Forse con un linguaggio che qualcuno potrà ritenere colorito, io affermo che la lotta politica, in questa regione, non è lotta e scontro/confronto di idee, ma “faida” e lotta tra “cosche”, “mafie” vincenti e perdenti, che determina l’espulsione di tutti coloro che non sono organici al sistema oligarchico-partitocratico che voi degnamente rappresentate.
Il Coordinatore regionale RNP replica alla Segreteria regionale dello Sdi. Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Coordinatore regionale RNP e Direzione nazionale RNP Ci chiediamo: se la piccola nave corsara laica, socialista, liberale, radicale – che nonostante tutto gode di un consolidato zoccolo duro di consensi, e che noi riteniamo di rappresentare – non esiste, come mai, la segreteria regionale dello Sdi ha ritenuto di dover rispondere alla nostra nota sull’inchiesta avviata dal PM Roberta Ianuario? Certo, nel compiacerci di aver ottenuto una rapida convocazione del Segreteria SDI, non possiamo non constatare che la laconica nota del sopra citato organismo si nutre del consueto linguaggio burocratico e cerchiobottista, oltre a contenere insulti gratuiti con i quali si ritiene di dare risposta a chi, partendo dall’analisi di un contesto, ha espresso una legittima critica nei confronti della classe dirigente regionale. Critica suffragata dalla perenne agonia vissuta da questa regione. Cosa davvero commovente, poi, la sopra citata nota contiene un richiamo strappalacrime al sentimento d’appartenenza degno della migliore tradizione melodica partenopea. Quel: “Fiducia massima nella magistratura e nella moralità del popolo lucano”, è tutto un programma. Di grazia compagni, ma cosa c’entra la “moralità del popolo lucano” con il giudizio da me espresso su un sistema di potere che a volte produce comportamenti di rilevanza penale? Non credo fosse necessaria l’inchiesta del PM Ianuario per parlare di un sistema che produce clientela, corrotto e corruttore. E attenzione compagni, certi comportamenti e metodi di governo, sottogoverno e sottopotere, sono tecnicamente “mafiosi”, al di là della loro rilevanza penale. Forse con un linguaggio che qualcuno potrà ritenere colorito, io affermo che la lotta politica, in questa regione, non è lotta e scontro/confronto di idee, ma “faida” e lotta tra “cosche”, “mafie” vincenti e perdenti, che determina l’espulsione di tutti coloro che non sono organici al sistema oligarchico-partitocratico che voi degnamente rappresentate. Proprio voi che parlate di moralità del popolo lucano, non vi siete accorti di essere morti e sepolti nelle coscienze della gente e che, al di là dei voti che voi stessi definite di “appartenenza” e a quelli che io definisco di convenienza, il tasso di sfiducia e disistima nei confronti della classe politica regionale non è mai stato così alto. Ma tutto sommato, a voi cosa importa? Ciò che conta è l’occupazione capillare del territorio, togliere e mettere una qualche bandierina. Se come noi, anziché rinchiudervi nelle vostre dorate stanze, frequentaste un po’ di più le piazze, vi accorgereste che, tutto sommato, a non esistere siete proprio voi. Quelle stesse piazze nelle quali pure ci tocca prendere qualche sputo e insulto, che riteniamo di non meritare, solo perché veniamo identificati come “i politici”. Tutto questo, compagni, non vi fa riflettere? Siete proprio certi che basti solo un assessore in più, un incarico in più, per consentirvi di “esistere” e “vivere” e far “vivere”? Noi non riteniamo che “l’esistere” si traduca solo in sterili esibizioni muscolari finalizzate alla spartizione del territorio. Una spartizione, detto fra noi, dal sapore vagamente feudale, che ci consegna una classe politica che fa rivivere in maniera sinistra l’epoca dei baroni, dei vassalli e dei valvassori. Compagni dello Sdi, la nave corsara rappresentata dai radicali di Basilicata è riuscita ad esistere(con grande disappunto di molti), pur avendo le mani nude di potere. E’ riuscita a creare dibattito e confronto, cosa che temo voi non abbiate mai fatto. Vi prego di non continuare oltre con la vostra stucchevole e fasulla polemica. Non confondiamo il garantismo con la necessità di fare opera di denuncia, che spero non resti mera testimonianza. Le vostre parole hanno il suono della moneta falsa e il sapore dell’ipocrisia. Ed ora consentitemi di ricordarvi che nel 2000, in qualità di candidato alla Presidenza della Regione, incentrai la mia campagna elettorale anche sull’utilizzo dei denari dell’Unione europea, sostenendo che quantità non fa rima con qualità. Spero davvero che l’affanno di “esistere” non vi impedisca definitivamente di “vivere”. Tutto sommato, se riscopriste davvero le ragioni e le più belle pagine e storie, collettive e individuali, passate e presenti, del socialismo italiano ed europeo, potreste tornare ad unirvi a noi per dare forza ad una speranza socialista-liberale chiamata Rosa nel Pugno. ——————————————————————————–
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