La vertenza dell’azienda Cutolo è ormai al suo epilogo. I lavoratori, per lungo tempo vessati da una compagine societaria irriguardosa, che ha completamente distrutto il patrimonio produttivo ed industriale, a causa di una conduzione imprenditoriale assai discutibile che ha prodotto indebitamenti fuori ogni misura ed instabilità dell’equilibrio finanziario, sono ancora in sciopero.
Il sindacato e i lavoratori, responsabilmente, hanno cercato sempre e nonostante le ripetute violazioni contrattuali di assumere un atteggiamento costruttivo per evitare il tracollo definitivo di una esperienza industriale assai controversa ed a limite della legittimità operativa.Il 26 ottobre dello scorso anno, per l’ennesima volta, veniva sottoscritto un accordo in Regione Basilicata che puntualmente la vecchia proprietà e la nuova società Acque Rionero SpA hanno disatteso. Da cinque mesi a questa parte le condizioni gestionali si sono drammaticamente aggravate con evidenti ripercussioni sulla condizione materiale dei lavoratori.L’incontro, tenutosi ieri al dipartimento attività produttive alla Regione Basilicata, purtroppo non ha prodotto alcun risultato a causa dell’ottusa e negligente impostazione aziendale. Il sindacato e i lavoratori hanno posto a cardine della loro richiesta la chiarezza e l’affidabilità finanziaria della nuova società, oltre al saldo di tutti gli arretrati salariali ed al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali e il ritiro delle lettere di contestazione inviate ai lavoratori per intimidirli e limitarne la libertà di sciopero. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta se non bugie e illazioni alle quali si aggiunge l’iniziativa assolutamente deprecabile di utilizzare personale interinale per sostituire illegalmente i lavoratori scioperanti. Allo stato attuale la lotta dei lavoratori deve continuare di fronte a tanta arroganza e ad atteggiamenti fuori dalle regole. Riconosciamo l’impegno profuso dall’assessore Restaino per giungere ad una soluzione della vertenza.Allo stato attuale, tuttavia, la stessa Regione deve assumere una decisa iniziativa che si svolga all’interno della massima trasparenza istituzionale applicando la legge regionale che disciplina la ricerca e la coltivazione delle acque minerali, avviando la procedura di revoca delle concessioni. Invitiamo, inoltre, le diverse istituzioni competenti per materia, a partire da ASP e ispettorato del lavoro ad effettuare rapidamente i controlli delle procedure di imbottigliamento dell’acqua e dell’applicazione delle norme sicurezza degli impianti per garantire la tutela della salute dei consumatori e dei lavoratori.
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