“La città di Potenza, come accade per tante città medio piccole, è il punto di riferimento per numerose realtà locali più piccole. La città, situata nell’entroterra di una Regione che vive il dentro più che il fuori, che scambia tra paesi e realtà locali, più che con il Paese e le altre realtà regionali, deve uscire da una sua crisi che tocca economie ed identità, vocazioni perdute ed obiettivi non raggiunti, reti materiali ed immateriali da completare, migliorare, inventare. Su questi elementi si costruisce il futuro di Potenza e delle comunità contermini.”E su questi elementi si basa il Progetto che ha ricevuto il finanziamento da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per 250 mila euro nell’ambito del programma innovativo “Progetti di territorio-territori snodo 2”.A firmare la convenzione a Roma l’assessore alla Mobilità Pietro Campagna.
Il progetto presentato dal Comune, dal titolo Potenza Apre, si fonda su due piani, due macro obiettivi: da un lato le reti materiali, le connessioni infrastrutturali, la relazione fisica tra territori, la connessione tra le attività produttive regionali con quelle di altre regioni; dall’altro la verticalità. Punti fondanti del progetto la strada statale Basentana che lambisce tangenzialmente l’area urbana della città e si sviluppa a valle della stessa, sull’edificato urbano e la verticalità, quale elemento identitario, culturale, simbolico e fisico allo stesso tempo, il luogo delle reti immateriali, delle relazioni sui temi delle città verticali e della loro originale posizione.
Lungo il tratto di Basentana che costeggia Potenza, si concentrano grandi aree, di dimensioni consistenti e dalle grandi potenzialità, come l’area ASI, Bucaletto e le aree ferroviarie a sud della città, comprese tra il Nodo Gallitello, il Ponte Musmeci-ingresso Potenza Centro e la stazione di Potenza Centrale.
Il Comune di Potenza, con tale finanziamento, ricevuto da altre poche città, si proietta in un circuito virtuale destinato ad aprire nuovi orizzonti di sviluppo e crescita.
“Il progetto Potenza Apre –ha detto Campagna- diventa l’occasione per approfondire le verifiche di fattibilità su tali aree, per integrarle e riconnetterle, per consolidare il partenariato con la società Ferrovie Appulo lucane.
Ma Potenza vuole costituire anche l’Associazione delle città verticali, esserne capofila ed avviare una relazione con le altre realtà urbane che trovano in questa particolarità orografica similitudini, benefici, visioni.” Potenza nel 2010 è diventata la città con le scale mobili più lunghe d’Europa. Le più lunghe sia grazie a quella di Santa Lucia che unisce la parte storica con quella di nuova espansione, sia perché nell’anno in corso Potenza si doterà della sua quarta scala mobile, la Basento, con la quale crescerà ancor di più l’intero percorso meccanizzato della città.
“Potenza Apre non è un semplice titolo –ha detto il Sindaco Vito Santarsiero. E’ una sfida, un obiettivo reale per le esigenze di un territorio che per numerosi aspetti resta chiuso ed escluso dalle dinamiche più vivaci ed attive del mondo economico e produttivo, dalle strategie di sviluppo legate alle più consone e moderne infrastrutture, un territorio chiuso nella sua orografia, dalle condizioni fisiche, aspetti che incidono notevolmente anche sui processi di miglioramento della vita sociale e culturale.”
“Con il progetto di Territorio ha aggiunto Campagna- c’è la possibilità di aggiungere un nuovo tassello nella storia della pianificazione della città, un’occasione per rimarcarne le esigenze: migliorare la competitività territoriale dando una nuova identità alla città capoluogo che negli ultimi anni sta compiendo numerosi sforzi finalizzati al suo rilancio economico e culturale. Economia e cultura, queste alcune delle parole sulle quali il progetto di territorio si basa e sulle quali Potenza intende costruire la prospettiva dei progetti da avviare e proporre all’intera comunità regionale.”
“Il progetto di territorio – ha concluso Santarsiero – vuole giocare su due elementi: il piano e l’erto, l’orizzontale ed il verticale, trovando in quest’ultimo il suo segno identitario, non inventato ma fisico, reale, segno orografico sul quale non è nuova la città ad una attenta e compiuta riflessone.
Dall’altro il piano, l’orizzontale o ciò che è più consono a mettere la piattaforma potentina in relazione con altre piattaforme. Sulla verticalità si ritrova e ricostruisce l’identità, la storia, ciò che è del territorio; sul piano si presenta il nuovo, ciò che sarà e ciò che sarà va presentato agli altri territori ed alle altre realtà.”
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