Si è svolto a Roma dal 15 al 17 maggio 2009 il 48° Congresso nazionale della FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue). Hanno partecipato 200 delegati provenienti da tutte le Regioni italiane, che hanno approfondito tematiche relative alla programmazione, gestione e ruolo delle Federate nella raccolta sangue.
“Da 50 anni doniamo valore al futuro”, questo lo slogan che ha campeggiato nella tre giorni romana che, oltre al rinnovo delle cariche statutarie della Fidas, ha fornito l’occasione per celebrare i primi 50 anni di vita dell’associazione, con un convegno medico scientifico presso l’Università La Sapienza a cui hanno preso parte il Presidente della SIMTI, dottor Giuseppe Aprili, il Direttore del Centro Nazionale Sangue, dottor Giuliano Grazzini, il Dirigente dell’Istituo Superiore di Sanità, dott.ssa Isabella Sturvi, il Presidente del Comitato medico-scientifico della Fidas, prof.ssa Gabriella Girelli e il Sottosegretario al Ministero del Welfare, on.le Eugenia Roccella.
Uno straordinario riconoscimento è stato conferito alla FIDAS Basilicata con l’elezione nel Consiglio Direttivo nazionale del lucano Antonio Bronzino, che, nel primo incontro dell’esecutivo, è stato nominato Vice Presidente nazionale della FIDAS.
“Il riconoscimento – ha sottolineato il Presidente della Fidas Basilicata, Paolo Ettorre, presente al Congresso nazionale – è frutto del lavoro svolto dalla FIDAS sul territorio regionale, e dell’apporto dato alla Federazione nazionale sulle problematiche del sangue, in un pluriennale percorso che ci ha portato, quest’anno, a celebrare il trentesimo di Fondazione”.
Antonio Bronzino ha ringraziato l’assemblea dei delegati Fidas per l’ampio consenso che ha determinato l’elezione nel Consiglio Direttivo nazionale e la nomina a Vice Presidente, nonché i fratelli di sangue della Fidas Basilicata e della Fidas Grassano, che hanno condiviso il progetto e l’impegno.
“La mia elezione – ha commentato – è certamente un riconoscimento ai numerosi risultati conseguiti in questi anni in Basilicata, più che un riconoscimento personale, che ci sprona a rafforzare l’impegno nella direzione di concorrere a un sistema sanitario al servizio della persona e della comunità”.
“In tale ottica – ha continuato Bronzino – il nostro ruolo di volontariato del dono si inserisce in un quadro normativo che indica regole di qualità a garanzia del sistema e soprattutto dei malati che possono contare su una risorsa insostituibile per la terapia di molte patologie e per la produzione di farmaci salvavita. Il nostro compito è altresì quello di vigilare sull’appropriato utilizzo della risorsa sangue per garantire la reale valorizzazione del dono che è, occorre sottolinearlo, un gesto volontario, gratuito e responsabile”.
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