“Il prelievo fiscale è un salasso non più sostenibile per quella categoria di contribuenti, in particolare lavoratori dipendenti e pensionati, che le tasse le pagano fino all’ultimo centesimo, tanto da rappresentare il 90 per cento del totale dei redditi dichiarati ai fini Irpef”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, presentando questa mattina i dati del rapporto sulla fiscalità locale elaborato dal Centro Studi Lazzati e dal Caaf Cisl. Alla conferenza erano presenti i parlamentari Filippo Bubbico (Pd) e Vincenzo Taddei (Pdl), il presidente dell’Api Potenza, Pier Giulio Petrone, ed il dirigente regionale della Lega delle Cooperative, Paolo Laguardia.
Secondo il rapporto nel periodo 2006-2008 oltre il 40 per cento dei Comuni lucani (53) ha incrementato le addizionali Irpef, mentre per la restante parte (78) nello stesso periodo le aliquote sono rimaste stabili. Gli aumenti delle aliquote addizionali comunali vanno dal 25 per cento al 70 per cento. Emblematici i casi dei due Comuni capoluogo: a Potenza nel periodo si è registrato un aumento dell’addizionale Irpef del 60 per cento, mentre a Matera la stessa addizionale è aumentata del 167 per cento. È invece rimasta invariata, nello stesso periodo, l’aliquota addizionale regionale, ferma allo 0,9 per cento. Lo sblocco delle addizionali ed il nuovo calcolo della base imponibile hanno determinato, secondo il rapporto, una forte crescita della tassazione locale sul reddito, che ha finito per erodere sensibilmente il reddito disponibile delle famiglie.
Per Falotico “un sistema fiscale più equo verso le famiglie e le imprese rappresenta la prima e più importante politica per la ripresa economica. Meno tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati vuol dire più reddito disponibile e quindi più consumi, meno tasse sulle imprese virtuose vuol dire più investimenti e più occupazione. Occorre però una politica fiscale coerente e coordinata con Regioni ed enti locali – avverte il numero uno della Cisl lucana – per evitare che il federalismo fiscale si trasformi in un torchio. Il rapporto della Cisl evidenzia infatti che l’incremento, in alcuni casi vertiginoso, delle addizionali locali ha azzerato del tutto i seppur minimi benefici prodotti dalla riforma Visco e che, senza una politica di contenimento della fiscalità e delle tariffe dei servizi pubblici locali, anche la riforma delle tasse più virtuosa sarà destinata al fallimento”.
“Un paese che presenta un persistente divario territoriale necessita – secondo Falotico – di politiche diversificate anche nel campo fiscale. Non è un caso che il Mezzogiorno abbia conosciuto la sua stagione migliore, arrivando a crescere in termini di prodotto interno lordo più del Nord, quando ha potuto beneficiare di una estesa fiscalità di vantaggio, con misure efficaci come il credito d’imposta e la fiscalizzazione degli oneri sociali. Rimossi questi benefici, si sono bloccati gli investimenti e si è innescata la fuga delle imprese dal Sud, come dimostra il caso Basilicata. La Cisl è convinta della necessità di ripristinare la fiscalità di vantaggio – conclude Falotico – per contribuire, insieme alla riprogrammazione dei fondi Fas, a rendere il Sud più attrattivo verso gli investimenti”.
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