Qualche giorno fa mi è capitata tra le mani una poesia di Charles Bukowski, un superlativo scritto costruito intorno al concetto di stile. Personalmente credo che nello stile, il quale contraddistingue ogni individuo, nelle sue più intime sfaccettature e che lo mette qualitativamente in rapporto con la società, possa essere annoverata, senza dubbio, l’educazione, che poi si esplicita attraverso le buone maniere ed il buon costume.

Quelle buone maniere che si manifestano a partire dal rispetto degli altri nel senso più vasto possibile del concetto e proseguono con il riguardo dell’altrui libertà di pensiero e finiscono con la considerazione dei ruoli; quelle buone maniere e che bisogna manifestare soprattutto quando ci si rivolge a persone che in tutta legittimità intellettuale e culturale, ma soprattutto per il ruolo che rivestono, esprimono una posizione differente dalla propria.

Fatta tale presmessa, ho letto l’articolo pubblicato dalla stampa locale relativo alla manifestazione organizzata dall’onorevole Taddei per discutere della mozione congressuale “l’altra Basilicata” e se la cronaca compiuta dal giornalista risulta essere verosimile, non posso non criticare negativamente ciò che sono state le parole espresse da Giuseppe Mariani, nel suo intervento, nei confronti del consigliere Rosa. In sostanza, Mariani, accusa il consigliere, che per via della sua idea di partito, in vista dei congressi provinciali, risulta essere indesiderato nel pdl e che per il suo modo di fare politica assume posizioni di estrema destra, più confacenti al partito di Francesco Storace, che non al popolo della liberta.

Francamente mi sembrano pensieri eccessi e anche di cattivo gusto, oltre che fuori luogo. Conosco Giuseppe Mariani, lo stimo, e proprio per questo il suo pensiero mi ha sorpreso maggiormente. In principio voglio ricordare a qualcuno, che Gianni Rosa è il vicecoordinatore regionale del partito, già coordinatore provinciale di alleanza nazionale, e proprio per questo, per il suo ruolo, per la sua storia politica, sia doveroso rispettarlo non solo istituzionalmente, ma soprattutto ideologicamente; Per carità, lo si può non condividere, ma il rispetto non deve mai mancare; quel rispetto che verrebbe a venir meno soprattutto nei confronti di quelle quattromila persone che grazie al consigliere Rosa, alla sua attività, hanno sottoscritto una tessera al Pdl. Quel rispetto dovuto ad un numerosissimo gruppo di amici, che avendo una idea di partito differente dal passato e da altri, ha dato vita ad un confronto di idee e di progetti e ad uno confronto dialettico che, a mio modo di vedere, ha determinato una grande presa di visibilità all’intero partito.

Sono entrato nel popolo della libertà da tre anni, quant’anche ho dato vita ad una sede di alleanza nazionale nel 1994, ho avuto l’onore di essere candidato sindaco sotto la bandiera della pdl ed ora sono capogruppo in seno al consiglio comunale di Rionero in Vulture; per motivi ideologici e politici, ma probabilmente più per affinità caratteriali, mi sento molto vicino al modo di porsi del consigliere Rosa, ma non per questo mi sarei permesso (e non lo ho mai fatto in passato) di esprimere giudizi tanto forti circa l’azione politica dell’onorevole Taddei o del senatore Viceconte, i quali rappresentano la storia del PDL regionale e nazionale.

Se poi si vuol equivocare l’essere estremamente chiaro di Gianni Rosa, la sua assunzione di posizioni nette all’interno del partito, il suo modo di fare opposizione in consiglio regionale, senza nessun tipo di sconto, per evitare, all’intero partito, ogni minimo sospetto di connivenza con chi amministra da sempre malissimo la nostra regione, come posizioni estremistiche, credo che si facciano considerazioni assolutamente erronee; soprattutto nel contesto storico-sociale-culturale in cui viviamo, in cui la politica, in senso generale, ha perso, nei confronti della società civile, molto della sua rispettabilità.

Anche assumere posizioni eccessivamente moderate, possono rappresentare un estremismo; d’altronde “estremo centro” risulta essere uno slogan del partito di Pierferdinando Casini; di conseguenza si potrebbe affermare che sia qualcun altro ad aver sbagliato partito e non Gianni Rosa, con tutto il suo gruppo di amici , a cominciare dal sottoscritto.

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