Da qualche giorno giungono a molti consumatori lettere inviate per conto dell’Enel Distribuzione da una società di recupero crediti per chiedere la restituzione di somme versate a titolo di risarcimento danni derivanti del black-out che ha coinvolto l’Italia nel 2003.

In questa vicenda, i consumatori, sono delle vere e proprie vittime di un meccanismo perverso e impazzito che vede molti attori negligenti. I fatti si possono così sinteticamente riassumere: dopo il black-out del 2003 che durò circa 15 ore e causò molti danni ai cittadini, un “intraprendente” avvocato (Ugo Maria Cristoforo Caponigri), ormai deceduto, chiamò in giudizio Enel Distribuzione SpA per chiedere il risarcimento danni subito dai cittadini, unico neo è che la stragrande maggioranza dei danneggiati non aveva conferito alcun mandato all’avvocato.

 

I giudizi di primo grado intimarono all’Enel di pagare il risarcimento danni, poche decine di euro, e l’Enel prontamente inviò gli assegni al domicilio dell’avvocato il quale, però, non consegnò le somme ai “clienti”. Gli assegni furono regolarmente incassati ma non dagli intestatari! Successivamente l’Enel propose ricorso avverso le sentenze di primo grado e sempre lo stesso avvocato si premurò di costituirsi in giudizio, naturalmente senza avvisare i “suoi clienti”. In conclusione l’Enel ha ottenuto la revisione delle sentenze, l’avvocato è morto e ai cittadini è arrivata, inaspettata, la richiesta di rimborso di somme mai percepite.

I consumatori, quindi, si sono trovati coinvolti in una vicenda Kafkiana: hanno subito i danni derivanti dal black-out del 2003, non hanno proposto azioni legali né dato mandato a nessun avvocato, non hanno ricevuto nessun rimborso e oggi si trovano nella condizione di dover pagare esorbitanti spese legali e restituire somme mai percepite. (fino ad oltre 1600€)!

La vicenda è nota a tutti, ma tutti fingono e ignorano che le vittime sono solo i consumatori. L’Adoc Basilicata, a cui si sono rivolti alcuni cittadini, tramite il proprio Ufficio Legale, si sta impegnando in azioni di tutela per affrontare questa situazione. Ai propri iscritti che sono incappati in questa trappola, e che non abbiano mai ricevuto e incassato assegni dall’Enel per questa vicenda, l’ADOC di Basilicata offre consulenza gratuita, salvo i costi di costituzione in giudizio (marche da bollo, contributo unificato di 43,00 euro e spese di raccomandate) per risolvere il problema.

La tutela, per il caso specifico, è estesa a tutti coloro che si iscriveranno all’Associazione (€ 40,00 tessera annuale) contattando i seguenti recapiti: tel. 330798081 dott. Canio D’Andrea, e-mail: [email protected].

 La documentazione necessaria per poter procedere che ci deve essere fornita è la seguente: 

copia della lettera ricevuta dalla Smart Paper per conto della Enel Spa;

copia della carta di identità e del codice fiscale;

la dichiarazione di non aver mai percepito somme dall’Enel per rimborso danni derivanti dal black-out del 2003;copia di eventuali atti di causa in proprio possesso. 

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