“La stangata dei prezzi dei prodotti petroliferi rischia di mettere seriamente a repentaglio la ripresa economica in Basilicata”. È quanto sostiene il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, che considera la riduzione dei costi energetici delle imprese lucane una delle priorità dell’agenda politica della prossima giunta regionale.

 “Abbiamo condiviso e ci siamo attivati quando la Regione Basilicata ha messo in campo misure per il contenimento della bolletta energetica delle famiglie, ma ora la priorità è mettere il sistema produttivo nelle condizioni di agganciare la ripresa economica”, dice Falotico, aggiungendo che “le imprese lucane, oltre a subire gli effetti della coda lunga della recessione, rischiano di pagare l’ingiustificata spirale inflazionistica che sta investendo in queste settimane i prodotti petroliferi, con il non trascurabile paradosso che ad avvantaggiarsene sia anche lo Stato in termini di maggiori accise riscosse”.Il segretario della Cisl lucana richiama “la necessità di attivare quanto prima un tavolo negoziale con il prossimo governo regionale per concertare una serie di misure finalizzate all’abbattimento dei costi energetici, con l’obiettivo di favorire la ripresa produttiva ed occupazionale e allo stesso tempo gettare le basi di un’organica politica di attrazione d’impresa che faccia leva sulle risorse interne, a partire dal petrolio”.Falotico esprime inoltre preoccupazione per gli effetti indiretti che il cosiddetto decreto salva-Alcoa (che abbatte i costi delle aziende energivore in Sicilia e Sardegna) potrebbe determinare sulla competitività del già debole sistema produttivo lucano. “Abbiamo già criticato – spiega il leader della Cisl lucana – la scelta di escludere dal decreto una regione esportatrice di energia come la Basilicata, che si ritroverebbe nella paradossale situazione di pagare di più una ricchezza interna che contribuisce in maniera rilevante al fabbisogno energetico nazionale”.

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