“Da questo primo anno e mezzo di legislatura, tra le tante cose, emerge che il governo de Filippo non riesce ad affrontare con vigore le questioni di fondo che assillano la nostra terra”. Lo ha dichiarato il capo gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Cosimo Latronico
intervenendo in un’assemblea pubblica svoltasi nella sala consiliare di Salandra. “In particolare non c’e’ nell’azione di governo la consapevolezza che occorra spezzare un circuito vizioso che divora la spesa senza ricadute importanti sul piano dello sviluppo. Basta osservare quello che e’ accaduto e sta accadendo in Val d’Agri, dove ancora una volta risorse importanti del programma operativo denominato per l’appunto “Val d’Agri”, finanziato con mutui e con risorse provenienti dalle roialties del petrolio per 350 milioni di euro, alimentano un ciclo di spesa senza impatti reali sul sistema produttivo e sulla qualità infrastrutturale del territorio. La Giunta regionale ha continuato ad alimentare una dispersione di interventi senza un quadro strategico capace di coinvolgere i soggetti attivi del territorio e di costruire una rete produttiva nelle aree interessate dagli interventi di sostegno. Per questo occorre porre in agenda, anche alla luce del nuovo accordo per lo sfruttamento dei giacimenti di Tempa Rossa, un ripensamento dei sistemi e degli strumenti incentivanti allargando l’impatto alle aree produttive ed alle opportunità dell’ intera regione. Non si tratta di aprire un inutile conflitto tra la Val d’Agri, che va sicuramente e prioritariamente considerata, ed il resto della regione, ma di comprendere che solo una superata ed arretrata visione dirigistica della programmazione può costruire vincoli e rigidità al sistema degli interessi imprenditoriali che si dovrebbero poter muovere con liberta’ nella promozione delle risorse e delle opportunità nelle aree produttive dell’intera regione. E’ giunto il momento di comprendere che una regione dai piccoli numeri, o e’ in grado di orientare nella direzione della produttività le risorse finanziarie che deriveranno dagli accordi per lo sfruttamento dei giacimenti minerari e dal quadro comunitario di sostegno per il prossimo sessennio, oppure non avrà più opportunità per invertire la rotta di uno sviluppo che stenta ad essere autonomo e propulsivo. La crisi del sistema produttivo che abbiamo davanti (81 punti di crisi), il fenomeno dell’emigrazione che interessa soprattutto le giovani generazioni e che priva la nostra regione delle risorse intellettuali che sono elemento insostituibile di ogni ipotesi di crescita, il degrado e l’abbandono in cui versano la gran parte dei paesi della Basilica, meritano uno scatto di coscienza ed una radicale revisione del quadro programmatico da parte del governo regionale, non piu’ rinviabile.
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