RENZI DICE NO AI CAMINI DI CASA A LEGNA MA AUTORIZZA LA RIAPERTURA DELL’IMPIANTO A BIOMASSA DI LAINO BORGO
“La riattivazione della centrale del Mercure a biomasse dell’Enel, autorizzata dalla Regione Calabria alcuni giorni fa, è un grave oltraggio alla salute dei cittadini e al rispetto dell’ambiente in un’area naturale di altissimo valore come quella del Parco nazionale del Pollino.
Si tratta di un altro scandalo tutto italiano, sostenuto dall’oscuro decisionismo renziano perpetrato per fini meramente economici ed affaristici. Tant’è che, per salvaguardare gli interessi dell’Enel e di ben definite lobby del legno e dei trasporti, si stanno ignorando e calpestando numerose raccomandazioni e indirizzi contenuti nelle norme e nelle direttive dell’Unione europea e dell’Italia stessa riferite alla qualità dell’aria e alle emissioni inquinanti”.
La dura denuncia è stata espressa in un comunicato dal capo delegazione del M5s al Parlamento europeo, Piernicola Pedicini.
“La riapertura della centrale di Laino Borgo – aggiunge Pedicini – va contro una sentenza del Consiglio di Stato, una del Tar di Catanzaro ed in spregio alle regole dell’Ente Parco del Pollino, che prevede centrali a biomasse delle dimensioni massime venti volte inferiori rispetto a quella appena riattivata. Ma non solo, deve essere anche verificato come sia stato possibile rilasciare parere favorevole alla riattivazione della centrale in mancanza dell’autorizzazione Aia-Via (Valutazione di Impatto sulla salute e Valutazione di Incidenza) delle Regioni Calabria e Basilicata.
Numerose inadempienze e contraddizioni tutte da chiarire che fanno capire quanto siano elevati gli interessi in gioco e come sia secondaria la volontà popolare manifestata da comitati e associazioni calabresi e lucane che vogliono tutelare il territorio da queste aggressioni calate dall’alto.
Lo abbiamo già denunciato tante altre volte, – spiega il coordinatore del M5s nella commissione ambiente e sanità del Parlamento europeo – gli impianti a biomasse, nonostante vengono definiti subdolamente impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, sono altamente inquinanti. Non è una nostra supposizione ma si tratta di autorevoli pareri contenuti in numerosi e riconosciuti studi scientifici internazionali. I principali problemi ambientali prodotti da una centrale a biomasse sono almeno quattro: le elevate concentrazioni di polveri sottili ed ultrasottili prodotte dalla combustione di biomasse; la presenza non trascurabile, sulle polveri, di inquinanti organici quali idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e diossine anche dopo la depurazione dei fumi prodotti; la presenza di Ipa e diossine nelle ceneri e la conseguente problematicità di un uso agricolo di tali ceneri; le emissioni prodotte dal traffico di automezzi pesanti per il trasporto delle biomasse e per il ritiro e lo smaltimento delle ceneri.
In più, – conclude Pedicini – c’è anche l’assurdità che il 28 dicembre scorso la Regione Calabria ha emanato un decreto per la riapertura della Centrale a biomassa del Mercure e, paradossalmente, due giorni dopo, il 30 dicembre, il ministero dell’Ambiente, per far fronte all’emergenza smog, ha firmato un Protocollo d’intesa con la Conferenza delle Regioni per chiedere di limitare l’utilizzo della biomassa per uso civile. Quindi, in Italia, non si possono più fare barbecue o riscaldarsi al camino bruciando legna, ma si possono incenerire migliaia di tonnellate per alimentare le centrali a biomassa come quella del Mercure”.
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