Un Consiglio provinciale in difesa dei presidi e delle imprese del territorio lucano. Nella seduta di oggi è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno contro la paventata chiusura da parte di Poste italiane Spa di 17 uffici e del centro di smistamento di Potenza, dell’apertura a giorni alterni di altri 21 sportelli e del taglio di 80 zone di recapito in Basilicata.

Un odg con cui il Consiglio provinciale chiede a Poste Italiane di sospendere ogni decisione in ordine alla riorganizzazione del servizio nella regione Basilicata e di ricercare un’intesa con tutti i livelli istituzionali e con le organizzazioni sindacali aziendali al fine di salvaguardare e garantire i servizi fondamentali già esistenti, che hanno sempre rappresentato un elemento irrinunciabile di civiltà e di interazione pubblica e privata per cittadini e istituzioni.

“La decisione presa da Poste italiane è da ritenersi inaccettabile perché penalizza territori già fortemente compromessi dallo spopolamento e dalla progressiva riduzione di servizi essenziali. La scelta risulta spropositata – ha spiegato l’assessore alla Viabilità Nicola Valluzzi – tanto per le specificità orografiche del territorio lucano, quanto per la ridotta accessibilità delle comunità interessate, che potrebbero vedere pregiudicata in maniera definitiva la loro sopravvivenza. Inoltre, Poste Italiane SpA, partecipata dal Ministero dell’Economia e “ monopolista”, di fatto, nella funzione espletata, non può venir meno alla sua missione di soggetto erogatore di servizi di pubblico interesse, coincidenti con fondamentali diritti di cittadinanza. In pratica, la chiusura o la razionalizzazione degli sportelli determinerebbe enormi disagi agli utenti, in particolare alle fasce più deboli della popolazione residente in frazioni o piccoli comuni scarsamente collegati al servizio pubblico locale e con una dotazione infrastrutturale primaria inadeguata. Senza dimenticare – ha concluso Valluzzi – che un’azienda pubblica, con utili che nell’ultimo esercizio finanziario hanno superato 800 milioni di euro, non può unilateralmente, e senza confronto con il sistema istituzionale locale, programmare una ristrutturazione dei servizi e degli sportelli postali con l’obiettivo unico di salvaguardare o rafforzare gli ambiti ed i settori più redditizi, rinunciando, nel contempo, a garantire servizi minimi nei contesti urbani meno popolosi e più marginali”.

Contro i tagli programmati seguendo un’ottica meramente ragionieristica e senza tener conto delle specificità orografiche del territorio lucano, si sono soffermati i consiglieri Biagio Costanzo (Fdc), Vittorio Prinzi (Idv) e Angela Latorraca (Pd), sottolineando la funzione sociale e di servizio svolta dagli uffici postali nelle piccole comunità, dove non esistono sportelli bancari.

Tra i 17 uffici destinati alla chiusura, compare anche quello di Possidente, come ricordato dal capogruppo Ivan Vito Santoro (Sel), il quale ha messo l’accento sulla inaccettabilità della scelta unilaterale di Poste italiane S.p.A. Posizione condivisa dai consiglieri Donato Sperduto (Pd) e Giuseppe Nella (Psi), i quali hanno insistito sulla necessità di un’azione sinergica, con il coinvolgimento delle istituzioni del territorio, per la costruzione di nuovo piano industriale che garantisca una prospettiva a lungo termine.

Da parte sua il consigliere Severino Notarfrancesco (Pdl) ha posto il problema, già in atto, di continui disservizi nella consegna della corrispondenza, che in alcuni casi ha causato il distacco delle utenze per via di bollette recapitate con estremo ritardo ai cittadini, mentre il capogruppo Aurelio Pace (Gruppo misto) ha rimarcato la necessità di una difesa degli sportelli anche nei piccoli comuni, spesso unici presidi dello Stato.

Approvato all’unanimità anche un ordine del giorno con cui il Consiglio provinciale chiede al Governo di intervenire con urgenza per scongiurare un ulteriore impoverimento del tessuto produttivo locale, già fortemente provato da una crisi economica senza precedenti, di aiutare le piccole e medie imprese, sia nel pagamento dei debiti tributari e contributivi, introducendo rateazioni più lunghe e flessibili in modo da contemperare le esigenze dell’erario con quelle delle aziende, sia prorogando i termini per il rientro dai mutui già contratti e di intervenire rapidamente, nell’ambito delle proprie competenze, per promuovere un allentamento del Patto di stabilità, riducendo gli attuali obiettivi di limitazione della spesa per investimento, posti a carico delle Amministrazioni locali che non possono essere, in alcun modo, sostenuti dal sistema produttivo.

“Con lo stesso odg, che nasce dal confronto promosso dall’Amministrazione provinciale con le associazioni datoriali e i sindacati del comparto edile, oltre che dall’impegno del segretario lucano dei Radicali Maurizio Bolognetti – ha spiegato l’assessore Valluzzi – si chiede alla Regione Basilicata di proseguire nel lavoro efficace portato avanti, nei mesi scorsi, dal Comitato Interistituzionale, istituito per la regionalizzazione del patto di stabilità, definendone puntualmente i meccanismi attuativi e, se possibile, incrementando ulteriormente il monte delle risorse già promesse per la “verticalizzazione” a favore di Province e Comuni. Un’azione che, negli ultimi due mesi, ha consentito alla Provincia di Potenza di avviare una cinquantina di nuovi cantieri e di emettere tempestivamente mandati di pagamento relativi ai lavori eseguiti per circa 5,5 milioni di euro. Si chiede ancora di sostenere, come per i fondi della ricostruzione post-terremoto, l’estromissione delle royalties del petrolio dal vincolo di stabilità, trattandosi di compensazioni ambientali derivanti dallo sfruttamento del nostro sottosuolo e non già di risorse ordinariamente trasferite dallo Stato o frutto di indebitamento degli Enti locali”.

“Un odg importante per salvare aziende destinate alla chiusura o tra le braccia dell’usura – ha commentato il capogruppo Domenico Carlomagno (Pu) – a causa della grave crisi che morde i territori più deboli”. Per il capogruppo Angelo Lamboglia (Idv) “è necessario fare il punto sulla efficienza e sul costo degli appalti pubblici e dell’eventuale giro di corruzione, anche in ambito nazionale”, mentre il capogruppo Pace, ha sollecitato “una velocità maggiore nei pagamenti alle imprese da parte di una pubblica amministrazione che in questa regione troppo spesso è legata al privato in uno strano connubio”.

Infine, è stata fatta la comunicazione dell’avvenuto prelevamento dal fondo di riserva di 215 mila euro a copertura del differenziale tra la sottodimensionata previsione e il reale fabbisogno finanziario relativo ad alcune spese riguardanti il carburante automezzi, l’energia combustibile per il riscaldamento nelle scuole, alcuni procedimenti di mediazione e il finanziamento sponda progetto Ricopri-Life+.

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