L’Asp, unitamente alla CRI e alle Amministrazioni Locali, supporta l’indagine di siero-prevalenza della popolazione inerente l’infezione da virus SARS-CoV-2 promossa dal Ministero della Salute che ne condivide la titolarità con l’Istat.

Sabato 6 e domenica 7 giugno 2020 anche i cittadini del capoluogo lucano sono stati sottoposti allo screening nei locali della palestra di Via Roma a Potenza.

I test sono stati effettuati dal personale dell’Asp con il supporto dei volontari della Croce Rossa Italiana, dalle 8.30 alle 18.30. I potentini che hanno risposto alla chiamata sono stati 884 (il 45 per cento di quelli contattati telefonicamente dal numero 0655101060).

“Un dato in linea con la media nazionale”, ha spiegato il direttore amministrativo dell’Asp, Giuseppe Spera. “Molti cittadini non hanno risposto alla chiamata pensando che si trattasse di call center – ha aggiunto – La metodica di indagine adottata è in linea con una delle tre impiegate nel corso dello screening regionale nelle aree rosse, per cui i risultati potranno essere una valida occasione di confronto e di ampliamento delle conoscenze”. I dati rilevati nel corso di tale screening saranno presentati in una conferenza stampa nei prossimi giorni.

“L’Asp sostiene questa campagna di screening in continuità con l’orientamento già assunto con gli studi attuati nei comuni, ex zone rosse, di Moliterno, Irsina, Tricarico e Grassano”, ha affermato il direttore generale dell’Asp, Lorenzo Bochicchio. “La lettura integrata dei dati dell’indagine di siero-prevalenza ministeriale con quelli dell’indagine locale potrà costituire valida base di riferimento a supporto del decisore politico regionale”, ha precisato Bochicchio, sottolineando al contempo “la proficua collaborazione tra ASP, Croce Rossa e Comune di Potenza, che ha reso possibile e fruttuosa l’iniziativa”.

“Si tratta di un’indagine trasversale condotta su un campione rappresentativo della popolazione stratificato per genere, classe di età (sei classi), localizzazione geografica e condizione socio-economica (quattro macrocategorie secondo la classificazione ATECO)”, ha affermato il direttore sanitario dell’Asp, Luigi D’Angola. “L’importanza dello studio è nella possibilità di stimare come il virus si è mosso nella collettività andando a ricercare i positivi alla ricerca di anticorpi. Categoria, questa, rappresentata non solo da coloro che sono stati presi in carico dal SSN in quanto sintomatici ma anche dai soggetti pauci o asintomatici che, secondo stime disponibili dai focolai iniziali in Cina, ammonterebbero a circa l’85% del totale dei contagiati”.

Lo studio permetterà di valutare la risposta anticorpale a seguito della prima fase della pandemia nonché le differenze a seconda del genere, dell’età, della sede geografica e della condizione socio-economica, valutando quanto questi si configurino come fattori di rischio. Inoltre, sarà possibile disporre di una banca dati biologica di popolazione per ulteriori valutazioni, comprese quelle attinenti la predisposizione di idonee azioni di sanità pubblica.

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