Abbiamo pensato, insieme ad alcune associazioni di volontariato, prima fra tutte UNITALSI e SOLIDARIETA’, di dedicare una giornata di riflessione, di approfondimento, di carezze a favore di quanti soffrono.”La Cattedra della Sofferenza: In ascolto degli ammalati, Storie, Testimonianze, Attese” questo il canovaccio sul quale si sviluppa una giornata che vuole dirottarci per alcune ore nel cuore di quelli che soffrono, di quelli molto spesso chiamati senza speranza e che invece hanno molte più possibilità di accedere alle grazie del Signore. Vogliamo donarci per un giorno ai fratelli meno fortunati di noi. E’ nostro desiderio abbracciare intensamente quanti soffrono di malattie fisiche e mentali. Non i soliti formalismi, le solite strette di mano tanto per salvare le apparenze, desideriamo apprendere da loro cosa significa essere malati soprattutto nel rapporto con Dio. Oggi essere malati significa trovarsi fuori di casa, dall’ufficio, dallo sport, come scriveva Moliere significa trovarsi “fuori dai giochi”. Oggi essere malato significa subire sguardi di compassione. Per questo a volte la malattia ci porta ad essere burberi, aggressivi, quasi cattivi. Ci ritroviamo da solo ed in questo modo vivere è una scommessa molto difficile da vincere. Quell’uomo moderno, ammirato, amato, osannato che eravamo di colpo finisce nel dimenticatoio. Dirò di più: oggi più che il malato interessa la malattia. Il malato diventa improvvisamente un organo solo quello malato, predendo nome, cognome e indirizzo. Essere malati significa rallentare. La malattia è una pausa, un rallentamento della vita. Essere malati è sedersi davanti alla porta del corpo e del tempo, in silenzio, spesso senza poter fare nulla. Questa è l’occupazione più difficile per noi esseri umani. Ma di fronte al malato chi c’è? Noi, con la nostra indifferenza, la nostra ipocrisia. Nell’Omelia tenuta nel giorno di San Gerardo a Potenza, dal Vescovo Agostino Superbo fresco di nomina a Vice Presidente della CEI per il Meridione, il Vescovo individuava la figura dei mercenari. I mercenari non sono solo quelli che lottano in cambio di soldi, sono anche coloro che usano il Potere per fini propri, per propri interessi, senza donarsi agli altri, completamente, gratuitamente. Esercitare il potere significa in una democrazia compiuta, aiutare chi soffre, chi ha perso il lavoro, chi ha problemi in famiglia. L’incapacità, l’indifferenza verso il dolore altrui ci porta alla dannazione eterna.
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