Cammineremo in una Terra di mezzo, l’antica Lucania, ora segnata da una linea di confine, una linea politica tra Basilicata e Calabria nel Parco Nazionale del Pollino, un confine che di fatto è solo formale, dove la cultura è identica: su questo confine creeremo legami, connessioni e una nuova rete di amicizie, sguardi e visioni dal 17 al 22 agosto  

E’ al suo terzo anno di vita la Netural Walk, uno dei progetti di maggior successo dell’associazione CasaNetural, coworking rurale e incubatore di sogni che ha sede a Matera.
La NeturalWalk è un viaggio lento, antropologico che, in punta di piedi, cerca di entrare in contatto con i territori del Sud, con chi li vive ma borbotta, chi è andato e poi è ritornato, chi costantemente e con passione li governa, le associazioni che li promuovono, che lottano per difenderli, che testardamente hanno ancora voglia di recuperare le tradizioni e di non dimenticarle, con chi sceglie di restare e di fare una vita diversa: più lenta e più “net-ural”.

La Netural Walk si rigenera ogni anno grazie alle energie di una trentina di Camminatori, il cui obiettivo non è solo camminare, ma raccontare camminando, creando nuovi spunti e connessioni che dureranno nel tempo. E lo fanno ogni volta con occhi nuovi, secondo prospettive geografiche ed emozionali e alla ricerca di innovazione sociale.
Quest’anno la Netural Walk si terrà dal 17 al 22 agosto e il percorso passerà attraverso Tortora, Aieta, Piani del Carro, Laino Borgo, Castelluccio.
Cammineremo in una Terra di mezzo, l’antica Lucania, ora segnata da una linea di confine, una linea politica tra Basilicata e Calabria nel Parco Nazionale del Pollino, un confine che di fatto è solo formale, dove la cultura è identica: su questo confine creeremo legami, connessioni e una nuova rete di amicizie, sguardi e visioni.
Il passo sarà quello sincero dell’asina Cometa Libera, che ci insegnerà a guardare l’asinità che è in noi e di un cantastorie, Biagio Accardi che “cunta e canta” di leggende e storie di cui è ricco il nostro Meridione.

Quale miglior consiglio se non quello di portare sé stessi, restando aperti al cambiamento?
Questo viaggio sarà dentro di noi, perché questo viaggio è anche star soli, è silenzio, è imparare a tenere in tasca solo le mani, è dare un nome agli alberi, è scrutare i volti segnati dal sole di chi vive queste terre, è creare pensieri involontari, è non fare piani, ma lasciar che tutto fluisca.

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