l SILP CGIL (Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia), in collaborazione con l’ONIF (Osservatorio Nazionale Informatica Forense), ha promosso un seminario di grande interesse tecnico-scientifico sul tema delle “Indagini Digitali e Forensi”, in programma per il 16 maggio 2023 nel Palazzo della Cultura qui a Potenza. Tale iniziativa, spiegano gli organizzatori, potrebbe rappresentare per la città e per la regione un’occasione singolare, in quanto sul tema si esprimeranno relatori riconosciuti in ambito nazionale, tra cui lo stesso Presidente dell’ONIF, Paolo Reale (tra l’altro anche consulente del noto programma televisivo “Quarto Grado” su Rete 4).
Ne abbiamo parlato col segretario generale SILP CGIL Basilicata Francesco Mobilio (Sovrintendente Capo della Polizia di Stato) e col segretario Pasquale Di Tolla (Sostituto Commissario della Polizia di Stato).
d: Perché si è reso necessario un seminario del genere?
r: MOBILIO – Insieme a ONIF abbiamo pensato di organizzare questo evento a Potenza che, se non proprio il primo, sicuramente è uno dei pochi. E’ un’iniziativa rivolta soprattutto agli appartenenti alle forze dell’ordine, affinché abbiano una visione –moderna ed emancipata- delle nuove tecniche investigative. Rispetto a quanto accade in altri Paesi (se pensiamo alla FBI e alla CIA in America), si tratta in realtà di strumenti che da noi ancora non sono arrivati. Magari ci sono già, ma non vengono utilizzati, forse perché sconosciuti e/o costosi. Il fatto è che la criminalità si è evoluta e certe tecniche le ha già fatte sue, mentre le forze di polizia no. La criminalità non ha problemi a investire risorse su nuove tecnologie atte a ingannare l’azione investigativa.
d: Insomma, i criminali non hanno limiti di budget…
r: ….Immaginiamo di no. Credo sia una visione realistica.
d: … mentre la Polizia sì.
r: La pubblica amministrazione in generale ha dei limiti, com’è anche comprensibile. Tuttavia questo rende impari la “competizione”.
d: Quindi, ammesso che certe tecnologie ci siano già, mancherebbe anche il personale formato.
r: Già, se pensa che anche le Procure hanno difficoltà a reperire periti con determinate competenze e tecnologie, utili a mettere in campo sistemi investigativi che possano stare al passo con la criminalità. Se oggi (avvalendosi della strumentazione che la pubblica amministrazione mette a disposizione), un investigatore ha bisogno di un mese e di quattro collaboratori per analizzare un cellulare e scovare elementi utili a un’indagine, magari già esistono tecniche e strumenti che consentono di fare tutto in un’ora.
d: Quindi questo seminario sarà formativo o illustrativo?
r: Entrambe le cose. E’ stato molto faticoso organizzarlo, e bisogna ringraziare soprattutto Pasquale che ci ha anche un po’ dovuto convincere, perché, inutile nasconderlo, ci sono di mezzo anche dei costi per l’ospitalità.
d: Quanti partecipanti sono previsti?
r: DI TOLLA – Sulla piattaforma si sono iscritte 130 persone da tutta Italia. Parteciperanno al seminario in maniera gratuita, ma verranno anche ospitate e ci sarà un pranzo a spese dell’organizzazione (abbiamo anche coinvolto gli studenti dell’Alberghiero, che ci faranno degustare piatti tipici lucani). L’evento è tuttavia aperto anche a magistrati, avvocati, consulenti tecnici…
MOBILIO – C’è stata grande disponibilità e apprezzamento anche da parte del sindaco Guarente, che ci ha dato una grande mano, mettendoci a disposizione non solo il Palazzo della Cultura, ma anche la Galleria Civica e la Cappella dei Celestini (il giorno prima dell’evento i relatori saranno accompagnati dal Sindaco in un “tour” della Città). Allo stesso modo dobbiamo ringraziare alcuni sponsor, che ci hanno consentito di reperire risorse.
d: Il tema delle indagini digitali, non nascondiamocelo, spaventa un po’ anche il cittadino “comune”: basta andare su Tik Tok o su altri social e incappare in diversi video “tutorial” che suggeriscono metodi per scoprire se il proprio cellulare sia intercettato o meno.
r: MOBILIO – Ecco, come vede, alcune tecnologie sono magari a portata di chi usa Tik Tok, mentre l’agente di polizia, o se le compra da sé, oppure… guardi, la nostra non vuole essere una critica all’Amministrazione della Giustizia (come dicevo, anche le Procure hanno dei limiti di budget), e non è quindi una questione di volontà. Tuttavia occorre dare dei messaggi a una platea ampia: abbiamo avuto consensi da ogni parte d’Italia, da parte di tanta gente che verrà qui, a spese proprie. Questo vuol dire che l’interesse su certi argomenti c’è.
d: Uno dei temi che saranno affrontati è “Sinergie, criticità e futuro, tra polizia giudiziaria, ausiliari di P.G., C.T.U. e C.T.P.; nelle indagini digitali”. C’è magari il rischio di confondere i ruoli?
r: DI TOLLA – No. Può succedere che quando l’Autorità Giudiziaria delega alla Polizia Giudiziaria operazioni di copiatura di apparecchi elettronici, ci sia la necessità di nominare dei consulenti o degli ausiliari di PG, e quindi si deve lavorare in modo sinergico, tramite competenze che si vanno a incrociare. In effetti, a volte ci sono difficoltà nell’effettuare queste copiature in tempi ragionevolmente brevi. Di qui la necessità di parlarne in questo seminario: con l’ONIF abbiamo chiamato come relatori i maggiori esperti sul campo e ciò ha suscitato l’interesse di colleghi che verranno qui a Potenza da Cuneo, Trieste, Pavia, dalla Sardegna… Le indagini digitali possono aiutare a trovare una persona scomparsa, a risolvere un omicidio…
d: Per capirci: con queste tecnologie a disposizione, un caso come quello di Elisa Claps si sarebbe risolto subito?
r: Forse. Pensi che persino i frigoriferi oggi sono digitali. Che significa? Che possono raccogliere dati utili alle investigazioni. Così come Alexa, Google…molti di noi non li sanno usare ancora, ma sono tutti strumenti con una potenzialità enorme per chi indaga.
d: Dopo questa intervista, molti Alexa la spegneranno.
r: Può darsi! (Sorridono). Comunque, dalle truffe online ai reati più gravi…quelli sono tutti strumenti utili. Pensi che il Procuratore di Catanzaro ha detto che mentre si continua a parlare, la criminalità organizzata si serve di piattaforme online, create dai propri hacker, in cui interagiscono e interloquiscono indisturbati.
d: Una specie di “Facebook” della ‘ndrangheta.
r: Eh sì, l’intervista in questione è leggibile su Internet. Insomma, parliamo di un mondo sempre più in espansione, di qui la necessità di formare gli operatori del settore.
d: Il vostro messaggio sotteso è rivolto anche alla Politica, che deve dare gli indirizzi e destinare i budget.
r: MOBILIO – Guardi, sono anni e anni che noi subiamo tagli al personale: c’è un piano di riordino e di riforma, partito anni fa e che si concluderà nel 2026, che interessa tutte le forze dell’ordine, e che comporta un taglio nelle piante organiche. Quella della Polizia di Stato è stata pensata nel 1989: prevedeva 113mila unità, e il piano citato dovrebbe portarle, nel 2026, a sole 96mila.
d: A questo punto non resta che chiedersi quali siano le motivazioni di una Politica nazionale che, da anni, punta al taglio del personale di Polizia. Lei cosa ne pensa?
r: E’ una cosa riferibile a tutti i Governi che si sono succeduti. La mia idea personale è che –da sempre- chi governa realmente certe situazioni è la Ragioneria di Stato: il Sistema deve reggere, e per reggere –ahimè- si deve tagliare dappertutto, sanità, scuola etc. Ma non è nostra intenzione criticare la politica (e non è il nostro ruolo), ma è solo per dire –visto che lei me lo ha chiesto- che si tratta di cause di forza maggiore.
d: Un altro dei temi del seminario è “Sequestro, perquisizione, restituzione dei dati e impugnazioni”. Prima si sequestravano soprattutto faldoni e documenti cartacei, oggi è cambiato tutto…
r: DI TOLLA – Sì, si sequestrano i file, i dati. Di queste cose abbiamo chiamato a parlarne il maggiore esperto nazionale. Lo scopo è preparare bene gli operatori e metterli in condizione di poter affrontare le problematiche che possono presentarsi nell’effettuare una perquisizione informatica, un’acquisizione di file…
d: In effetti a volte si è anche letto, o visto in tv, di file accidentalmente cancellati.
r: MOBILIO – Il nostro seminario ha il fine di trasmettere un messaggio, sintetico ovviamente, per rendere i partecipanti edotti circa l’esistenza di metodi investigativi futuristici -per noi- ma che in alcuni Paesi sono già in atto. I relatori avranno il compito di farci capire quale sarà il futuro dell’investigazione. Per capirci, l’appostamento, in macchina, sotto casa, è roba dell’Ottocento, ma qui ancora si fa.
DI TOLLA – Per pianificare un reato, prima ci si incontrava di persona, mentre adesso si usano ben altri canali.
d: C’è una differenza di trattamento, in merito alla destinazione di risorse e di personale, tra il Nord e il Sud?
r: No. Questo no. La Polizia è uguale dappertutto.
d: Tuttavia su Potenza ci sono state delle polemiche, in merito al fatto che la Questura si passata in “Fascia A”. Innanzitutto, cosa cambia –concretamente- con questo passaggio?
r: MOBILIO – Guardi… la Questura di Potenza, sei-sette anni fa, era GIA’ in Fascia A. Cosa significa? Un livello pari alle questure di Napoli, Roma etc. (il criterio di base era che tutte le questure dei Capoluoghi di regione lo fossero). Poi, non ricordo quale Ministro, ha declassato la questura di Potenza in Fascia B, il che comporta minori risorse, ovvero una ventina di uomini in meno. Che per la Città non è poco. Adesso, essendo ritornata in Fascia A, ci dovrebbe essere un aumento di personale…
d: …che non c’è stato, a leggere le polemiche.
r: In base alla nostra –pluridecennale- esperienza, possiamo dirle che non sempre, anzi quasi mai, corrisponde un adeguamento delle risorse. Motivo? Come accennavo, con i tagli, non ci sono proprio i poliziotti! Che dire, noi speriamo di essere smentiti.
d: Ma, al contrario, i compiti di una questura di fascia A sono maggiori?
r: No. Sono gli stessi. Il lavoro di una Questura quello è. Sulla carta.
DI TOLLA – Infatti è altrettanto vero che, nel corso degli anni, l’impegno per affrontare le esigenze delle Città e della provincia è aumentato. Il personale invece è via via diminuito, per i motivi descritti.
di Walter De Stradis