Nel clima generale di grande interesse per i 150 anni dell’Unità d’Italia, l’UNITRE sez. Cancellara ha inteso promuovere un incontro con il Prof. Rocco Galasso, studioso di storia militare e Presidente del Centro Studi “Salinardi”, per parlare dei “Simboli della nazione: la Bandiera, l’Inno Nazionale e l’Emblema della Repubblica”.
L’interesse per il tema ha coinvolto una numerosa platea, molto eterogenea ma al tempo stesso interessatissima alle tematiche proposte dal relatore che ha tracciato a brevi linee un quadro storico dal 1796 al 1946, dalla campagna napoleonica in Italia all’avvento della Repubblica, passando attraverso i momenti più significativi del Risorgimento Italiano. Presupposto fondamentale per comprendere la genesi dei primi due simboli: il Tricolore e l’Inno di Mameli.
E’ infatti nel contesto della prima campagna d’Italia di Napoleone che si colloca la scelta del Tricolore come emblema della Repubblica Cispadana (7 gennaio 1797), su proposta dell’abate Compagnoni. Il vessillo veniva ereditato dal Reparto dei Cacciatori a Cavallo della Legione Lombarda (del 1796) richiamando, nel rosso e bianco, i colori dell’antico stemma di Milano ed il verde delle divise italiane in Lombardia.
Ma fu il desiderio d’indipendenza a portare nelle Barricate di Milano del 1848 (e poi a Roma nei giorni della Repubblica mazziniana) il giovane ventiduenne Goffredo Mameli, autore dei celebri versi del “Canto degli Italiani” (il titolo esatto e non “Fratelli d’Italia”) che verrà musicato da Michele Novaro, genovese come il Mameli. Il canto si diffuse subito e a più riprese venne cantato dai soldati del Risorgimento prima e da quelli che combatterono nei due conflitti mondiali sebbene la “Marcia Reale Italiana” di Giuseppe Gabetti fosse quella Ufficiale dei Savoia. Per questo motivo si pensò subito all’inno risorgimentale di Mameli per sostituire la Marcia Reale, caduta la Monarchia il 2 giugno 1946.
Nel corso dell’incontro – a cui hanno preso parte anche insegnanti ed allievi degli istituti scolastici di Cancellara – sono stati esaminati i versi dell’Inno Nazionale, poco noti agli Italiani (soprattutto le strofe successive alla prima) in cui i riferimenti alla tradizione classica (Scipione l’Africano, la Coorte delle Legioni Romane) ed alla storia nazionale richiamano alla mente numerosi episodi significativi per esortare gli Italiani a considerare preziosa l’indipendenza e l’unità italiana. Larga parte dei presenti ha particolarmente apprezzato questo approfondimento di conoscenze, essendo già all’opera da tempo nella esecuzione dell’Inno Nazionale ad opera della locale Corale.
Molto interessante è stato poi scoprire il significato dell’emblema della Repubblica Italia: La stella bianca a cinque punte, detta anche Stellone d’Italia, è stata la tradizionale rappresentazione simbolica dell’Italia sin dall’epoca risorgimentale e rimanda alla tradizionale iconografia che vuole l’Italia, rappresentata come un’avvenente donna, cinta di corona turrita (Italia turrita) e sovrastata da un astro luminoso (cfr. Iconologia, di Cesare Ripa, sec. XVI); nell’emblema repubblicano essa è sovrapposta a una ruota dentata d’acciaio, simbolo del lavoro su cui si basa la Repubblica (Articolo 1 della Costituzione) e del progresso. L’insieme è racchiuso da un ramo di quercia, che simboleggia la forza e la dignità del popolo italiano, e da uno di olivo, che rappresenta la volontà di pace della nazione.
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