La Rsu UILM della Sata di Melfi, in relazione all’incontro sindacale tenutosi in data odierna esprime disappunto per la decisione della Direzione Aziendale di proseguire unilateralmente all’introduzione del nuovo sistema di organizzazione del lavoro Ergo-Uas a partire dal 14 marzo 2011.

Oggi si è persa l’opportunità per avviare un confronto che punti al rafforzamento di nuove e più avanzate relazioni sindacali.

La UILM ritiene che solo un accordo che miri a potenziare il polo dell’auto lucano può garantire qualità del prodotto e livelli di produzione adeguati, pur in presenza di un mercato ancora sfavorevole.

Lo stabilimento SATA per la UILM dovrà diventare la piattaforma logistica industriale di segmento “B” affiancando alla Grande Punto un secondo modello (Alfa Mito), che è il più compatibile con la tipologia dello stabilimento lucano.

Inoltre, Melfi deve diventare il luogo di sperimentazione delle nuove tecnologie eco-compatibili anche per ridare un ruolo strategico all’indotto ACM all’interno del triangolo produttivo Pomigliano – Cassino – Melfi. (Campus Tecnologico).

La UILM è disponibile ad un confronto a 360° che affronti i seguenti punti:

Prospettive e Investimenti – Occupazione – Salario – Organizzazione del Lavoro – Relazioni Sindacali.

Infine, per la UILM, non servono “fughe in avanti”, sono dannosi gli atti unilaterali d’imperio, ma è utile mantenere i toni bassi e rispettare i ruoli e le responsabilità di ciascuno.

Conferma, perciò, la richiesta di aprire una vertenza specifica che riguardi lo stabilimento di Melfi, senza fretta (il tempo c’è), dopo aver verificato anche le ricadute concrete del progetto Fabbrica Italia negli altri stabilimenti.

A tal riguardo, la UILM ritiene opportuno che la Regione Basilicata, si metta alla testa di una iniziativa istituzionale, che coinvolga le altre regioni interessate (Lazio ed Abruzzo), per affermare con maggior forza le specifiche esigenze territoriali ed accompagnare le legittime rivendicazioni sindacali atteso che la FIAT dovrebbe produrre, nei prossimi anni i ¾ della nuova produzione negli stabilimenti del Centro – Sud.

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