestione unitaria del ciclo integrato dei rifiuti in tutta la regione.
Il 23 gennaio scorso é stata sottoscritta un’intesa istituzionale sul sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani fra Regione e Province, finalizzata alla “realizzazione coordinata degli interventi necessari per il completamento delle infrastrutture impiantistiche”. Gli interventi sono stati individuati nell’ambito di un ampio confronto che ha coinvolto anche i Comuni e le Comunità montane, con l’obiettivo di “collocare in un contesto unitario e organico le politiche di settore, assicurando una coordinata e funzionale programmazione, progettazione e realizzazione degli interventi”. Si tratta – è specificato nell’intesa – di “interventi prioritari, in quanto funzionali a garantire una forte riduzione dei conferimenti in discarica dei rifiuti urbani” incentivando la raccolta differenziata.
Questi, nel dettaglio, gli impianti previsti dall’intesa e come funzioneranno:
1) ripristina, con urgenza, dell’impianto comprensoriale di compostaggio di Matera, presso il quale avviare almeno una linea per la produzione di compost di qualità. In via transitoria, la seconda linea sarà destinata alla biostabilizzazione dei rifiuti solidi urbani indifferenziati in attesa dell’avvio, in città, della raccolta differenziata. Vi provvedono, d’intesa, Comune e Provincia di Matera;
2) In previsione del già finanziato sistema di raccolta differenziata della fascia jonica, ottimizzazione del funzionamento della piattaforma di trattamento meccanico-biologico di Colobraro. Almeno la metà dell’attuale capacità di trattamento dell’impianto sarà destinato alla trasformazione dei rifiuti differenziati in compost di qualità.
3) realizzazione alla rete di sette stazioni di trasferenza nei comuni di Rapone, Genzano di Lucania, Baragiano Trivigno, Viggiano, Noepoli e Chiaromonte.
4) Ottimizzazione del funzionamento della piattaforma di trattamento meccanico-biologico di Sant’Arcangelo, destinando almeno la metà dell’attuale capacità di trattamento alla trasformazione in compost di qualità dei rifiuti differenziati.
5)A Venosa, la piattaforma di trattamento meccanico-biologico sarà potenziata e destinata, almeno per metà della sua capacità di trattamento, alla trasformazione dei rifiuti in compost di qualità.
6) Tanto in provincia di Matera quanto in provincia di Potenza sono stati previsti impianti (che potranno essere finanziati anche con capitali privati) per la trasformazione dei sovvalli e delle frazioni ad alto potere calorifico provenienti dai sistemi di raccolta differenziata in combustibile derivato da rifiuti (Cdr) di qualità. In sostanza, si tratta di impianti destinati al trattamento della frazione secca (plastica,ecc…).
7) Realizzazione in provincia di Potenza di due impianti di compostaggio, uno intercomprensoriale l’altro comprensoriale, per il trattamento della frazione umida.
Tutti interventi, come è facile intuire, diretti a supportare il processo di raccolta differenziata.

Sono già stati individuate le risorse economiche: tutti gli interventi saranno finanziati dalla Regione utilizzando i fondi del Programma operativo Fers 2007 – 2013. Ad attuare i progetti, invece, saranno le Amministrazioni provinciali di intesa con gli enti locali interessati. In caso di mancata intesa, le Province potranno assumere la titolarità degli interventi e della gestione.
Ben prima della definizione degli interventi che, una volta realizzati, potranno rappresentare una svolta nella gestione dei rifiuti solidi urbani, il Presidente della Giunta regionale ha emesso ordinanze volte ad assicurare un coordinato, sicuro e controllato conferimento dei rifiuti in discarica. In particolare, l’otto gennaio del 2008, aveva emesso un’ordinanza contenente “disposizioni urgenti per fronteggiare le carenze impiantistiche per la gestione integrata dei rifiuti solidi urbani nel Bacino Nord e nel Bacino Centro della Provincia di Potenza”.
Il provvedimento del presidente della Giunta prevede:
1) la realizzazione, a Genzano, di una nuova vasca e di una stazione di trasferimento dei rifiuti, che stanno per essere realizzate da parte della Comunità Montana Alto Bradano (se non si alimentano inutili allarmismi);
2) l’ampliamento di quella di Venosa, per la quale si sta completando la procedura di autorizzazione ambientale. Prima dell’ esaurimento di quella esistente, se ve ne sarà bisogno, si utilizzerà una parte dell’ampliamento previsto.
3) l’ampliamento della discarica di Pallareta a Potenza.. Problemi progettuali e definizione di adeguate garanzie ambientali, che hanno richiesto anche l’intervento dell’ARPAB, non ne hanno consentito l’approvazione in sede tecnica, rendendo necessario il conferimento dei rifiuti di Potenza in altre discariche. Per esempio a Salandra, dove si sono concordate con l’amministrazione comunale le compatibilità, per quel che riguarda le modalità di conferimento, evitando disagi a quella comunità.
Sono stati finanziati e sono in corso i lavori di potenziamento dell’impianto di trattamento di Atella.per soddisfare meglio le esigenze dei bacini Centro e Nord della provincia di Potenza.
Per quel che riguarda il bacino Sud, la Regione ha finanziato la piattaforma di trattamento dei rifiuti di Lauria (per un importo di 7,5 milioni di euro), prorogando nel frattempo l’utilizzo della precedente discarica. I ritardi nella realizzazione, dovuti anche a ricorsi in sede giudiziaria (Tar e Consiglio di Stato), hanno determinato la necessità di conferire i rifiuti del lagonegrese nelle discariche di Moliterno (anch’essa ampliata previa concertazione con la Comunità Montana Alto Agri che la gestisce) e di Santarcangelo (dove vengono trattati nell’apposito impianto).
Nella provincia di Matera, nelle more della realizzazione degli impianti, si stanno concordando con la provincia i necessari potenziamenti delle discariche esistenti.
Anche quando sono emersi imprevisti, come quelli della discarica di Matera (sequestro, ecc.), si sono rapidamente e consensualmente assunte decisioni per porvi rimedio.
Come si vede, da una rapidissima sintesi che non da conto di tanti altri interventi programmati e in corso, si è provveduto per tempo a individuare soluzioni che accompagnino il faticoso e lungo processo di passaggio dalla tradizionale gestione dei rifiuti (raccolta e conferimento indifferenziati) al ciclo integrato (raccolta differenziata, recupero e riciclaggio, trattamento).
Lo si è fatto programmando gli interventi strutturali, definendone la collocazione e l’ambito di operatività, reperendo le risorse finanziarie necessarie, concertando con le istituzioni locali e, nel frattempo, adottando le misure transitorie.
Dove sono il rischio collasso, l’emergenza, i rifiuti vaganti, la carenza di programmazione?
E’ il caso di ribadire, infatti, che quella dei rifiuti è una materia particolarmente delicata, in cui occorre seguire con la massima cura ed attenzione le prescrizioni tecniche e normative. La necessità di realizzare nel più breve tempo possibile un impianto non può in alcun modo mettere a rischio il corretto funzionamento dello stesso, che comporterebbe rischio per l’ambiente e la salute dei cittadini.
Sul merito, sui fatti, si può e si deve discutere e criticare. E’ salutare per tutti, soprattutto per chi ha l’onere di governare.
Ma non si possono gratuitamente indurre e alimentare paure, localismi, allarmismi, “nimbysmi”, soprattutto da parte di chi spesso richiama ad una responsabilità collettiva e politica per cambiare il destino del Mezzogiorno. Alla coerenza siamo chiamati tutti. Anche chi scrive gli editoriali e le pagine regionali nello stesso giornale.
 

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