Insufficiente la manovra del governo per la confederazione nazionale di piccole e medie imprese: saranno proprio le PMI quelle più vicine al collasso in questa emergenza da Coronavirus. 

Interventi importanti ma non lineari quelli adottati dal governo per salvare la nostra economia, in un momento di profonda crisi per via dell’emergenza sanitaria del Coronavirus, attraverso il decreto Cura Italia. Lo sostiene il Presidente di Union-PMI, Pasquale D’Alena che con determinazione evidenzia le urgenti necessità delle micro e piccole imprese.

Un’attenzione che questa volta deve essere rivolta principalmente proprio a quella fetta dell’economia italiana che sarà più vicina al collasso “definitivo e irreversibile”.

“Per salvare l’Italia – ha dichiarato D’Alena –  bisogna salvare il ciclo produttivo. Vanno fatte scelte semplici e chiare:

1)      Rinviare tutte le scadenze al 31/05/2020 senza alcuna differenziazione. Con un Decreto successivo indicarne le modalità di “godimento” del rinvio a seconda dei settori merciologici maggiormente colpiti.

2)      Introdurre la cassaintegrazione unica per tutte le regioni, con gli stessi obblighi e diritti, prevedendo il pagamento della stessa direttamente dallo Stato.

3)      Immettere direttamente liquidità alle imprese. Lo stato faccia da garante verso cassa e depositi e prestiti. Alle aziende venga erogata direttamente una liquidità mensile per garantire esclusivamente i pagamenti dei dipendenti. In sede successiva venga deciso sulla base della durata della crisi, modi e tempistiche del finanziamento ottenuto, prevedendo un benefit per le aziende che hanno continuato a mantenere il loro status produttivo e di assunzioni di dipendenti”.

“Bisogna essere esclusivamente orientati al mantenimento del ciclo produttivo – ha concluso il Presidente di Union-PMI – l’Italia deve continuare a produrre, bisogna uscire dalla crisi già in condizioni di farlo. Trasformiamo l’assistenzialismo in solidarietà, creiamo sostegni proattivi e non passivi, le strutture centrali, finanziarie e governative devono concentrarsi sui cicli produttivi. Per una volta non parliamo il politichese, ma tutti insieme orientati alla nostra Italia”.

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