matera-torre-tetti_aDi seguito una riflessione del Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza a margine dell’iniziativa dei giorni scorsi su “Comunità dell’energia: fonti rinnovabili e smart grid per un’energia pulita, distribuita, efficiente”,

promossa da Legambiente Basilicata Onlus e DeMEPA, nell’ambito del progetto della Provincia di Potenza “Futurenergy: risparmia, cammina, pedala, rispetta”. Durante il convegno, che ha offerto un’occasione di approfondimento sulle Smart Grid sulle microreti di distribuzione di energia da fonti rinnovabili, inquadrandole nell’attuale contesto economico ed energetico, Lacorazza ha toccato vari temi tra cui la proposta “Abitare Basilicata”, un modello che, come l’ esperienza CasaClima Bolzano, può generare investimenti per il settore delle costruzioni, del suo indotto e per il mondo delle professioni.

La fotografia scattata dal Cresme sul “2012 nero per il settore delle costruzioni” induce, ancora una volta, a sottolineare quanto in questo momento di crisi l’intero comparto sia nevralgico ai fini di una possibile ripresa e quanto i relativi investimenti siano utili per le comunità, per le imprese e per il necessario aumento della domanda di consumo interno. E’ indispensabile, quindi, alimentare un circolo virtuoso. Procediamo con ordine.C’è una strategica e fondamentale questione che, oggi e con i prossimi governi, andrà affrontata: l’Europa non può essere solo rigore ma deve, necessariamente, pena un avvitamento ancor più pericoloso, liberare quote dal patto di stabilità per gli investimenti e per la crescita. Questo nodo è reale per l’Italia ma è ancor più vitale per il Mezzogiorno d’Italia, caratterizzato da un forte gap infrastrutturale, un sistema produttivo scarsamente competitivo, una discreta dipendenza delle imprese dal sistema pubblico e una bassa domanda di consumo interno.Necessari sono, in tale contesto, una politica che intercetti più Sud e un Mezzogiorno che elevi la qualità e la velocità della spesa: meno apparati, meno costi, più efficienza, più investimenti.In questo condizionante scenario la Basilicata può e deve giocare una partita importante per una strategia a sostegno della ripresa e, in particolare, a sostegno del comparto delle costruzioni e del suo indotto professionale e produttivo.

Innanzitutto bisogna partire dalla pianificazione e dalla revisione di una legislazione ormai datata: la legge regionale 23/1999 sull’urbanistica. L’occasione è offerta anche, a prescindere dall’esito del riordino delle Province, dalla nuova articolazione delle funzioni che, in ogni caso, il sistema istituzionale dovrà definire. Una nuova pianificazione territoriale, una riorganizzazione della macchina pubblica che dia priorità a questa scelta assieme alla certezza delle procedure e alle riduzioni dei tempi burocratici aiuteranno il privato ad investire, anche in campi, per esempio quello delle energie rinnovabili, il cui collegamento con il settore delle costruzioni è abbastanza evidente.

Ma veniamo, adesso, alle risorse da recuperare per fare e favorire investimenti. C’è la grande partita delle infrastrutture di cui necessita la Basilicata che, sebbene capitolo importante di un Memorandum ancora privo di effetti, è, dopo l’ambiente e la salute per i cittadini, uno degli elementi prioritari e compensativi per l’attività estrattiva nella nostra regione. Una partita che pesa non solo sulla bilancia del superamento della marginalità territoriale ma anche come leva anticiclica, e non, per immettere carburante ed alimentare il motore dell’economia e del lavoro anche su scala locale. A tutto questo deve aggiungersi l’impegno per garantire maggiore qualità ai progetti delle opere, attraverso lo snellimento delle procedure amministrative. Procedure che non possono più fare esclusivamente ricorso alla formula del massimo ribasso, come per la verità la Provincia di Potenza ha già cominciato a sperimentare per alcuni lavori avviati o da avviare attraverso nuovi iter di aggiudicazione previsti dalla legge e condivisi nell’ambito del Tavolo delle opere pubbliche.

Ci sono anche altri capitoli che si potrebbero analizzare e rispetto ai quali stiamo dando corso ad investimenti ed azioni, con la disponibilità della Regione Basilicata, come ad esempio, da ultimi in ordine cronologico, i 28 Meuro per la manutenzione delle strade provinciali e i 16,5 Meuro, frutto della verticalizzazione di quote di Patto di stabilità, grazie ai quali abbiamo potuto pagare le imprese e non bloccare i lavori.

Bisogna proseguire su questa strada continuando la battaglia affinché anche le risorse delle royalty del petrolio e i fondi per la ricostruzione post terremoto escano fuori dal Patto di stabilità. Le prime non devono concorrere al saldo del Patto perché risorse di compensazione ambientale e non frutto di indebitamento; le seconde perché, pur essendo fondi in gestione ordinaria, vanno trattati come quelli in gestione straordinaria e sottratti dunque al Patto, considerato che tragedie come il terremoto sono uguali per tutti, indipendentemente dalle modalità con cui si gestiscono le risorse.

Infine, aggiungo, come tema generale quello delle risorse per la sicurezza nelle scuole e per la manutenzione del territorio che devono essere tirate fuori dal patto, perché incidono direttamente sulla vita dei cittadini e dei nostri studenti. Sul tema della sicurezza, inoltre, si incontra non solo il mondo delle costruzioni ma, come abbiamo iniziato a fare con CNR e Università, anche quello della ricerca e della conoscenza.

Possiamo fare, poi, ulteriori passi. Sono per me confortanti i dati di qualche giorno fa del rapporto Green Italy 2012, che trovano conferma tra l’altro proprio nel rapporto del Cresme. Le imprese del settore delle costruzioni che hanno resistito di più quanto ad investimenti, e che il Cresme definisce ‘ammortizzatori della crisi del comparto’, sono quelle che hanno puntato sulle energie rinnovabili (anche se in via di riduzione per il calo degli incentivi) e su recupero abitativo, riqualificazione, manutenzione straordinaria dell’edilizia residenziale, in parte anche per effetto degli sgravi sulle ristrutturazioni.

Proviamo, ora, a mettere in ordine possibili scelte future, tanto da poter migliorare e rilanciare una direzione di marcia che, come Provincia di Potenza, stiamo sostenendo da tempo a partire dagli investimenti in sicurezza e riqualificazione energetica delle nostre scuole. Circa 70 Meuro impiegati per il progetto “scuole ecologiche in scuole sicure” hanno messo in moto investimenti ma anche l’idea di promuovere concretamente una cultura del “nuovo abitare”, cultura che acquisirà almeno ogni famiglia di studenti che frequentano e frequenteranno le nostre scuole. A fianco a questa scelta, apparentemente solo ‘materiale’, abbiamo arricchito e rafforzato, attraverso il Fondo Sociale Europeo (FSE), strumenti per l’offerta formativa coerenti con lo sviluppo sostenibile, pilastro fondamentale della strategia Europa 2020 rispetto al quale ingenti risorse saranno messe a disposizione dal ciclo comunitario 2014/2020. Credo molto che la cultura e la formazione siano leve fondamentali per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese e della Basilicata.

Inoltre, come “struttura di supporto” e con l’assistenza tecnica della Società Energetica Lucana, stiamo favorendo l’adesione dei comuni al Patto dei Sindaci che impone la redazione e il monitoraggio di Piani d’azione per l’energia sostenibile (Paes) per raggiungere al 2020 i seguenti obiettivi: una maggiore produzione del 20 per cento di energia da fonti rinnovabili, il 20 per cento di maggiore efficienza energetica e il 20 per cento di riduzione di emissioni di CO2.

E’ in corso un programmato, coordinato e mirato parco progetti per lo sviluppo sostenibile. Un potenziale straordinario che, unitamente alla revisione del Piear (Piano di indirizzo energetico ambientale regionale), può offrire opportunità importanti al settore produttivo e al mondo professionale della nostra regione.C’è un passaggio successivo che, a mio modo di vedere, è fondamentale per chiudere il cerchio e dare sangue e forza a questa strategia. Ne abbiamo parlato in molte circostanze.

La proposta l’abbiamo chiamata ‘Abitare Basilicata’, un modello che si allinea alle posizioni già espresse lo scorso anno, alla presenza di Jeremy Rifkin a Potenza, quando abbiamo avuto modo di sostenere le potenzialità di una Basilicata come modello di transizione energetica nel passaggio dalla seconda alla terza rivoluzione industriale. Più semplicemente è necessario utilizzare parte cospicua delle royalty per finanziare e sostenere gli obiettivi del pacchetto europeo “Clima energia 20 20 20’, al fine di far crescere l’efficienza energetica e ridurre le emissioni, anche con le opportunità che il sistema lucano può giocarsi sul mercato dei titoli di carbonio.Per avere i piedi nella crisi è necessario puntare su tale modello che, come l’ esperienza CasaClima Bolzano, può generare investimenti per il settore delle costruzioni, del suo indotto e per il mondo delle professioni che vive con particolare apprensione il momento di attuale difficoltà. ‘Abitare Basilicata’ può partire con una legge regionale che, raccogliendo il protocollo Itaca, metta mano alla certificazione degli edifici. ‘Abitare Basilicata’ deve essere il frutto di strategie e sinergie tra le istituzioni, le Ater, le agenzie provinciali e la Società energetica lucana.Lo strumento del Patto dei Sindaci e la redazione dei Paes possono rappresentare un scelta di forte partecipazione dal basso e di condizionamento degli strumenti di pianificazione di area vasta e di regolamenti urbanistici. E’ necessario, quindi, iniziare a pensare ad un fondo che possa, per esempio, intervenire come una sorta di conto energia regionale per le ristrutturazioni e per l’abbattimento delle tasse sulla casa.E’ una proposta, quella di ‘Abitare Basilicata’, che può rappresentare la sintesi progettuale più efficace per sperimentare una vera sinergia tra mondo della ricerca, della università, delle professioni e del sistema produttivo. Un modo per gli enti locali di riqualificare, ridurre e liberare risorse finanziarie da settori che trasversalmente impegnano energia e aumentano le emissioni di Co2: il proprio patrimonio, la mobilità, la dematerializzazione connessa all’informatizzazione per la gestione delle procedure amministrative in sintonia con lo sviluppo dell’Agenda digitale. Una proposta che porterebbe enormi benefici anche alle famiglie lucane all’interno delle quali si avverte, anche per la contrazione del reddito, il peso della bolletta energetica.Insomma proviamo ad individuare strade concrete per camminare nella crisi e avere la testa nel futuro, poiché senza una direzione di marcia corriamo il rischio di pagare prezzi ancor più alti. Insieme alle istituzioni, al mondo delle imprese e del lavoro, delle professioni e insieme ai cittadini io credo e spero che possiamo farcela.

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